Corriere della Sera, 3 febbraio 2018
Direttori stranieri nei musei. Nuovo stop dal Consiglio di Stato
ROMA Non c’è pace per i direttori stranieri dei musei italiani scelti con la riforma Franceschini. Ieri il Consiglio di Stato, contraddicendo in qualche modo se stesso, ha messo in forse la posizione di chi non è in possesso della cittadinanza italiana, rimandando la decisione all’adunanza plenaria per «contrasto giurisprudenziale». La riorganizzazione dei Beni Culturali iniziata tre anni fa è passata finora attraverso «16 decisioni del Tar e 6 del Consiglio di Stato», commenta amaramente il ministro.
La vicenda è complessa e nasce da lontano, ma conviene prima di tutto spiegare a ritroso gli ultimi passaggi: la precedente sentenza sempre del Consiglio di Stato (luglio 2017) aveva ritenuto che «l’attività di direttore del museo statale non potrebbe intendersi riservata ai cittadini italiani», ma proprio intervenendo su questa decisione, ieri il collegio VI ha invece sostenuto «che si possa dare un’interpretazione diversa con il Dpc, 171 del 1994 che richiede la cittadinanza italiana». Ecco perché tutto è ora rimandato al parere dell’organo plenario di Palazzo Spada.
A dare il via alla disputa era stato un ricorso al Tar del Lazio di uno dei partecipanti al concorso che aveva contestato le nomine di Peter Assmann per Palazzo Ducale di Mantova e Martina Bagnoli alla Galleria Estense di Modena. I giudici del tribunale amministrativo avevano accolto in parte il ricorso e avevano annullato gli atti del procedimento. Nella motivazione veniva contestata la scelta di far svolgere «i colloqui finali a porte chiuse, l’immotivata assegnazione dei punteggi e la mancanza della cittadinanza italiana».
Il ministero ha presentato a sua volta ricorso, contestando la competenza del giudice amministrativo a valutare la questione, ma il Consiglio di Stato ha rigettato questa tesi visto che si tratta di un concorso pubblico.
Sulla questione dei punteggi e sulle «porte chiuse» Palazzo Spada ha però accolto le posizione ministeriale e così si è salvato l’incarico di Martina Bagnoli a Modena. Resta invece sospeso il direttore di Mantova che non è cittadino italiano: per lui i giudici hanno deciso che resta valida la precedente decisione, quindi continuerà a dirigere in attesa dell’adunanza plenaria.
«La politica prevale sul diritto – commenta Giovanna Paolozzi Strozzi, soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio della provincia di Parma e Piacenza, autrice del ricorso contro la nomina di Assmann – la procedura di selezione dei direttori dei Musei nazionali “doveva” essere salvata e così è stato. Invece sulla questione degli stranieri attendiamo fiduciosi».
Per James Bradburne, direttore anglocanadese della Pinacoteca di Brera, «è assurdo impedire ai musei italiani di essere guidati dai migliori piloti. Anche le Ferrari non sono guidate solo da italiani»