Corriere della Sera, 2 febbraio 2018
La donna stratega dell’economia Usa
Trump si prende tutti i meriti del buon andamento dell’economia mentre per i democratici a salvare l’America e a rimetterla sui binari giusti dopo la Grande recessione è stato Barack Obama. Ma forse i meriti andrebbero attribuiti soprattutto a una donna che sta uscendo di scena con grande discrezione: Janet Yellen. E al suo predecessore, Ben Bernanke. Nei quattro anni in cui questa economista ha guidato la Federal Reserve (dal 3 febbraio del 2014 fino ad oggi), il governo Obama ha fatto ben poco in termini di politica economica a causa dei veti incrociati tra repubblicani e democratici che hanno paralizzato il Congresso. L’unico vero sostegno all’economia è, così, venuto dalla politica monetaria. Quella di Bernanke, dopo il crollo di Wall Street e i conseguenti rischi di depressione, fu assai audace e innovativa, addirittura temeraria. Azzerando il costo del denaro per un periodo di tempo molto lungo, sostenendo le banche e acquistando un’enorme quantità di titoli pubblici e privati sul mercato, la Fed ha evitato guai peggiori, ma ha anche drogato l’economia col denaro facile e ha reso vulnerabile l’Istituto di emissione, il cui bilancio si è enormemente dilatato (dagli 800 miliardi di dollari del 2008, fin oltre quota 4500) per assorbire tutti i titoli acquistati sul mercato nelle varie fasi di quantitative easing. Alla Yellen (che aveva comunque condiviso le scelte di Bernanke, visto che sedeva al suo fianco nel board della Fed), è toccato il compito più delicato: cambiare rotta tornando ad aumentare il costo del denaro, smettendo di acquistare titoli e cominciando a sgonfiare il portafoglio accumulato, senza spaventare i mercati e compromettere una ripresa comunque fragile. Lo ha fatto con grande tranquillità e fermezza. Anche quando in tanti l’hanno accusata di attuare una stretta monetaria che il sistema finanziario non era ancora in grado di sostenere. Janet ha sorriso con un po’ di amarezza per le stranezze della vita – lei, considerata una colomba, fautrice di politiche monetarie espansive, improvvisamente dipinta come un falco – ed è andata per la sua strada. Ha studiato i numeri, si è convinta che a fine 2015 il sistema era ormai abbastanza solido e ha cominciato a far uscire l’America dall’era dell’emergenza finanziaria. La meta è ancora lontana e i rischi non mancano (a cominciare da quelli di fiammate dell’inflazione), ma l’inversione di rotta è stata fatta senza scosse mentre l’economia continua a rafforzarsi.