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 2018  gennaio 29 Lunedì calendario

Gina Lollobrigida a 90 anni va in Usa per un premio

Volerà alla volta di Los Angeles oggi l’attrice Gina Lollobrigida, dove è attesa da tutto lo star-system hollywoodiano che ha deciso di celebrarla giovedì primo febbraio regalandole una stella sulla Hollywood Walk of Fame, il percorso in cui sono incastonate oltre 2.600 stelle a cinque punte in ottone recanti i nomi delle star che hanno segnato la storia di cinema, tv, radio e musica. Lollo sarà il 14esimo personaggio italiano a ricevere tale prestigiosa onorificenza. 
A pochi giorni dalla partenza Gina mi ha accolta nella sua villa sull’Appia Antica, a Roma, per fare quattro chiacchiere. È stata proprio lei ad aprire la porta con un sorriso ed in splendida forma. Nessuna è più diva di lei, eppure, nello stesso tempo, nessuna lo è meno. Gina Lollobrigida disegna, taglia e cuce da sola gli abiti che indossa lusso che in poche possono concedersi -, mentre le sue colleghe sfoggiano firme di stilisti di fama mondiale. È sabato pomeriggio e lei, splendida nel suo tailleur nero strizzato in vita e bordato di ricami rossi e dorati, è impegnata nella selezione dei vestiti da mettere in valigia e rifiuta qualsiasi collaborazione: «Perché da sola faccio prima», mi sussurra. Resto colpita dalla bellezza dei disegni sparsi ovunque, insieme a colori, matite, tempere. Sembra la dimora di una pittrice più che di una star hollywoodiana. È un’esteta a tutto tondo Gina, che ha avuto il primo disegno pubblicato all’età di 8 anni su Topolino e la cui ultima scultura, in collaborazione con l’imprenditore argentino Horacio Pagani, ancora prima di essere battuta ad un’asta di beneficenza, ha già ricevuto offerte milionarie. 
L’ARTE CHE TI FA CONOSCERE 
«Il cinema è l’arte più immediata perché attraverso il grande schermo puoi arrivare subito al mondo intero. Chi disegna, pittura o scolpisce a volte si fa conoscere e viene osannato solo dopo 300 anni», osserva l’attrice con ironia. «In famiglia erano tutti convinti che sarei diventata una grande artista», sottolinea Lollo. La carriera cinematografica non le interessava, la intraprese per caso. «Un giorno, uscita da scuola mi proposero un ruolo, offrendomi mille lire al giorno. Fui allettata dal fatto che avrei potuto aiutare i miei cari, dopo la guerra avevamo perso tutto, ma fu solo con De Sica che iniziai ad amare il cinema», ricorda Gina, che racconta dell’amorevole ambiente domestico in cui è cresciuta. 
Quasi dispiace accorgersi, sfogliando i ritratti sparsi su un tavolo, che l’avvenenza di Gina è stata talmente potente da averne offuscato il talento e le doti artistiche, che molta gente ignora che la diva possegga. Ad una donna si perdona l’essere bella, a patto che a questo non si sommino altre qualità. Sfogliando vecchie fotografie, Lollobrigida commenta: «Qui ero bionda. Devo riconoscere che sono alquanto fotogenica», e mi sorride ammiccante. «Giusto un po’», continua con crescente ilarità. A Lollobrigida non manca l’ironia. È una donna completa. Non posso trattenere la mia curiosità: Gina, ma tu, che hai sempre fatto innamorare gli uomini, hai capito cosa li seduce? «La bellezza fisica non è determinante, altrimenti non si spiegherebbe perché tante signore poco piacenti siano bene accompagnate. È la verità che premia in amore e nella vita. Per qualsiasi uomo è irresistibile la donna che è e rimane sempre se stessa». Come lei che afferma: «So recitare sul set, ma non so mentire fuori dal set. Ecco perché non sono mai stata attratta dalla politica. Di me si è sempre creduto che fossi di destra, per questo quelli di sinistra mi detestano, eppure nessuno mi ha mai chiesto da quale parte io propenda né mi interessa adesso smentire ottuse credenze». Si respira la serenità accanto a Gina, che mi accompagna lungo un corridoio con le pareti tappezzate di fotografie. Ed ogni immagine è un ricordo. Ed ogni ricordo è una lacrima e insieme un sorriso. Lollobrigida ha incontrato tutti, da Madre Teresa di Calcutta a Marilyn Monroe. Ella si sofferma con lo sguardo sullo scatto che la immortala con Marilyn: «Era una ragazza deliziosa che desiderava solo essere amata davvero. Non possedeva la mia forza. La notte prima di conoscermi, a New York, non ha dormito per l’agitazione. Mi confidò che temeva il confronto, perché negli Usa la chiamavano “la Lollobrigida americana”. A Hollywood la nostra amicizia si cementò». 
