il Giornale, 2 febbraio 2018
Il ministro che si dimette per due minuti di ritardo
Michael Walton Bates, di anni cinquantasei, barone e molto onorevole membro del governo inglese, nella camera dei Lord per il Partito conservatore, ha rassegnato le dimissioni da ministro dello Sviluppo Internazionale. Non è stato messo in minoranza, non ha contestato Theresa May, non ha preso parte a manifestazioni di piazza contro il governo e la Brexit. Lord Bates è arrivato con due minuti di ritardo alla seduta di mercoledì pomeriggio alla Camera dei Lord.
Erano le quindici e due minuti quando il barone si è presentato per rispondere alla domanda posta dalla baronessa Margot Ruth Aline Lister di Burtersett, docente all’Università di Loughborough e laburista. Lord Bates ha preso la parola dichiarando il proprio imbarazzo, vergognandosi per il ritardo e porgendo le scuse alla baronessa. Non ha cercato alibi, il traffico, il maltempo, il parcheggio difficoltoso, sinceramente ha detto: «Offro le mie scuse alla baronessa Lister per la maleducazione che ho mostrato non facendomi trovare al mio posto per rispondere alla sua domanda. Nei cinque anni in cui è stato un mio privilegio rispondere alle domande per conto del governo ho sempre creduto che dovremmo elevare il livello di cortesia e rispetto nel rispondere. Mi vergogno per non essere stato al mio posto, e di conseguenza offrirò al primo ministro le mie dimissioni con effetto immediato».
Il barone, dopo aver preso i suoi documenti, ha lasciato l’aula, indifferente al caloroso sostegno degli altri Lord. La baronessa non ha mosso ciglio, nella sua apparecchiatura nobile e dottorale, di biondo cotonata, con lenti spesse a marcare la miopia e una dentatura pericolosa. Ma, stupita per prima, ha detto che non le sembrava il caso che il barone arrivasse a provare vergogna e che lei non voterebbe mai contro un signore come Bates. Un portavoce di Downing Street, a nome del primo ministro Theresa May, ha respinto le dimissioni, ritenendole «non necessarie» vista la diligenza e il comportamento signorile tenuto da sempre dal ministro.
Il barone Bates non è il primo caso di un ministro dimissionario. Peter Carrington lasciò l’incarico di segretario degli Affari esteri, nel 1982, dopo l’invasione argentina delle Falklands, seguito da Humphrey Atkins e dal ministro Richard Luce e, in tempi più recenti, Estelle Morris ha rassegnato le dimissioni da segretario di Stato del ministero dell’Educazione, non sentendosi in grado di assolvere all’impegno assunto.
Qualsiasi riferimento a usi e costumi dei nostri onorevoli e senatori è puramente casuale. L’Inghilterra ha una carta non scritta di diritti e doveri, i rappresentati eletti dal popolo intendono rispettare il mandato, i centoventi secondi di ritardo di lord Bates rientrano in un modo di essere che appartiene in esclusiva all’isola della regina. La vergogna pubblica di un ministro e le successive dimissioni fanno notizia là dove, dico il bel Paese nostro, il sostantivo vergogna, insieme con quello di dimissioni, sono in via di estinzione come il rinoceronte di Giava o la tigre siberiana. Ma a Londra la storia è diversa, sono bastati due minuti di ritardo e, in attesa che il suo Paese esca dall’Europa, lord Bates ha preferito uscire dal palazzo di Westminster. Oh yes.