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 2018  febbraio 04 Domenica calendario

L’amaca

La discussione sui braccialetti elettronici di Amazon, al netto delle boiate da campagna elettorale, è appassionante.
Non riguarda solamente i rapporti tra capitale e lavoro: riguarda, ben più in esteso, la smisurata accelerazione delle tecnologie e l’affanno con il quale prendiamo atto di un futuro già presente.In una sola domanda: quanto le tecnologie ci assistono; quanto ci controllano? Quanto ci liberano dal bisogno, quanto ci imprigionano a “reti” che verificano non solamente il nostro zelo di lavoratori, ma anche, se non soprattutto, la nostra fedeltà di consumatori? Non è tracciato solamente il percorso che l’operaio/a Amazon percorre nel labirinto dei capannoni.È tracciata la nostra intera esistenza di compratori, anche noi, spesso senza saperlo, indirizzati verso la “merce giusta”, avvolti da un bozzolo di dati e di suggerimenti e di stimoli che si adatta alla sagoma virtuale che ognuno di noi traccia, senza saperlo, ogni volta che siamo connessi.
Abbiamo un braccialetto al polso pure noi, ma invisibile. Verifica dove siamo, cosa stiamo facendo, di fronte a quale scaffale ci piacerebbe essere. Non è questione di essere catastrofisti o luddisti, è solo questione di farci continuamente, e senza risposte precostituite, la domanda di prima: quanto la tecnologia ci assiste; quanto ci controlla? E fino a quando ci sarà consentito assentarci, almeno per un poco, sparendo alla vista della Torre di Controllo, sfuggendo a ogni radar, sentendoci finalmente indefinibili, non tracciabili, insomma liberi?