Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  febbraio 05 Lunedì calendario

Ma mi faccia il piacere

Magari ci ricascano. “Berlusconi: basta impresentabili” (Il Messaggero, 25.1). “Gli italiani credono in me nonostante le fake news” (Silvio Berlusconi, presidente FI, il Giornale, 2.2). Ormai si fa le battute da solo.
Interessi di conflitto. “Berlusconi: Galliani allo Sport” (la Repubblica, 25.1). Poi Confalonieri alle Telecomunicazioni, Marina alle Finanze, Ghedini alla Giustizia e Renzi premier.
La guerra tiepida. “Io sono un ragazzo della guerra, che per 50 anni ha vissuto nell’angoscia della guerra fredda e che nel 2002 è riuscito a far entrare la Russia nella Nato” (Silvio Berlusconi, conferenza stampa al Parlamento europeo dopo i suoi incontri con i vertici Ppe, 22.1). E naturalmente gli Stati Uniti nel Patto di Varsavia. Ora però, Silvio, fai il bravo nonnetto perchè c’è l’infermiera col pappagallo.
Scroccopoli. “Chi in Lazio vota per il Movimento Cinque Stelle si assume la responsabilità di eleggere uno scroccone che abita in una casa pubblica pagata poco, 7 euro al mese” (Matteo Renzi, segretario Pd, 4.2). Tipo quel sindaco scroccone di Firenze che abitava in un bel pied-à-terre in via degli Alfani 8, in pieno centro storico, a due passi da Palazzo Vecchio, gentilmente offerto dall’amico Marco Carrai, che pagava l’affitto al posto suo e poi fu nominato al vertice di Firenze Parcheggi e di Toscana Aeroporti.
La Buona Squola. “Scrive scuola con la ‘q’, maestra licenziata” (La Verità, 2.2). Ora punta a fare la ministra della Pubblica Istruzione.
Su, non fate così. “Caro Augias… mi rivolgo a lei perchè sono sconcertato per l’atteggiamento costantemente ostile de La Repubblica, a me da sempre cara, nei confronti del Pd… Dottor Alberto Artom – Pietra Ligure”. “Ricevo ogni giorno lettere così” (Corrado Augias, la Repubblica, 2.2). Uahahahahahahah.
Fate la carità. “Siccome credo nella trasparenza, vi ho portato il conto corrente di quando ho iniziato a fare il presidente del Consiglio e quello di oggi pomeriggio. Ho due mutui e un conto corrente, e non ho paura di niente. Il 30 giugno 2014 avevo 21 mila euro, oggi ne ho 15 mila” (Matteo Renzi, segretario Pd, Matrix, Canale5, 18.1). Quasi quasi comincio a lavorare.
Chiù pilu per tutti. “Se vinco il mio collegio a Potenza, oppure con Liberi e Uguali superiamo il 10%, mi impegno a rasarmi i capelli per formare la L di Liberi e Uguali” (Roberto Speranza, deputato uscente LeU, Un giorno da pecora, Radio1, 30.1). Mi sa che è la volta che diventi capellone.
Concorrenza sleale. “Di Maio ordina ai suoi: sputtanate gli avversari” (Libero, 3.2). “Ordine di servizio ai militanti: infangate i candidati avversari” (il Giornale, 3.2). Rubando il mestiere a Libero e al Giornale.
Divisione dei compiti. “Da precario a leader Gentiloni guida 4 liste: Non farò patti con FI” (la Repubblica, 25.1). Quelli li fa Renzi, poi io ridivento premier.
Franza o Spagna. “Giacomo Mancini jr.: ‘Destra o sinistra, sono socialista’. Dai Ds a FI fino al Pd (con paracadute di FdI): Mi alleo con chi rispetta la mia storia” (La Verità, 30.1). Ché a sputtanarla ci pensi già tu.
Colpa di Virginia. “Un movimento nato per sostituire la democrazia rappresentativa che non sa tenere in vita un albero di Natale” (rag. Claudio Cerasa, direttore de Il Foglio, 30.1). Per la cronaca: “Spelacchio” era morto già prima di partire per Roma dalla Val di Fiemme, dov’era stato regolarmente segato alle radici. Ma Cerasa ha studiato ragioneria, mica botanica.
Buon viaggio. “Se l’Italia non ci segue, Milano dovrà rivolgersi all’Europa” (Giuseppe Sala, sindaco Pd di Milano, Corriere della Sera, 24.1). Ecco, bravo, mandaci una cartolina.
La supercazzola. “L’atomistica liberale mira a dissolvere la famiglia nella pluralità nomade e diasporica degli io irrelati o, in modo convergente, a ridefinirla come mero assemblaggio effimero e a tempo determinato, rispondente in via esclusiva al libero e illimitato desiderio” (Diego Fusaro, filosofo, Twitter, 20.1). Come fosse Antani, con scappellamento a destra.
Il titolo della settimana/1. “Di Maio scivola sugli impresentabili” (La Stampa, 3.2). B. e Renzi invece ci camminano su in perfetto equilibrio.
Il titolo della settimana/2. “Silvio trova un lavoro ai giovani disoccupati” (Libero, 3.2). Ma soprattutto alle ragazze.