Corriere della Sera, 3 febbraio 2018
La scelta (per amore) di creare scarpe fatte in tessuto
Può un incontro di lavoro cambiare la vita? «Facevo la consulente nel settore del lusso – racconta Paola Vitali, lecchese di Bellano, famiglia d’artisti, suo padre è il pittore Giancarlo e suo fratello lo scultore Velasco – e l’imprenditore Giorgio d’Arcano mi commissionò una ricerca per una delle sue aziende. Il lavoro, però, è diventato presto qualcosa d’altro». I due si innamorano e si sposano. Il brand a cui danno vita prende il nome da questa unione: Paola d’Arcano, nome di lei, cognome di lui. «Tutta l’energia del brand va ricercata nel nostro amore – conferma l’imprenditore —. Anche perché partire con un progetto nuovo in un campo sovraffollato come abbigliamento e calzature richiede davvero tanta passione».
Partito nel 2013 con un fatturato di 300 mila euro, il brand con sede a Verona conta di superare i 2 milioni nel 2018 anche grazie alla precisione con cui, in un mercato saturo, la coppia ha saputo individuare la cliente modello delle loro scarpe. «Anche se non nasco come stilista – osserva Paola – la differenza sostanziale è che mi sono sempre riferita a una donna precisa che sono io, le mie amiche, le mie colleghe: donne che semplicemente escono tutte le mattine, vanno a lavorare, senza voler rinunciare al tocco di femminilità e di gioco, anche se sono costrette ad indossare abiti noiosissimi. In più, uno dei punti fermi delle nostre collezioni era quello di fare una scarpa in tessuto, sfidando ogni regola della calzatura». E facendo risplendere anche l’anima lacustre di Paola – anche se è dell’altro ramo del Lario che ora parliamo – quando si è dovuto individuare il soggetto giusto per dare vita a questo esperimento. «Ci siamo appoggiati – spiegano – alla Mantero di Como, una delle più antiche seterie del mondo, che ci ha messo a disposizione l’archivio, dandoci la possibilità di utilizzare dei tessuti in modo esclusivo. Un onore per noi e un test per loro, visto che abbiamo fatto da apripista rispetto a una tendenza che negli ultimi 3 anni si sta sedimentando sempre di più». «Quando si parla di calzature di lusso – riprende Giorgio – tra le aspettative c’è anche la produzione in Italia. Per questo ci appoggiamo a dei laboratori artigiani in zone d’eccellenza come Parabiago e San Mauro Pascoli. Anche perché con tutta la nostra ricerca continua (dai 250 ai 300 mila euro la cifra investita tra la sperimentazione e la scelta dei materiali per ogni collezione) produrre dall’altra parte del mondo non ci permetterebbe di intervenire in modo veloce. E, senza contare che, buona parte delle volte, sono gli artigiani stessi che ci propongono la soluzione migliore». In modo particolare, quando il tema si sposta sulla comodità delle calzature. «Purtroppo – sottolinea Paola – il concetto stesso di confort riporta erroneamente a qualcosa di poco affascinante e con poco appeal».