La Stampa, 2 febbraio 2018
Il bimbo senza betulla
Kostoglotov si mise a parlare di un fungo miracoloso. Come mai, diceva, i contadini non si ammalano di cancro? Un medico s’era messo a indagare «ed ecco che cosa scoperse: che per risparmiare, i contadini invece del tè facevano un decotto con la chaga, ossia col fungo della betulla». Era la chaga che li preservava dalla malattia, o li curava: avevano il cancro senza saperlo e lo curavano senza saperlo. Poi Kostoglotov sventolò un biglietto: era del medico, gli diceva come tritare e diluire il fungo. Gli altri ricoverati chiedevano: può servire anche per il mio cancro alla gamba? Per il mio alla gola? Finché Achmadzan non pose la domanda giusta: ma se il fungo funziona, perché i medici non lo usano? E Kostoglotov: «Alcuni non ci credono, altri non vogliono imparare cose nuove e mettono il bastone fra le ruote, altri ancora si oppongono per mandare avanti i propri rimedi». Vogliono guadagnare sulla nostra pelle, con le loro medicine, disse. Questa scena è di Divisione Cancro, un libro di Solzenicyn di 51 anni fa. Siamo ancora lì: alle erbe miracolose, ai rimedi naturali, al complotto di chi detiene il potere. Poi ci sono i fatti: ieri il Bambino Gesù di Roma ha comunicato che un bimbo di quattro anni è stato guarito dalla leucemia con un terapia genetica rivoluzionaria, che manipola il sistema immunitario per renderlo capace di riconoscere e uccidere il cancro. Smentiti due luoghi comuni: non è vero che i medici si affidano solo alle terapie convenzionali, magari per farci soldi, non è vero che la sanità italiana fa schifo.