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 2018  febbraio 04 Domenica calendario

«Celo, mi manca». Il paese che finì nelle figurine

Il sindaco? Celo. La banda?
Celo. Il parroco? Il parroco manca, finisco l’album. Chi dice che le figu (figurine, per i matusa) siano solo roba da sbarbatelli cambi idea andando a Villa di Chiavenna, confine tra provincia di Sondrio e Svizzera: mille abitanti in fregola per le 444 figurine dell’album del paese, opera del gruppo di ricerca storica Antacüch.
«Avevamo ordinato 200 album e 2mila pacchetti da 5 figurine – racconta uno dei 25 membri, Germano Caccamo – Temevamo ci restasse roba sul groppone, invece quando l’abbiamo presentato alla festa del patrono, San Sebastiano, c’è stato l’assalto. Gli album sono finiti subito, le figurine in un giorno e mezzo». In attesa di nuove bustine («ora ne abbiamo ordinate 7mila»), si sono scatenate la caccia ai doppioni e le proposte di scambio. C’è chi cerca se stesso, non perché è in stato confusionale o in crisi di identità, ma perché la maledetta figurina con la sua faccia non salta fuori. E c’è chi compare ben tre volte. Come Caccamo, «ma è un caso: sono allenatore di calcio di bambini, canto nel coro Eco del Mera e faccio parte degli Antacüch».
Ma 444 figurine non sono troppe in un posto dove gli abitanti sono poco più del doppio? «Anzi! Abbiamo fatto scelte drastiche, sennò l’album sarebbe stato il doppio del Panini». E così ecco le foto delle frazioni, incantevoli scorci su Orobie e Val Bregaglia, la zona più selvaggia del Canton Grigioni, il fiume Mera, il bel borgo contadino medievale del centro, i sindaci e i parroci, le squadre di calcio nel corso del tempo, la banda, le tre corali e le associazioni. È solo l’ultima iniziativa di un gruppo nato nel 2013 per fare ricerca storica su Villa di Chiavenna: «Antacüch vuol dire “molto vecchio”.
Abbiamo già realizzato diversi progetti, come le foto digitali dell’archivio parrocchiale, o un libro sulle pergamene che tra il 1300 e il 1500 parlano del paese. E ogni anno pubblichiamo un bollettino con contributi storici e testi. Ci piace fare storia per raccontare una comunità e tenerla rinsaldata in un periodo in cui la montagna si spopola.
Ma cerchiamo sempre una vena ironica, per non essere di nicchia. Alla festa di San Sebastiano nel 2017 ci siamo inventati il Rischiacucco, gioco a quiz sulla storia di Villa di Chiavenna: tre squadre, un palazzetto che urlava, tifava e suggeriva. Stavolta l’album ci è sembrato un’idea divertente. È un documento che in futuro racconterà come eravamo e che coinvolge gli adulti in un gioco per bambini». Risultato, onesti padri di famiglia sbavano per la figu del sindaco Massimiliano Tam o del parroco monsignor Aldo Passerini proprio come i figli per quelle di Insigne o Chiellini. Un modo come un altro per non invecchiare, in fondo.