La Stampa, 5 febbraio 2018
Antonello Montante: «Ora il mercato delle moto vale 5 miliardi in Italia»
Il prossimo novembre Antonello Montante, 54 anni, si appresta a festeggiare i 104 anni dell’Esposizione internazionale ciclo motociclo e accessori (Eicma), la fiera più antica e più grande del mondo.
Com’è cambiata dal 1914, quando inauguraste all’Hotel Diana di Milano?
«Allora c’era poco da esporre, ma tanto entusiasmo. Fu la prima di tutte le fiere al mondo, istituzionalizzata da Mussolini, e resiste ancora oggi. I marchi erano pochi: Guzzi, Moto Stucchi, Norton, Mas. Le bici, presenti fin dall’inizio, erano soprattutto Bianchi. Con le varie crisi internazionali molto marchi a due ruote sono crollati e negli anni ’50 si è avvertito l’avvento dell’auto. La moto è tornata negli anni ’80, e oggi con qualche marchio arriva a livello eccezionali. Sulle bici nei momenti d’oro c’erano 400 produttori, mentre oggi sono 15, perché sono cambiati i costumi».
Chi è che usa la moto?
«Chi non vuole creare caos in città. L’appassionato e anche l’appassionata. Crescono infatti le motocicliste».
E i motorini?
«In fiera ce ne sono tanti, anche se gli spazi li decidono gli espositori e in generale all’Eicma si trovano più moto e scooter».
Che giro di affari muove la fiera?
«L’Esposizione è la più grande del mondo di ogni settore. Si conferma l’evento dedicato alle due ruote più importante a livello internazionale: un punto di riferimento sia per presenza di pubblico sia per numero di espositori, senza contare il grande afflusso di operatori. Un appuntamento imperdibile per gli appassionati, che ha registrato nel 2017 un numero record di presenze. Rispetto all’edizione del 2015, il pubblico è cresciuto del 24%, un incremento a due cifre che rende tangibile l’ottima accoglienza delle novità e delle anteprime mondiali presentate. Aumento significativo anche del numero di espositori presenti che, tra diretti e indiretti, si sono attestati a 1713, con un +20% rispetto al 2015, provenienti da 42 paesi. Ben il 61% delle aziende espositrici arriva dall’estero. Il dato è confermato anche da un aumento dello spazio occupato netto pari a +15%. Anche la partecipazione degli operatori del settore ha registrato un importante aumento a due cifre di quelli esteri: +28%».
Come mai altre manifestazioni sono andate in crisi?
«Colonia ci seguiva a ruota, ma era biennale. La fiera è un’azienda, deve offrire servizi e bei prodotti. Se noi conquistiamo i produttori e li facciamo vendere, vuol dire che siamo più bravi. Il nostro parco espositivo ha vinto per i servizi che proponiamo attorno, dalla consulenza agli incontri».
E voi da cosa ci guadagnate?
«Eicma fa marketing associativo per la Confindustria del settore, gli utili arrivano dalla vendita degli spazi e dei biglietti. Inoltre, durante tutto l’anno ci sono i fuorisalone internazionali. Da Harrods a Londra ai Magazzini Lafayette a Parigi, alla Rinascente a Milano. Quest’anno ci saranno alcune novità in questa direzione e per l’inaugurazione pensiamo a una festa nella festa. Attendiamo 600 mila visitatori, un Expo a tutti gli effetti».
Pensate di fare altre fiere all’estero?
«Vorremmo esportare il modello Milano negli Stati Uniti, in Cina, in Giappone e in Brasile. Non esiste da nessuna parte un evento del genere. Dentro a Eicma poi c’è una sezione molto ambita, che è Moto live, con le finali mondiali di alcune categorie di motociclismo. Insomma, l’idea è trasformare la fiera entro pochi anni in un salone da esportazione».
Come va il settore delle due ruote?
«Molto bene, genera un giro d’affari di 5 miliardi di euro in Italia e 12 in Europa. Piaggio, Ducati, MV Agusta e, tra le estere, Honda, Yamaha, Bmw, Kawasaki, Harley Davidson sono grandi aziende. L’Italia è tra i maggiori produttori di due ruote e il mercato interno ne assorbe gran parte. La Germania ci segue su entrambi i settori».
E le bici?
«Nel 2017 abbiamo avuto oltre alle bici da città, da corsa e su misura anche un padiglione dedicato a quelle elettriche, la cui vendita cresce del 60 per cento nel mondo. A novembre 2018 lo spazio sarà triplicato e raggiungeremo il primato come fiera anche sulle bici. I marchi italiani sono De Rosa, Colnago, Olmo, Pinarello e per le componenti Campagnolo. E gli esteri Cannondale, Specialized, Scott e Bianchi, che considero ancora nostrana».
Le auto stanno diventando sempre più automatiche e le moto?
«Noi viviamo tranquilli. L’unica evoluzione è l’e-bike, elettrica o a pedalata assistita. Commercialmente parlando siamo un settore più protetto, ma non c’è dubbio che anche le case motociclistiche guardino con attenzione a tutte le evoluzioni ed innovazioni tecnologiche».
La moto senza conducente ci sarà mai?
«Non credo proprio, perché verrebbe meno il piacere di guidarla e perderemmo tutti gli appassionati, che sono i nostri principali clienti».