La Stampa, 31 gennaio 2018
Gentiloni e Calenda, soccorso a Bonino. Primi effetti anche nei sondaggi del Pd
Se non è ancora «effetto-Bonino», poco ci manca. Le intenzioni di voto per la lista “Più Europa” cominciano a muoversi e le percentuali si fanno meno esangui. Sondaggi che sembrano indicare una tendenza in un segmento di elettori: mentre il Pd è in stallo, comincia a salire la lista “Più Europa”. Se è ancora troppo presto per capire se si tratta di vasi comunicanti, sul fronte dei radicali la novità più corposa per ora è un’altra: alcune personalità non usurate dal presenzialismo televisivo e partitico si preparano a dare una mano alla lista guidata da Emma Bonino. Il primo fra questi è il ministro Carlo Calenda, un non-allineato che da qualche tempo è dentro una luna di miele con parte dell’elettorato progressista: sabato, allo Spazio Novecento di Roma, il ministro dello Sviluppo economico interverrà al lancio della campagna elettorale della lista. Assieme a lui – ecco un altro segnale – prenderà la parola anche Paolo Gentiloni.
Certo, Gentiloni sarà lì nella sua veste “super partes” di presidente del Consiglio. Certo, Gentiloni è – e resta – un esponente del Pd. Ma avere accettato l’invito di Emma Bonino a partecipare alla prima manifestazione elettorale di “Più Europa” è un segnale, del tutto intenzionale. In questo modo Gentiloni si pone plasticamente come unico personaggio capace di unire la coalizione e lo è per due motivi: perché Bonino ha invitato lui e non Renzi, ma anche perché il premier ha accettato di esporsi in una manifestazione di lista. Di una lista che non è la sua. E da quel che trapela da casa radicale la manifestazione di sabato avrà almeno una replica. Certo Gentiloni (alla Camera) e Bonino (al Senato) sono candidati in collegi concentrici e una collaborazione è fisiologica, ma la reiterata presenza del presidente del Consiglio a manifestazioni di “Più Europa” trasforma il premier in un simpatizzante della lista.
L’altro asso nella manica di Emma Bonino è Roberto Saviano. Qualche giorno fa, su Facebook il popolare scrittore ha scritto un post che, se non diventerà una dichiarazione di voto, ci si avvicina: «Il nome lo abbiamo, ed è Emma». E ancora: «Bonino ha combattuto, sempre», conquistando «l’autorevolezza che in tutto il mondo le riconoscono» e lei «può essere colei che rinnova i principi di libertà dentro una politica ormai diventata solo scambio, imbroglio, tattica». E qualche giorno fa Carlo Calenda aveva usato parole altrettanto gratificanti: «Emma Bonino è un pilastro fondamentale dell’alleanza riformista liberal democratica che serve all’Italia. Il Pd ne ha bisogno».
Ancora tutti da interpretare gli ultimi sondaggi. Pur in presenza di letture diverse, in genere i principali istituti segnalano che si sarebbe arrestata la caduta libera del Pd, che ha perso circa 7 punti in 9 mesi e che i potenziali elettori dem (in parte attratti da LeU, in gran parte finiti nell’area dell’astensione) si starebbero redistribuendo, in particolare verso “Più Europa”: nell’ultima settimana la lista Bonino è data in crescita dal’Istituto Piepoli, da Ixè, Emg. Ma con percentuali ancora sotto il 3%, lontanissime da quelle che indicano la Bonino nella hit parade dei personaggi più popolari. Lei obietta: «Se abbiamo tentato questa scalata è perché cerchiamo di arrivare alla testa oltre che al cuore degli italiani».