Avvenire, 1 febbraio 2018
La «Terza guerra mondiale a pezzi» fa lievitare la spesa militare
Sono passati cento anni dalla fine dell’«inutile strage», secondo la definizione di Benedetto XV. A quei 15 milioni di morti se ne sono aggiunti altri 55 con la II Guerra Mondiale. Poi la Guerra fredda, che ha sottratto enormi risorse allo sviluppo per trasformarle in arsenali immensi. La fine dell’Urss ha visto solo il moltiplicarsi di conflitti regionali. E oggi? Spese militari e sfide nucleari hanno riportato il mondo alle tensioni degli anni 50, con una spesa mondiale di 1.700 miliardi di dollari e il pericolo atomico di nuovo incombente. Uno scenario fosco, agitato dalla corsa alle risorse energetiche e minerarie in Africa, dall’instabilità del mondo arabo, dalle migrazioni che scuotono la democrazia europea. «Di fronte a questo crinale apocalittico della storia – avverte Carlo Cefaloni – assistiamo a una capitolazione di buona parte del mondo pacifista tradizionale. Ma ora più che mai bisogna porre questioni di senso, come sta facendo il magistero di papa Francesco, che condanna mercanti e fabbricanti di armi, e quella parte della società civile che non si rassegna a questo stato di cose».
Come non si rassegna Cefaloni, redattore di Città Nuova, mensile focolarino, che assieme al vicepresidente di Archivio disarmo, Maurizio Simoncelli ha scritto a quattro mani “Disarmo”, volumetto che affronta i nodi ineludibili dell’attuale instabilità globale. Il dossier fa dichiaratamente una scelta di parte, ma non scade nell’approccio fazioso, dando spazio anche all’“altra campana”, con due interviste all’ex capo di Stato maggiore della Difesa, Vincenzo Camporini, e a Gianandrea Gaiani, direttore della rivista Analisidifesa. it. Proprio il disarmo nucleare sarà al centro della campagna «Italia ripensaci», che da oggi e fino al 3 febbraio con incontri in tutta Italia chiederà al prossimo governo l’adesione al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari.
La campagna è promossa da Ican, la rete internazionale premio Nobel per la pace, cui in Italia aderiscono Archivio disarmo assieme a Senzatomica e Rete Disarmo. L’Italia ospita nelle basi di Ghedi e Aviano testate nucleari per armare aerei Usa e italiani.