La Stampa, 2 febbraio 2018
Dal tempo delle mele a quello degli youtubers. Intervista a Luciano Spinelli e Cleo Toms
«Sarà una grande festa. E questo ve lo promettiamo». Su Planet Heart (Pianeta Cuore), il loro show interattivo, gli youtuber Luciano Spinelli e Cleo Toms – rispettivamente 17 e 21 anni, un milione e mezzo di seguaci a testa sui social – preferiscono non sbottonarsi. «Vogliamo che sia una sorpresa per chi ci verrà a vedere» dicono in coro parlando dello spettacolo, che andrà in scena l’11 febbraio al Fabrique di Milano. I biglietti sono già andati a ruba tra i giovanissimi, persino il lussuoso «platinum» che prevede la registrazione di un video Musically insieme con Luciano e quella di una storia Instagram insieme con Cleo. «Festeggeremo San Valentino con qualche giorno di anticipo – dicono loro -, interagendo soprattutto con i fan, perché il nostro è un pianeta in cui regna l’amore, in tutte le sue forme».
I due, infatti, prima che youtuber di successo, sono grandi amici, ma non solo. «In realtà, è proprio grazie a Cleo che ho deciso di lanciarmi e di aprire il mio canale» racconta Spinelli, che vive in un paesino in provincia di Milano, dove frequenta ancora le superiori. «Le scrissi su Twitter qualche anno fa e le chiesi un paio di consigli. Mi piacevano i suoi video, il modo in cui si divertiva a raccontare la sua vita».
Lei lo sapeva?
Toms: «Sì, mi dice spesso che sono stata la sua ispirazione e la cosa mi fa piacere. Tra noi, è stato tutto molto naturale, ci siamo trovati immediatamente».
Spinelli: «Veri amici, però, lo siamo diventati soltanto in quest’ultimo anno. Ci siamo incontrati spesso, soprattutto in estate, quando abbiamo deciso di creare Planet Heart e di lanciarci in questa nuova sfida. Completamente al buio».
Un po’ come il vostro sbarco su YouTube…
T: «Esatto. Nel mio caso, per i primi sei mesi ho continuato a postare video, anche se mi seguivano davvero in pochi, solo perché mi divertivo a farli».
S: «Anch’io l’ho presa come un gioco, senza pensare di voler arrivare per forza a un traguardo».
Eppure a un traguardo c’è arrivato eccome: solo il suo canale conta quasi 400 mila iscritti.
S: «Già, ma non me l’aspettavo proprio. Credo che il segreto sia stato lo scambio continuo con chi guarda e il riuscire a rimanere sé stessi».
Entrambi, in effetti, vi raccontate senza filtri, a 360 gradi. Lei, per esempio, Luciano, ha ammesso di essere stato vittima di bullismo.
S: «Sì, ma non l’ho fatto per piangermi addosso. È stato un modo di ribellarmi, di dire “non voglio più star male”».
Ora va meglio?
S: «Da quando ho iniziato a fregarmene sì, molto meglio. Anche chi mi prendeva in giro, non vedendo una reazione, adesso si è stancato».
Lei, invece, Cleo ha parlato con molta tranquillità della sua omosessualità.
T: «Sì, ma non subito. Prima di fare un certo tipo di video ci ho pensato, volevo esserne sicura. Così da non farmi scalfire dai commenti negativi».
Ce ne sono stati?
T: «No, in realtà, ho avuto reazioni molto aperte. Mi aspettavo di peggio».
In che senso?
T: «Gli insulti sono all’ordine del giorno, ormai purtroppo li considero normali. Ma un po’ per routine, un po’ proprio per carattere, non mi toccano più».
S: «Io, invece, ci sto male nei cinque secondi in cui li leggo. Poi, realizzo che sono molte di più le persone che mi vogliono bene, e cerco di farmeli scivolare».
In effetti, a seguirvi sono in tanti, soprattutto giovani. Sentite il peso di dover essere un esempio per loro?
S: «Il peso, no, anzi. Cerco di essere il più aperto e disponibile possibile, anche se non è sempre facile. Vorrei essere per loro quel qualcuno che avrei voluto avere io al mio fianco».
T: «C’è chi ci vede come un punto di riferimento: un amico, un confidente, un fratello maggiore. Ma io mi comporto comunque con naturalezza, non pianifico nulla. Le parolacce, per esempio, nei video non le dico perché non le dico proprio nella vita».
Adesso mi dirà anche che non beve né fuma.
T: «In effetti, no».
Ok, ma un difetto ce l’avrete pure.
S: «Sì, certo: mi alzo tardi la mattina, sono ansioso. E poi ci sono i miei capelli…»
I capelli?
S: «Per me sono un disagio unico. Ho sempre le mani dentro nel tentativo di dargli una forma, ma non ci riesco mai».
Nel suo caso, invece?
T: «Diciamo che voglio spesso comandare».
Quindi lo spettacolo l’avrà deciso tutto lei…
T: «No, questa volta no, mi sono lasciata un po’ andare. Lui proponeva e io gli rispondevo “Va bene, Luciano, qualcosa lo puoi scegliere anche tu”».