il Fatto Quotidiano, 3 febbraio 2018
Incompetenza percepita
Da quando Renzi ha detto “il nostro avversario non è il centrodestra, ma l’incompetenza dei 5Stelle”, ho iniziato a guardare alla politica con occhi diversi. Intanto ho scoperto che il suo patto prematrimoniale con B. è così saldo che non fa più nulla per nasconderlo. Ma soprattutto che Pd e centrodestra rappresentano la competenza contro i 5Stelle esclusivisti dell’incompetenza. E questo, lo confesso, non l’avevo mai considerato: anzi, pensavo che il M5S fosse nato e avesse sfondato proprio perché molti italiani non ne possono più dell’incompetenza (e ladroneria) dei vecchi partiti. Cioè che, a destra, la gente non abbia apprezzato la competenza di Nicole Minetti e delle altre Papi Girl portate da B. nei consigli comunali e regionali, al Parlamento italiano e a quello europeo, e farebbe volentieri a meno della competenza penale dei Previti, Dell’Utri e Cosentino. E che, a manca, gli elettori non abbiano gradito scelte tipicamente meritocratiche come la falsa laureata Fedeli all’Istruzione, l’avvocaticchia etrusca Boschi alle Riforme, la nullologa Madia alla PA, la povera Lorenzin alla Salute, lo sventurato Lotti allo Sport, il figlio di De Luca e l’uomo delle fritture di pesce prossimi deputati e altri scienziati.
Il che non vuol dire che i 5Stelle siano per definizione competenti, anzi: più semplicemente, la stragrande maggioranza degli italiani che non vota o vota M5S considera i vecchi partiti un branco di incapaci. Altrimenti, alle Comunali del 2016, i 5Stelle avrebbero perso e non vinto tutti e 21 i ballottaggi col Pd. E, al referendum costituzionale del 2016, il 60% dei cittadini avrebbero votato sì, non no alla “riforma” Renzi-Boschi. E ora tutti plaudirebbero al Pd, culla della competenza e anche della scienza, per via del decreto Lorenzin sui 10 vaccini obbligatori: invece migliaia di famiglie, per le inefficienze di governo, Regioni e Asl, non sono ancora riuscite a far vaccinare i figli, che ora rischiano di essere sbattuti fuori e perdere l’anno scolastico. Invece, per misteriosi motivi, in testa ai sondaggi sui leader c’è quel tapino di Di Maio, sprovvisto di un curriculum e soprattutto di un padre governatore della Campania.
A Roma, per dire, le competentissime destra e sinistra si sono divise i sindaci degli ultimi vent’anni, accumulando 15 miliardi di debito: eppure i romani hanno votato Raggi. A Torino il capacissimo centrosinistra ha governato dal 1993 al 2016, facendone la città più inquinata d’Europa e la più indebitata d’Italia in rapporto alla popolazione (quasi 5 miliardi di buco): ma inspiegabilmente i torinesi hanno votato Appendino.
L’altroieri si è dimesso il sindaco del Pd di Terni, Leopoldo Di Girolamo, riuscito nella mirabile impresa di portare il Comune al fallimento: la Corte dei conti ha appena bocciato il suo ennesimo piano di rientro dal dissesto causato da lui e dalla precedente giunta Pd (le opposizioni parlano di un buco di 80 milioni), e a maggio Di Girolamo era finito ai domiciliari con due assessori per associazione a delinquere, turbativa d’asta e falso. Ma gli incontentabili ternani, anziché ringraziare il competentissimo sindaco che li costringerà a pagare 2 milioni l’anno di imposte comunali in più fino al 2045 per ripianare la sua voragine, storcono inspiegabilmente il naso.
Intanto a Milano il supersindaco Beppe Sala non solo è sotto processo per i reati di abuso d’ufficio e falso, ma è pure indagato dalla Corte dei conti per un danno erariale di 2,2 milioni: una bella sommetta sottratta alla collettività con l’appalto senza gara per la fornitura dei 6 mila alberi di Expo, pagati dalla Mantovani 1,7 milioni e costati a Expo (cioè a noi) 4,3, cioè quasi il triplo. Uno scandalo “Spelacchio” moltiplicato per 6 mila, anche se sui media ha uno spazio di un seimillesimo. Un ennesimo caso di competenza del Pd che i milanesi non potranno che apprezzare, in perfetta continuità con le competentissime gestioni di tutti i grandi eventi italioti. Tipo Mondiali di Italia 90 a costi raddoppiati, per cui lo Stato ha pagato l’ultima rata del mutuo nel 2016. O tipo i Mondiali di Nuoto del Roma 2009, con le piscine troppo corte e le altre opere finite anni dopo o mai completate ma già costate il doppio o il triplo: la Procura della Corte dei conti ha appena archiviato alcuni dirigenti pubblici, ma non i tecnici e i costruttori, ricordando quel monumento alla competenza che è la “cittadella dello sport” a Tor Vergata con le “vele” di Calatrava (capolavoro di Caltagirone costato 608 milioni contro i 323 preventivati, dopo “ben sei atti aggiuntivi”) figlio di “una classe politica tesa a inseguire progetti faraonici senza predisporre adeguate coperture finanziarie e senza tenere conto delle reali possibilità di rispettare un cronoprogramma in linea con gli obiettivi”. Una combriccola di amministratori, dirigenti e costruttori – scrive il pm contabile – caratterizzati da “grave incapacità programmatoria e gestoria sia sotto il profilo politico che tecnico”. Insomma, una “compagine amministrativa incapace di rispettare le regole della concorrenza e della buona gestione, prona ai desiderata del politico di turno e del mondo imprenditoriale con cui si confronta e ai cui interessi risulta spesso asservito”. Gli stessi che ancora piangono la prematura scomparsa della mangiatoia olimpica, cancellata dall’incompetente Raggi.
Resta da capire perché i cittadini, stando ai sondaggi, continuino a preferire gli incapaci pentastellati ai capaci renzusconiani. Dev’esserci lo zampino di Putin che lava il cervello a milioni di ignari elettori a suon di fake news. Dopo l’insicurezza percepita, la disoccupazione percepita, la povertà percepita e il caldo percepito, abbiamo pure l’incompetenza percepita.