La Stampa, 2 febbraio 2018
La Divina Commedia trova nuova vita nei cinguettii di Twitter
La copertina sfondata, le pagine squarciate. Durante la Seconda Guerra Mondiale una copia della Divina Commedia frenò un proiettile vagante, evitando la morte al proprietario che la custodiva in tasca. «È la prova che Dante può salvarti la vita», scherza Pablo Maurette, raccontando l’episodio. Questo 38enne argentino, professore di letteratura comparata a Chicago, è il protagonista di una rivoluzione culturale che corre su Twitter: la lettura, partecipata, del capolavoro di Dante ai tempi dei social.
La formula è semplice: un canto al giorno, per cento giorni. Si legge, ognuno per conto proprio, poi si inizia a twittare per commentare le terzine e cercare spunti di analisi: i cinguettii si trasformano in note a piè di pagina. Il risultato? Un successo planetario. Dal Messico al Cile, dalla Francia all’Australia, migliaia di utenti di lingua spagnola (una bolgia, verrebbe da dire) hanno lasciato ogni speranza per unirsi al viaggio 3.0 guidato da Virgilio. «Altre volte avevo iniziato l’anno leggendo un canto al giorno. Sono alla mia settima lettura – racconta il professor Maurette, in un italiano perfetto, prima di una lezione – e stavolta ho chiesto alla gente di accompagnarmi virtualmente: la risposta mi ha choccato».
Più volte, in America Latina, l’hashtag #Dante2018 è schizzato al primo posto, scalzando polemiche da bar sport e gossip. E sui social continuano a moltiplicarsi selfie di lettori con la Divina Commedia – da Starbucks, sotto l’ombrellone nell’estate australe o addirittura nella cabina di un aereo – e video di gruppi di lettura. Sette secoli dopo, Dante è diventato un best seller: in molte librerie di Buenos Aires è introvabile. «La cosa sorprendente è che l’interesse continua a crescere», racconta Maurette. Che però teme defezioni con l’avvicinarsi del Paradiso: «È la parte più difficile dell’opera, a tratti ermetica, con molta teologia e filosofia». Ai lettori consiglia sempre la lettura in lingua originale: «Come ispano-parlanti possiamo capire molte parole. La musicalità in Dante è tutto: nessuna traduzione riesce a restituire la perfezione e l’armonia dei suoni».
Dal primo gennaio, nella selva oscura di Twitter si è riunita una comunità eterogenea: ci sono dantisti di fama internazionale (alcuni hanno aperto un account appositamente), ministri, storici e addirittura l’ex calciatore Asprilla. Ma la maggior parte sono anonimi lettori. Il progetto è diventato virale, allargandosi a Instagram: alcuni disegnatori pubblicano l’illustrazione del canto del giorno, mentre altri hanno tracciato la «mappa» dell’inferno per non smarrirsi tra i dannati. E dal mondo virtuale, lussuriosi e avari hanno invaso quello reale. Domani, giorno in cui Dante uscirà dall’inferno, in alcuni locali di Buenos Aires, Bogotà e Città del Messico ci sarà la lettura collettiva del 34° canto. E sui muri della capitale argentina sono apparse alcune scritte con l’hashtag #Dante2018.
Ma come si spiega Pablo questo successo? «Chi non ha letto la Divina Commedia la considera un must. Chi la conosce sa che una sola lettura non basta. Poi Dante2018 è gratis, aperto 24 ore al giorno e ci si può unire in qualsiasi momento», spiega. Anche la struttura, precisa, aiuta. «La scansione in cento canti, ognuno si legge in mezz’ora, gli dà una rotondità definita».
L’avventura di Dante2018 finirà il 10 aprile e Pablo pensa già alla prossima lettura. «Farò un sondaggio tra gli utenti proponendo altri classici. Ma sarà difficile trovare un’opera che si presti: potrebbe essere qualcosa di Boccaccio o il Don Chisciotte».