Libero, 29 gennaio 2018
«Mi manca l’odore della piscina. Ma ora sono pronto per la boxe». Intervista a Filippo Magnini
Una puntatina a Pitti Uomo, che la moda lo reclama come testimonial. Un salto a Pesaro, ad aiutare a fare i compiti il nipote Paride; e poi via di viaggi yo yo, tra Roma e Milano, per gli sponsor o per eventi, perché non è detto che la vita fuori dalla piscina non possa riservare sfide ancora più emozionanti di quelle vissute per 27 anni in vasca. «Non pensiate che io lo scopra adesso, quello che c’ è oltre al nuoto. Non mi sono mai privato di nulla, dalla tv alla moda. Di interessi ne ho sempre coltivati moltissimi. Da anni, per esempio, ho aperto un centro di fisioterapia e riabilitazione a Pesaro. Ora ho solo più tempo di prima. Quindi potrò fare ancora di più e meglio».
Più tempo, e anche più energie si direbbe. Quando si è ritirato, a inizio dicembre, ha detto che non avrebbe mosso un muscolo almeno finché non fossero passati tutti i dolori. Passati?
«Sì, ci hanno messo qualche settimana. La mia spalla, la schiena. Col nostro sport, non si scherza mica. E dopo che sono passati...mi sono rituffato... almeno un paio di volte alla settimana nuoto sempre».
Le manca l’allenamento o le gare?
«Le gare no. Di più non avrei potuto dare al nuoto. Però a volte mi manca l’odore del cloro. Quello che un nuotatore comunque si sente sulla pelle. Ci ha messo un mesetto a svanire del tutto».
Sa già cosa farà nei suoi secondi 35 anni, uno che è stato l’unico italiano a vincere per due edizioni di fila, nel 2005 e nel 2007, il titolo Mondiale nella gara più incerta, i 100 stile libero?
«Di certo voglio mettere la mia esperienza al servizio degli atleti. Un po’ come avevo iniziato a fare in Nazionale negli ultimi anni. Nessun altro ha avuto una carriera come la mia, nessuno è stato per otto anni capitano della Nazionale, prendendosi sulle spalle anche momenti difficili della squadra. Ecco poter ancora continuare a tutelare gli atleti, a valorizzarli anche fuori dall’acqua, come finalmente negli ultimi anni, grazie a figure come la mia si è riusciti a fare. Finalmente la moda, la tv, ci cerca, a noi nuotatori. Non siamo più quelli di uno sport minore».
E grazie anche a figure come Federica Pellegrini. Certo poi, il contraltare è che voi due come coppia, nei 6 anni insieme siete stati una bomba mediatica, con i riflettori addosso. Ne ha sofferto?
«Io, no, nient’affatto. Sapevo a cosa andavo incontro, l’ho gestito, se c’era da espormi mi sono esposto, se c’era da tacere ho taciuto. Certo, devi intervenire se pensi che chi è fuori da questo mondo possa avere un’idea sbagliata leggendo notizie non vere... ma no, insomma, non mi pento di nulla».
Né rimpianti né rimorsi? Vorrebbe chiedere scusa a qualcuno o ricevere delle scuse?
«Cazzate ne ho fatte. In generale nella vita, specie a 20 anni. Crescendo ti rendi conto, non le rifaresti. Però quando dovevo farlo, ho sempre chiesto scusa per primo. E anche quando non avrei dovuto essere io a farlo per primo. Per amore di pace. E scuse da parte di altri, se non sono arrivate, beh, vado avanti, non me le aspetto più».
Dei nomi, casi concreti ce li fa?
«Naturalmente... No».
La decisione di chiudere la storia d’amore è stata di Federica: non era pronta a fare il grande salto verso mettere su famiglia. Questo lo avete confermato voi. Ci pensa ancora al desiderio di paternità?
«Io credo che per il 90% delle persone che stanno insieme da tanti anni, che arrivano alla mia età, sia normale sposarsi, desiderare dei figli. Ma insomma, la cosa più normale era che desiderassi una famiglia. Ora però sono tranquillo, sereno».
