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 2018  febbraio 05 Lunedì calendario

Barbiere, 58 anni l’autore del post contro Boldrini

ROMA Ha una moglie, due figli e un computer, che usava come un’arma per sparare sui social immagini violente, minacce e commenti gonfi d’odio. Gianfranco Corsi, 58 anni, è l’uomo che ha postato su Facebook il fotomontaggio di Laura Boldrini decapitata, con un rivolo di sangue dalla bocca e la scritta «Sgozzata da un nigeriano inferocito. Questa è la fine che deve fare». Individuato dalla Polizia postale il responsabile è stato perquisito, accompagnato in Questura e denunciato. «Sono stato io a realizzare il fotomontaggio – le prime parole del barbiere, che qualcuno sul web ha definito un”grillino leghista” —. L’ho lanciato in Rete, però non saprei spiegare perché l’ho fatto». 
La presidente Boldrini assicura che non indietreggerà di un millimetro, eppure l’ultimo minaccioso post l’ha turbata non poco: «Non auguro a nessuno di ricevere un’immagine simile. Io non conosco questo Corsi e non so cosa lo abbia spinto a rappresentarmi con la testa tagliata. Ma sembra essere l’ultimo anello di una catena di odio pianificata dai cattivi maestri, come Matteo Salvini, che sfruttano i bisogni e le paure delle persone per qualche voto in più». 
Nella casa di campagna dell’artigiano, a Torano Castello, la Polizia postale e la Digos hanno trovato materiale «utile alle indagini» e gli inquirenti stanno facendo altri accertamenti, per verificare che l’uomo non sia legato a movimenti estremisti. «Vogliamo fare chiarezza e risalire a eventuali collegamenti con altre persone dedite a questo tipo di attività», spiega il questore di Cosenza Giancarlo Conticchio.
Per il fratello di Corsi, Roberto, è «una medaglia al valore» quella che Gianfranco ha conquistato sul campo del web, affollato di odiatori professionisti: «Lui è persona buona e umile. Non siamo di destra né di sinistra, non siamo razzisti né terroristi, siamo solo inc... contro un’immigrazione fuori controllo». Parole, solo parole? No, la presidente della Camera è convinta che la Rete non sia uno strumento neutro, ma la molla che rischia di armare la mano di qualcuno, come è successo a Macerata. 
Boldrini pensa che gli haters vadano segnalati con nome e cognome, come hanno fatto due giorni fa I Sentinelli di Milano nati in difesa della laicità, dell’antifascismo e dell’antirazzismo. Sono stati loro a diffondere il fotomontaggio di Corsi senza cancellarne la provenienza e la candidata di Leu li ha ringraziati di persona. Da Milano la presidente ha definito i fatti di Macerata «un attacco terroristico», poi ha indicato nel leader leghista Salvini uno dei responsabili del clima che si respira nel Paese: «Ha creato paura e caos e dovrebbe scusarsi con gli italiani». Boldrini rivendica con orgoglio la sua battaglia contro razzismo, fascismo e discriminazione: «Io pago il mio impegno, non ho paura». Ma respinge l’accusa di Renzi, che ogni voto a Leu sia un regalo alla destra: «Mi indigna chi dice che io con la mia storia aiuto Salvini. Speravo di affrontarlo all’uninominale, invece scappa».