il Giornale, 1 febbraio 2018
Casaleggio si è preso il Movimento con 150 euro
Roma Più che «uno vale uno», «uno vale tutto». Il Foglio ha scoperto e pubblicato lo statuto dell’associazione Rousseau, allegato all’atto costitutivo. Un documento che, di fatto, consegna il Movimento 5 Stelle al controllo di Davide Casaleggio. Amministratore, presidente, tesoriere dell’associazione che dovrebbe assicurare l’esercizio della democrazia diretta dei pentastellati.
L’atto notarile è stato redatto l’8 aprile del 2016, quattro giorni prima della scomparsa di Gianroberto Casaleggio, nella struttura sanitaria dove quest’ultimo era ricoverato. E lo statuto affida i poteri dell’associazione, battezzata con un capitale di appena 300 euro, a due soli individui, ossia i «fondatori». Che quel giorno erano due, Gianroberto (presidente) e il figlio Davide (vicepresidente e tesoriere), ossia colui che, dopo la dipartita del primo, è rimasto il solo, insostituibile fondatore e controllore della «Rousseau». E, chiosa il Foglio, di fatto pure il padrone del Movimento 5 Stelle. Casaleggio junior, infatti, è presidente, tesoriere e amministratore unico dell’associazione. È lui l’«uno che vale tutto», ricoprendo tanto i ruoli dirigenziali che quelli di vigilanza, e la rappresentanza dell’associazione, contro terzi e, in quanto tesoriere, anche per la «gestione amministrativa, finanziaria e contabile». E se vale tutto, ricorda il Foglio, vale anche essere opachi nel bilancio, visto che il rendiconto sommario, unico documento presente sul sito dell’associazione, non riporta per esempio i rimborsi spese autoassegnati dal giovane Casaleggio, che il quotidiano diretto da Claudio Cerasa definisce «Garantito», in contrapposizione al «Garante» di M5S, Beppe Grillo. Nessuna certezza anche sui rapporti economici tra l’associazione e la Casaleggio Associati, che condivide con Rousseau anche la sede oltre al presidente: non è noto, scrive il Foglio, «se è stata mai pagata per i servizi resi all’associazione e per aver sviluppato la piattaforma Rousseau».
Di certo Davide Casaleggio sembra destinato a restare a vita alla guida dell’associazione che «controlla» il Movimento, visto che nel nuovo statuto pentastellato, tra norme per sfiduciare il neo leader Luigi Di Maio e il fondatore-garante Grillo, manca una via percorribile per sfilarsi dall’abbraccio con l’associazione Rousseau. Alla quale, peraltro, spetterebbe comunque la verifica e il conteggio dei voti per la complessa e quasi irrealizzabile separazione tra MoVimento e relativo «sistema operativo». Insomma, dovrebbe essere Davide Casaleggio a certificare il divorzio del M5S dalla sua stessa associazione. Uno scenario ad alta improbabilità che secondo il quotidiano potrebbe vedere una svolta solo con «una scissione» del movimento politico dal suo sistema-associazione, consegnata in discendenza diretta al giovane Casaleggio.
Che, intanto, stasera al Memo Restaurant di Calvairate, a Milano, ha organizzato una cena – alla quale parteciperà anche Di Maio – dove, per 300 euro pro capite, oltre a mangiare ci si potrà iscrivere all’associazione Gianroberto Casaleggio. Un omaggio – non gratuito – alla memoria del genitore, e un’occasione per «far conoscere l’associazione», spiega Davide. E curiosamente 300 euro è anche la tassa mensile – rivela ancora il Foglio – che i parlamentari, secondo il nuovo statuto a 5 Stelle, dovranno versare all’altra associazione, la Rousseau.