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 2018  gennaio 30 Martedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - L’EMAAttacco su due fronti del sindaco di Milano, Beppe Sala.  Palazzo Marino, con il supporto della Regione Lombardia, ha deciso di presentare un ricorso oggi al Tribunale dell’Unione europea in Lussemburgo per ottenere l’annullamento della decisione del Consiglio dell’Unione Europea che lo scorso 20 novembre ha assegnato l’Agenzia europea per i medicinali ad Amsterdam

APPUNTI PER GAZZETTA - L’EMA
Attacco su due fronti del sindaco di Milano, Beppe Sala.  Palazzo Marino, con il supporto della Regione Lombardia, ha deciso di presentare un ricorso oggi al Tribunale dell’Unione europea in Lussemburgo per ottenere l’annullamento della decisione del Consiglio dell’Unione Europea che lo scorso 20 novembre ha assegnato l’Agenzia europea per i medicinali ad Amsterdam. Il ricorso, spiega il Comune, "sarà indipendente da quello presentato dal governo italiano pur in garanzia del necessario coordinamento".

L’altro fronte è appunto quello governativo. "Ho chiamato Gentiloni e gli ho detto che è il momento di essere aggressivi, facciamolo, proviamoci, fino in fondo". Sulla questione della nuova sede dell’Agenzia del farmarco (Ema) ha dunque deciso di tentare il tutto per tutto per farsela ridare dopo che un sorteggio l’ha assegnata appunto ad Amsterdam. E il governo entro la mezzanotte presenterà il ricorso.

Il sindaco di Milano si è detto sicuro che "oggi parte il ricorso del governo". Le dichiarazioni di Sala arrivano da Rtl 102.5 dopo che il direttore dell’Ema, l’italiano Guido Rasi, ha lanciato l’allarme sui ritardi pesantissimi degli olandesi nel preparare la sede per l’Agenzia europea che dopo la Brexit dovrà lasciare la sede londinese. Visti i ritardi degli olandesi gli italiani ci riprovano. "Quando gli olandesi hanno fatto la loro proposta - dice ancora il sindaco di Milano - probabilmente erano consapevoli che non sarebbero stati pronti. Quindi non hanno giocato molto pulito".

Dopo ore di polemiche, l’Olanda si fa sentire e, attraverso la voce del ministro della Salute Bruno Bruins, dice: "L’Olanda è orgogliosa di ospitare l’Ema. Abbiamo costruito la campagna su continuità e qualità. Il processo che ha portato alla decisione" sulla nuova sede, "è stato giusto e onesto". Bruins aggiunge anche: "Stiamo facendo il massimo per assicurare un rapido trasferimento ad Amsterdam - spiega il ministro - Attueremo quanto previsto dall’offerta in stretta collaborazione con l’Ema, per assicurarne la continuità operativa".

Ema a Milano, dalle università al buon cibo: tutti i motivi per sceglierla come sede dell’agenzia europea Condividi   La sua omologa italiana, la ministra Beatrice Lorenzin si era già fatta sentire. Con un tweet, infatti, aveva anticipato subito le intenzioni del governo: "Dobbiamo porre la questione in Commissione Europea. Milano era pronta e operativa, sarebbe stato meglio decidere su elementi tecnici senza affidarsi alla sorte". Il dossier presentato al capoluogo lombardo, infatti, era ricco e curato, tanto che Milano era stata data per favorita fino alla fine. 

Sulle probabilità che l’assegnazione venga rimessa in palio, Sala ammette: "Siamo sinceri, le possibilità non sono altissime, ma dobbiamo provarci". Secondo Sala, se dovessero riassegnare Ema a Milano "lo dovrebbero fare in tempi brevi perché noi dobbiamo preparare il Pirellone. Gentiloni ha capito la situazione che rischia di diventare ridicola. Prima c’è questo sorteggio, poi gli olandesi che non sono pronti. Non è una bella pagina nemmeno per l’Europa".

PEZZO PRECEDENTE
Il palazzo di Amsterdam dove sarà trasferita dopo la Brexit l’Ema, l’agenzia del farmaco, ancora non c’è. E la soluzione transitoria proposta dagli olandesi "non è ottimale", perché "dimezza" lo spazio della sede di Londra. Il che aggiunge "strati di complessità" al trasferimento e allungherà i tempi per tornare a funzionare regolarmente. In teoria l’Ema del post Brexit dovrebbe essere operativa il 30 marzo 2019. Ma, a questo punto, i dubbi cominciano a diventare inquietudine.

