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 2018  febbraio 04 Domenica calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - GLI IMPRESENTABILI DA TUTTE LE PARTIREPUBBLICA.ITROMA - Nomi e cognomi: è una lista dettagliata quella che il candidato premier del Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio, snocciola sul blog del movimento

APPUNTI PER GAZZETTA - GLI IMPRESENTABILI DA TUTTE LE PARTI

REPUBBLICA.IT
ROMA
- Nomi e cognomi: è una lista dettagliata quella che il candidato premier del Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio, snocciola sul blog del movimento. Sono candidati del Partito Democratico e del centrodestra che sarebbero coinvolti in vicende giudiziarie e, dunque, ’impresentabili’. L’attacco di Di Maio arriva in risposta a Matteo Renzi, che aveva parlato degli impresentabili pentastellati presenti nelle liste per le prossime elezioni: "Ieri ho sentito dal segretario del Pd Matteo Renzi", ha esordito Di Maio, "un’affermazione infamante del Movimento 5 Stelle: ha infatti detto che abbiamo candidato degli impresentabili nelle nostre liste. Siamo, invece, una forza politica che non solo vieta ai condannati di entrare nelle loro liste, ma anche in molti casi ai semplici indagati. Questo signore gli impresentabili li ha candidati lui".

La replica del segretario arriva su Facebook: "Di Maio in difficoltà fa sempre la stessa cosa: attacca me e il PD. E sempre con la solita mossa: il ritornello dei candidati impresentabili", scrive Matteo Renzi, che questa volta dice di voler replicare punto per punto alle accuse perché, dice, "le bugie hanno le gambe corte".

• L’ATTACCO M5S
A dare il ’la’ al botta è risposta in giornata è Di Maio, che sul web scandisce una serie di nomi di "veri impresentabili" che, sospiene "devono sparire dalle liste", a partire dal presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, "indagato a Pescara e all’Aquila in un’inchiesta sugli appalti regionali", proseguendo poi con il capolista del Pd al collegio plurinominale del Senato in Liguria, "coinvolto nella vicenda dei rimborsi regionali", così come altri quattro candidati nel Lazio. Di Maio ha poi elencato altri tre candidati in Calabria, "rinviati a giudizio nel luglio scorso" e un altro imputato a Roma in un processo "per una storia falsi appalti pubblici".

Nella lista, anche l’assessore regionale all’agricoltura del Molise, "indagato nell’ambito di un’inchiesta sui Progetti edilizi unitari". Una ’menzione speciale’, il leader del M5s l’ha dedicata alla sua regione, la Campania, citando "De Luca junior candidato a Salerno" ma, ha spiegato, "siccome segue le orme del padre non solo per quanto riguarda la carriera politica, imputato per bancarotta fraudolenta". Di Maio ha proseguito con il sottosegretario ai Trasporti, Umberto Del Basso De Caro, indagato per "tentata concussione", passando quindi per Franco Alfieri, sempre in Campania, "quello che prometteva fritture in cambio di voti con la benedizione del governatore campano".

Alla fine del lungo elenco, il ministro Luca Lotti che, ha ricordato Di Maio, "è indagato per favoreggiamento e rivelazione di segreto istruttorio nel caso Consip".

Nessuno sconto neanche per esponenti del centrodestra perché, ha aggiunto Di Maio, "fanno a gara tra di loro sugli impresentabili". Tra loro, oltre a Luigi Cesaro, c’è "Antonio Angelucci, premiato per la sua assidua presenza in Parlamento (99.59% di assenze) e per i risultati - scrive il leader M5S - sul fronte giudiziario con una condanna in primo grado a un anno e 4 mesi per falso e tentata truffa per i contributi pubblici percepiti tra il 2006 e il 2007 per i quotidiani ’Libero’ e ’il Riformista’; oltre un indagine in corso in merito a un’inchiesta sugli appalti nella sanità della procura di Roma. Per lui il posto di capolista alla Camera nel Lazio".

E poi Ugo Cappellacci e Michele Iorio, ma anche Umberto Bossi "condannato a 2 anni e 3 mesi per aver usato i soldi del partito, quindi "provenienti dalle casse dello Stato" a fini privati" e Formigoni "condannato per corruzione a sei anni e imputato in altri processi: è candidato al Senato come capolista nella formazione del centrodestra ’Noi con l’Italià in Lombardia".

