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 2018  febbraio 02 Venerdì calendario

Intervista a Taxto Bene: Diritti tv? Il vostro modello è troppo caro, non funziona più. Il tifoso merita di meglio

Sulla Diagonal di Barcellona le passioni indipendentiste non si vanno attenuando. Nel frattempo, però, in un grattacielo della grande arteria della città, si lavora per mettere le mani sul calcio italiano. Mediapro, il colosso catalano dell’audiovisivo ha pronto un modello per la Serie A simile a quello della Liga: orari differenziati e prezzi più bassi di quelli che oggi pagano gli abbonati di Mediaset e Sky. Il fondatore Taxto Benet, ex giornalista, diventato scaltro operatore dei diritti tv, è sicuro di farcela: «La nostra offerta va incontro ai tifosi ed è conveniente per la Lega».
Che cosa proponete?
«Una cosa molto semplice: un canale che trasmette tutte le partite della Serie A e nel futuro speriamo anche della Serie B».
Dove si potranno vedere le partite?
«Il progetto di Mediapro è acquistare i diritti e poi distribuirli a più soggetti e con piattaforme diverse».
Che cosa vuol dire?
«Che le partite non si guarderanno soltanto in televisione, ma anche su altri supporti come smartphone e tablet».
La vostra offerta, 950 milioni, è al di sotto della base d’asta fissata dalla Lega calcio.
«Sì, ma quello è il minimo garantito. Poi c’è la ripartizione degli utili».
Arrivate in un momento non proprio brillante del nostro calcio, la Lega, il vostro interlocutore, è senza presidente da anni. La Federcalcio commissariata. Non vi spaventa questo caos assoluto?
«Assolutamente no. Noi parliamo con i presidenti di Serie A e non c’è nessuna differenza con quello che succede in Spagna».
Il calcio italiano è ancora attraente?
«Sì. In Italia siete ipercritici, ma dall’estero la percezione è diversa. Il calcio è per distacco lo sport più seguito del Paese, con grandi squadre e calciatori fortissimi. Da un punto di vista commerciale lo troviamo molto attraente».
Non negherà il momento di difficoltà e non solo politica: Nazionale fuori dai Mondiali, campionato monopolizzato dalla Juventus negli ultimi 6 anni, grandi calciatori che vanno altrove...
«Certo che esiste un problema. D’altronde basti pensare che quattro anni fa i diritti della Liga spagnola valevano la metà di quelli della Serie A. In pochissimo tempo abbiamo assistito a un sorpasso impensabile».
Come se lo spiega?
«Quello adottato fino a oggi è un modello che guarda agli operatori e non ai tifosi. Una sorta di dirigismo che allontana gli utenti. È un modello caro che non funziona più».
Oggi chi vuole vedere le partite del campionato si può abbonare a Sky o a Mediaset Premium, cosa cambierà con Mediapro?
«Noi venderemo solo il nostro canale. Oggi chi si abbona a Sky o Mediaset acquista anche altri prodotti, film, serie tv, eccetera. Con noi non succederà. Vuoi vedere le partite? Compri solo il calcio, così si va incontro ai tifosi che pagheranno meno e avranno quello che vogliono davvero».
Si potrà comprare un pacchetto con le partite di una sola squadra?
«Al momento non lo abbiamo previsto. Si comprerà il canale con tutte le partite».
Cambieranno i calendari?
«Sì, le partite dovranno essere più scaglionate per aumentarne l’interesse. Come in Spagna».
A chi rivenderete i diritti?
«A chi li vorrà comprare».
Mediaset?
«Non ci sono priorità e non abbiamo avviato un dialogo con nessuno, prima aspettiamo di vedere come andrà la settimana prossima la vicenda».
Voi di Mediapro avete prodotto con Sky alcuni film o serie tv come the Young Pope, è un rapporto che continuerà?
«Sono discorsi diversi. A meno che Paolo Sorrentino non si metta a giocare a calcio».
Che cosa trasmetterà il vostro canale quando non ci sono le partite?
«Sarà un canale di informazione sul calcio no-stop. Ventiquattrore al giorno per sette giorni».
È un progetto impegnativo, avete una squadra pronta?
«Prima di metterla su, dobbiamo vincere la gara. Dopodiché ci metteremo al lavoro, ma siamo abituati a questo tipo di cose, faremo un prodotto di alta qualità».