Vi sentite ancora?
«Ci siamo fatti gli auguri a Natale, ci seguiamo sui social che trovo normalissimo... non è che
cancello una persona. Niente di più. D’altronde è passato un anno, ormai, senza Federica. E ora sto bene».
Ed è passato molto meno dal suo ritiro. Sui social mostra il suo fisico controllando se tiene senza allenamenti tosti. Sembra che tenga no?
«Tiene, tiene. Fermo d’altronde non ci sto. Nuoto ancora e poi, due o tre volte alla settimana mi alleno con la boxe, e mi piace moltissimo. Chi ha vissuto di sport tutta la vita non si riesce a fermare... poi a me piace stare in forma».
E le piace mostrarsi in forma.
«Un po’ di narcisismo è normale... Però li vedo pure io i miei difetti».
Ah, sì! E quali?
«Dunque... vediamo... fisicamente...».
Non si trova! L’aiuto: di solito l’unico difetto nel fisico dei nuotatori è... il culetto un po’ troppo piatto...
«E invece io ho pure un bel culotto».
Il fisico due mesi dopo l’addio è al top, dunque. A proposito, quale reazione al suo ritiro l’ha stupita di più?
«Prima di tutto quella di mio padre. Nella vita l’ho visto piangere due volte: quando è morto suo papà, mio nonno, e quando ho annunciato che smettevo. E poi quella di una persona estranea. Siccome ho deciso di dire addio durante gli Assoluti a Riccione, appena terminata la mia gara, senza preavviso, sono andato dalla giudice chiedendole se potevo prendere un attimo il microfono e dire due parole. Lei mi ha guardato in faccia, ha capito tutto, ha nascosto il microfono dietro la schiena e mi ha detto: “No, non te lo do, perché se molli tu, qui dobbiam mollare tutti”. Bello no? Vuol dire che un po’ il segno l’ho lasciato».
E adesso dove altro vorrà lasciarlo. Magari in tv?
«Mi hanno cercato per dei reality ma no, non mi interessano, l’ho già fatto».
L’Isola dei famosi?
«Dei reality. Punto. Già dato: sono stato inviato all’Isola, ho fatto Masterchef, dove sarebbe la novità? Invece presto sentirete parlare di un grosso progetto...non posso dire molto...ma riguarda lo sport, il nuoto. È un’idea nuova. È un brevetto talmente innovativo che non posso dire di più».
Non è che, come Tania Cagnotto, che dopo il ritiro, ora non esclude di fare un pensierino alle Olimpiadi di Tokyo 2020, ci ripenserà?
«No, nel mio sport rientrare ai livelli che accetterei, comporta allenamenti logoranti e duri, non è solo tecnica ed esercizio. Rispetto ai tuffi è un’altra cosa. Certo è che l’agonismo se ce l’hai nel sangue, lo vai a cercare».
Massimiliano Rosolino, ex nuotatore italiano recordman di medaglie internazionali, ora punta al triathlon. E buttarsi su un altro sport?
«Non escludo che mi possiate rivedere un giorno... su un ring. La boxe mi piace moltissimo. È la sfida con l’avversario, guardarlo negli occhi, sapere che se sbagli, beh prendi un cazzotto in faccia e ti fai male... è una bella botta d’adrenalina. Il nuoto mette una corsia tra te e l’altro e in fondo la sfida è con te stesso. Nel pugilato non puoi tirarti indietro dal guardare l’avversario negli occhi».
E Magnini non si tira indietro?
«Mai, nemmeno da piccolo. O se c’era da risolvere una discussione in un gruppo, prendere una decisione».
E in amore? Un anno dopo la Pellegrini c’è qualcuna, una che voglia Filippo, non Magnini il campione?
«Beh, certo le occasioni non mi mancano. E io sono sempre stato in grado di capire cosa cercano da me... E poi, alla fine, Filippo è molto meglio di Magnini».