• CE N’È ANCHE PER LA STAMPA
Non solo gli avversari politici entrano nel mirino di Di Maio. Duri attacchi il candidato pentastellato riserva anche alla stampa: "Tutti i giornali italiani per giorni hanno sbattuto in prima pagina tutta la vita di Emanuele Dessì, cittadino incensurato candidato al Senato con il MoVimento 5 Stelle" e che ha accettato - ricorda Di Maio - di rinunciare al seggio, mentre sul capolista Giggino ’a purpetta, esponente del centrodestra, hanno "osservato un omertoso silenzio, un insulto ai lettori", accusa.

• LA REPLICA DI RENZI
Il primo punto che il segretario del Pd mette nero su bianco è quello che riguarda Dessì: "Chi in Lazio vota per il Movimento Cinque Stelle vota uno scroccone, amico del clan Spada. Punto. Qualcuno può smentire? No, nessuno", si legge nel post, nel quale Renzi ricorda i motivi per i quali il candidato pentastellato è al centro delle polemiche ("Questo signore è molto vicino agli Spada, di Ostia (ricordate la testata di Spada che spaccò il naso al giornalista Piervincenzi a novembre?) ed è coinvolto in quella che i grillini chiamano "scroccopoli", vale a dire il problema delle case pubbliche pagate poco, 7 euro al mese"). Per l’ex premier, "impresentabile rimane Dessì, per le sue amicizie. Anche se non ha avvisi di garanzia. Talmente impresentabile che se ne vergognano anche i Cinque Stelle. Ok, è chiaro: Dessì vi mette in imbarazzo. E siamo pronti a non parlarne se questo vi fa stare più tranquilli. Possiamo fare politica, adesso?".

Ma Renzi non si ferma qui: ribadisce all’avversario qual è la differenza tra ’indagato’ e ’condannato’: "Caro Di Maio, quello che ancora non hai capito è che un avviso di garanzia non è una condanna. Non si diventa ’impresentabili’ per un avviso di garanzia o per essere indagati. Perché altrimenti per voi sarebbe un dramma. Perché tu, caro Di Maio, sei stato indagato. Perché il sindaco di Torino Chiara Appendino è indagata per omicidio colposo e falso. Perché il sindaco di Livorno Filippo Nogarin è indagato per omicidio colposo.
Perché il sindaco di Roma Virginia Raggi non è solo indagata, ma direttamente a processo per falso. E perché da Bagheria alla Sardegna sono numerosi i sindaci a cinque stelle indagati".

Poi l’affondo finale, con l’invito all’aspirante premier M5s a non fuggire più a confronti con gli avversari: "Di Maio è un aspirante leader politico che vorrebbe confrontarsi con Trump e con Putin e che non trova ancora il coraggio di fare un dibattito con me o con Salvini. Caro Di Maio, lascia stare le liste di presunti impresentabili: presentati tu, a un dibattito tv, se trovi il coraggio di non fuggire come hai fatto fino ad oggi. Con i Cinque Stelle vorremmo discutere di vaccini, di come creare lavoro altroché reddito di cittadinanza e assistenzialismo, di Europa, di grandi eventi come l’Expo, di Venezuela e di periferie. Vorremmo un dibattito politico alto. Caro Di Maio, quando avrete finito con il fango, ci troverete qui, al solito posto. Perché noi non scappiamo, noi".

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Berlusconi e la soglia 40. Aumento delle pensioni minime, flat tax, abolizione delle riforme dei governi di centrosinistra. Contenuti diffusi nell’etere attraverso due armi retoriche intrecciate: quella del “nuovo inizio” e quella della “riscossa della nazione”. E i numeri per adesso danno ragione al Cavaliere. Secondo i dati forniti da Euromedia Research a Porta a Porta, l’area di centrodestra è al 39,1%. Manco un niente alla soglia-40 che consentirebbe a Berlusconi-Meloni e Salvini di essere maggioranza parlamentare.
 