Le dichiarazioni del direttore dell’Ema, Guido Rasi, dette nel corso di una conferenza stampa congiunta con le autorità olandesi, scatena decine di reazioni sul fronte italiano. Reazioni bipartisan, nazionali e locali, tutte caratterizzate dal tono ottimistico di chi torna a sperare.

È la più ambita tra le agenzie europee che lasceranno la Londra del post Brexit. L’oggetto del desiderio che non a caso ha fatto muovere 19 Paesi dell’Unione - per l’Eba, l’Authority delle banche sono otto - su 27. Questione di prestigio, certo. E di pesi geopolitici. E non solo. Perché a marzo del 2019 l’Ema traslocherà portando con sé una dote di quasi 900 dipendenti, 36mila visitatori con il loro bagaglio di notti in hotel e pranzi al ristorante, un budget da 325 milioni di euro tra stipendi e spese e soprattutto un indotto che la Bocconi ha stimato in circa 1,7 miliardi di produzione aggiuntiva e 860 occupati in più all’anno. Economia e posti di lavoro. Ma per la "nuova" Milano internazionale, che già oggi attrae la metà degli investimenti immobiliari stranieri che arrivano in Italia e le sedi di molte multinazionali, far brillare la sigla di Ema in vetta al Pirellone avrebbe avuto un significato ulteriore. Perché è questo che la città vuole essere sempre più in futuro: una capitale della ricerca e della salute. Con una importante stella nel proprio carnet, quella di Ema oggi sfumata al ballottaggio, che si sarebbe aggiunta ai suoi ospedali, alle università e a quel Parco della scienza che con il nuovo campus della Statale, Human Technopole e il Galeazzi, dovrebbe far rivivere il palcoscenico che ha ospitato Expo.

Quel titolo di "capitale italiana della sanità", in realtà, Milano lo ha già appuntato sul petto. "Solo che non lo sappiamo ", dice Francesco Longo, docente di management pubblico e sanitario alla Bocconi. Per questo, spiegava alla vigilia del voto, "conquistare Ema rafforzerebbe questa identità". E non solo. È lui a disegnare le opportunità e gli effetti che una vittoria avrebbe portato su Milano e sul Paese come tre cerchi concentrici. Un sasso gettato in uno stagno in grado di moltiplicare sviluppo ed economia. Si parte dall’impatto più immediato, quello che le 890 famiglie di delegati con 600 figli in età scolastica avrebbero sulla città. Nuovi milanesi, giovani - il 43 per cento ha tra i 30 e i 40 anni, il 22 per cento tra i 40 e i 45 - e internazionali, che avrebbero avuto bisogno di trovare una casa e di viverla, Milano. Secondo uno studio curato da un altro docente della Bocconi, Alberto Dell’Acqua, che già aveva calcolato l’indotto di Expo, soltanto i consumi prodotti dai dipendenti avrebbero potuto valere 39 milioni all’anno. E poi c’è quell’esercito di esperti che, in qualsiasi Paese ci sia la sede, deve raggiungere ogni giorno Ema per partecipare a riunioni e convegni. L’analisi di Dell’Acqua in questo senso calcola effetti economici indotti per 25,8 milioni in più all’anno. "Per il nostro settore Ema avrebbe portato ampi benefici perché le riunioni giornaliere avrebbero garantito un flusso costante di visitatori internazionali di alto livello. Milano può garantire mille camere al giorno nel giro di un chilometro dal Pirellone. Se ipotizziamo un costo medio di 150 euro a camera a notte, arriviamo a 150mila euro al giorno potenziali", calcolava Maurizio Naro, il presidente degli albergatori di Confcommercio.

Ma poi, ecco il secondo cerchio. Continua Longo, spiegando quello che Milano, a questo punto, ha perso: "Le imprese farmaceutiche progressivamente avvicinerebbero i loro quartier generali a Ema". Con ripercussioni positive indirette sull’intera industria del pharma che l’analisi di Dell’Acqua fa arrivare a 900 milioni all’anno. E soprattutto il terzo anello: "La sanità viene vista erroneamente come un centro di spesa - dice Longo - , ma potrebbe essere una straordinaria piattaforma di sviluppo in grado di far crescere i finanziamenti per la ricerca scientifica, farci giocare una competizione a livello internazionale per attirare i pazienti paganti dai Paesi emergenti, ancora più studenti internazionali e capitali esteri. Anche un settore come quello industriale legato al farmaco si rafforzerebbe". Per questo Milano ha puntato su Ema. E per questo, con la sconfitta, non solo volano altrove i benefici economici legati ai primi due cerchi, ma la città "perde quel volano, anche simbolico", capace di consacrarla come capitale della scienza.