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 2018  febbraio 02 Venerdì calendario

Joe Bastianich: «Ho fatto soffrire mia moglie e i miei figli, ma in tv ho scoperto un altro me stesso»

«Fare la vita che faccio io, tra musica e televisione, è da egoisti. Forse un uomo diverso da me riuscirebbe a sacrificare queste cose per la famiglia, io no». Di solito Joe Bastianich valuta i piatti (e le storie) degli altri – «sono lo psicologo di MasterChef», dice – ma stavolta è con sé stesso che prova a fare il giudice. Sarà il cinquantesimo compleanno in arrivo, il prossimo 17 settembre, sarà il terremoto in cui si è appena trovato – il suo amico chef Mario Batali, titolare insieme a lui di oltre 30 ristoranti negli Stati Uniti, è stato accusato di molestie da alcune dipendenti e ha lasciato il gruppo che avevano fondato insieme – saranno i dieci anni dal primo programma in tivù, quel talent che lo ha reso famoso prima negli Usa e poi, dal 2011, anche in Italia, saranno tutte queste cose insieme ma il businessman americano più noto del piccolo schermo ha voglia di bilanci. E non si fa sconti: «So di aver fatto soffrire mia moglie e i miei figli con le mie scelte, e mi dispiace. Ma in televisione ho scoperto un altro me stesso che non conoscevo, ho capito che mi piaceva improvvisare, mi sono innamorato del palco, ho tirato fuori la mia anima più ironica e introspettiva. Tutte cose lontane dall’impostazione con cui sono cresciuto: sono sempre stato quello serio e responsabile, quello che guadagnava, che risolveva i problemi... Davanti alle telecamere è uscito un Joe parallelo, ma tutto questo ha avuto un prezzo». I problemi in famigliaIl rapporto con la moglie, Deanna Damiano, sposata nel 1995, ne ha risentito molto: «Dopo aver passato 15 anni a casa sono sparito, ho cominciato a dividermi tra Los Angeles, New York e l’Italia. Abitando fuori almeno cinque-sei mesi l’anno la situazione si è complicata, abbiamo avuto profondi momenti di crisi, non è mai facile vivere lontani. E di certo le foto uscite sulla stampa non hanno aiutato (gli scatti dei paparazzi hanno alimentato voci su un paio di presunte scappatelle, ndr )». Lui taglia corto: «Le persone con cui sono stato fotografato erano solo amiche, le immagini sono state fraintese, ma non posso prendermela perché so che perdere la privacy è il prezzo della popolarità. Però mia moglie ci è rimasta molto male. E anche per i ragazzi (i suoi figli Ethan, Miles e Olivia di 16, 18 e 20 anni, ndr ) quelli sono stati momenti infelici. Ma cosa dovevo fare? Chiudermi in casa? Mi dico che forse non solo per me, ma anche per la mia famiglia, sia stato importante conoscermi per la persona che veramente sono. Magari sapere che ho rischiato, che mi sono buttato, che non ho avuto paura darà ai miei figli la capacità di fare più cose, da grandi. E anche la sofferenza che hanno provato nell’avermi lontano li renderà più grintosi». In ogni caso lui e Deanna hanno scelto di non lasciarsi, nemmeno nei momenti più bui: «Abbiamo messo davanti quello che abbiamo costruito. La mia regola, ora, è che torno a casa a New York ogni volta che posso. E le vacanze tutti insieme sono sacre. Questa è la mia anima italiana: mia mamma Lidia e mia nonna Erminia mi hanno sempre detto quanto gli affetti siano importanti, e ora che sto passando più tempo con loro due mi pento di aver scelto, in molte occasioni, le priorità sbagliate. Sai quante volte i miei figli mi hanno fatto pesare di non esserci stato? Soprattutto i due maschi, molto legati a Deanna... Mia figlia invece capisce di più le esigenze dei genitori come individui. Comunque, per quanto sparpagliata, la nostra è rimasta una famiglia molto unita». 
Il caso Batali: «È anche colpa mia»Bastianich parla a ruota libera, ma c’è una frase che continua a ripetere: «Mi trovi a un bivio». Lo scorso dicembre, in effetti, è cambiato tutto: quattro donne hanno denunciato il suo socio Mario Batali, chef tra i più importanti d’America, di molestie sessuali sul lavoro. Lui ha ammesso, si è scusato e si è allontanato dalla loro azienda, la «B&B Hospitality Group», un colosso da duemila dipendenti. «Per me è stato uno choc, ma riflettendoci avrei potuto fare di più per evitarlo. Non ho mai visto Mario molestare qualcuno, però sapevo com’era, sapevo che era volgare, che faceva battute e apprezzamenti… Sul momento mi sembravano scherzi e non ne capivo la pesantezza per le persone che li subivano. Per questo mi sento anche io responsabile: mi prendo la mia parte di colpa per quello che non ho fatto. E me ne sono già scusato. Ora l’obiettivo è fissare misure per garantire a tutti un ambiente di lavoro sereno e creare un team dedicato al benessere e alla formazione dello staff». L’attenzione per la salute dei collaboratori sta diventando un mantra degli chef e dei manager. «Per forza: il mondo della ristorazione non è un ambiente facile, tra pressione e orari, e chi fa questo lavoro tende a esagerare in tutto, in positivo e in negativo. Io ne ho viste di cose brutte nella mia carriera: dall’abuso di alcol a quello di droghe. Anche in famiglia c’era qualcuno che alzava troppo il gomito. Bisogna prevenire questi atteggiamenti. Io, per esempio, amo il vino, ho anche una tenuta vicino Udine: conoscendolo bene, lo gestisco al meglio. Poi ogni tanto quando sono in California mi fumo una canna, ma mi fermo lì. E da quando ho perso 30 chili, 12 anni fa, la mia giornata inizia sempre con due ore di palestra. Il resto viene dopo».
Il futuro Il resto, in quest’anno di bilanci, potrebbe essere un nuovo locale in Italia: «Ho capito che non potrei rinunciare a questo Paese. Mi sento un uomo a cavallo tra due culture e la gente qui mi vuole bene. Perciò sto pensando a un ristorante, magari a Milano». E poi ci sono le due irrinunciabili, musica e tivù: «Spero di portare in tour “Vino Veritas”, lo spettacolo andato sold out la scorsa estate, dieci serate tra monologhi, canzoni e assaggi dei nostri vini di famiglia. Non so se mi vedrete a MasterChef 8, dipende da diverse cose, ma sicuramente vorrei buttarmi anche in una nuova avventura. Per esempio una versione del “Late Night Show” qui da voi: credo di essere abbastanza americano e abbastanza italiano per riuscirci».