Testa a testa tra Gentiloni e Di Maio. E mentre i due contendenti del centrodestra subiscono oscillazioni cospicue se valutate nell’arco di una settimana – Tecné per Matrix: centro sinistra perde 0,3% negli ultimi sette giorni e il M5S guadagna lo 0,4%, Liberi e Uguali perde lo 0,2% - il centrodestra è stabilmente ancorato, da settimane, alla soglia del 39%. Con i suoi leader che mantengono quasi invariata la fiducia dei cittadini: Salvini al 25%, Berlusconi al 20% e la Meloni al 19%. Una classifica (stilata da EMG per la Rai) che vede appaiati al primo posto, con il 30%, il premier Gentiloni e il capo politico del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio. E i due leader di partito del centrosinistra sono al 23% (Renzi) e al 14% (Grasso)
 
Dem al minimo storico. Quella di Gentiloni sembra l’unica buona notizia per il centro sinistra. Che sembra fermo, statico, ancorato. Privo di spinta propulsiva. Con il Pd dato da Tecné al 22,2% (in calo di 0,2 punti percentuale in una settimana). I dem mai così in basso, oltre il minimo storico e alle prese con una tendenza che sembra difficile da invertire. Sarà da valutare la presa sull’opinione pubblica del programma lanciato a Bologna.
 
Ragioni di partito. Così come sarà da valutare l’impatto delle liste - ormai chiuse - sull’elettorato. Una delle domande rivolte da Tecné: “Se il candidato del collegio uninominale fosse una persona molto sgradita, come si comporterebbe?”. Il 57,8% lo voterebbe comunque. Il 25,4% cambierebbe la sua scelta e il 16,8% è indeciso. Il link al caso Boschi è immediato: l’ex ministra oscilla tra il 48 e il 50% dei consensi nel collegio 1 del Trentino Alto Adige. Micaela Biancofiore del centrodestra tra il 20 e il 22%.
 
L’abisso dell’astensione. Ma i numeri più rilevanti degli ultimi giorni sono relativi all’astensione. I numeri di Demopolis lasciano senza fiato. Alle urne andrebbe solo il 63% degli elettori: nel 2013 si raggiunse quota 75%. Di fatto ci sarebbero 5 milioni di astenuti in più rispetto alle ultime politiche. In tutto sarebbero in 17 milioni a non andare a votare e di questi solo 4 rientrano nel campo dell’astensione revocabile. Dramma nel dramma: il 47% dei giovani sotto i 25 anni non andrebbe a votare.

I consensi dei partiti secondo Tecné:
Movimento 5 Stelle: 27,8%
Partito democratico: 22,2%
Forza Italia: 18,3%
Lega: 12,8%
Liberi e Uguali: 6,2%
Fratelli d’Italia: 5,1%
Noi con l’Italia: 2,8%
+Europa: 1,6%

BOLDRINI
ROMA - La polizia postale e la Digos hanno individuato il responsabile del post contenente le minacce alla presidente della Camera, Laura Boldrini, pubblicato su Facebook. Si tratta di un 58enne della provincia di Cosenza. Nell’abitazione dell’uomo è stato trovato materiale giudicato dagli investigatori "utile alle indagini".

Le ricerche degli investigatori si sono concentrate su un artigiano italiano che vive a Torano Castello. Già nella giornata di ieri i poliziotti del Cnaipic, il Centro anticrimine informatico della Polizia, erano sulle tracce informatiche lasciate dall’ autore del post e, grazie alla collaborazione di Facebook, hanno recuperato i dati necessari per identificare fisicamente l’lautore del fotomontaggio shock che ritraeva Laura Boldrini con la testa insanguinata e la scritta "Sgozzata da un nigeriano inferocito, questa è la fine che deve fare così per apprezzare le usanze dei suoi amici".

L’autore risulta titolare di un profilo Facebook pieno di immagini violente, minacce e personaggi armati. La notizia arriva poco dopo l’intervento di Boldrini a Milano in occasione del lancio della campagna elettorale a Milano di Liberi e Uguali. "Io pago sulla mia pelle ogni giorno il mio impegno contro le destre. Non solo quando fanno un falò a Busto Arsizio, non solo quando i sindaci della Lega dicono che gli stupratori devono venire a casa mia ’cosi mi torna il sorriso’. Pago anche quando la mia testa decapitata viene fatta circolare sulla rete, anche davanti agli occhi di mia figlia. Io lo pago ma non ho paura"