L’INVIDIA MASCHILE 
Si dice che nello star-system le invidie tra colleghe siano spinte all’eccesso, ma Gina ritiene che «in
realtà, i più invidiosi siano gli uomini, i quali non sopportano che una donna abbia più successo di
loro». E questa sorta di competizione tra i sessi la diva l’ha patita anche in amore. Quando le chiedo se si sia mai sentita veramente amata, Lollo spalanca i suoi occhioni scuri, che diventano improvvisamente umidi. Dalle sue labbra rosse esce un secco e doloroso: «No». «Sono stata tanto amata dalle donne della mia vita, ossia mia madre e le mie sorelle. Quando sei un personaggio famoso, chi si avvicina a te è attratto dalla popolarità e non dalla persona. E poi nascono le difficoltà perché ad un certo punto per lui, quantunque possa essere affermato, diventa faticoso fare i conti con la notorietà di lei, insorge nel maschio un senso di inferiorità distruttivo per la coppia», continua Gina. È dura l’esistenza di una diva, adorata da milioni di persone eppure sola. Ma un uomo per spezzarti il cuore non deve per forza essere un amante, o un marito, a volte può farlo persino un figlio. La differenza è che a quest’ultimo si perdona tutto. Ed il sentimento non cessa mai. «Mi lacera la tenacia con la quale mio figlio Milko da anni voglia farmi passare nelle aule dei tribunali per una sprovveduta diventata incapace di intendere e di volere, facendo leva sul fatto che ho 90 anni. È un’aggressione, oltre che una umiliazione. Tuttavia, non me la prendo con lui, agisce così per debolezza, su consiglio di chi lo circonda», mi confida Gina e mi mostra l’immagine di Milko da bambino, fotografato da lei al di là di una sottile ragnatela. Lo guarda con una tenerezza di cui solo una mamma è capace e sospira: «Mai avrei pensato allora che tra quelle trame da adulto si sarebbe impigliato». Il tono di voce di Gina adesso cambia, vibra di dolore: «Mi stanno facendo perdere del tempo prezioso. Avrei voluto vivere questi ultimi anni che mi restano, e che mi auguro siano tanti, senza dovermi destreggiare in squallide vicende giudiziarie al fine di fare emergere verità che mi riguardano. Ma come posso non difendermi davanti ad un uomo, Javier Rigau, che sostiene di avermi sposata mediante procura che io avrei firmato? I documenti che ho raccolto dimostrano che questo individuo è dedito alla truffa. Ciò che addolora è il sodalizio nato tra lui e l’uomo che io ho messo al mondo, che pur di dimostrare la mia mancanza di lucidità si allea con il nostro nemico». 
ANDREA, IL SUO ANGELO 
Mentre chiacchiero con Gina, arriva Andrea Piazzolla, il ragazzo accusato da Milko di «circonvenzione di incapace». Si assicura che Gina abbia preso le medicine. Restiamo da sole e l’attrice mi dice: «È un angelo, me lo ha mandato il Signore. Ha le sue attività da seguire, ma se ho bisogno, c’è sempre. Mi nutro della sua energia. Quando ho scoperto che Rigau sosteneva di essere mio marito, è stato Andrea a raccogliere i documenti che dimostrano la truffa. Ed è stato lui a salvarmi la vita per due volte, a portarmi in ospedale in tempo, a chiamare mio figlio e mio nipote. Andrea ha provato più volte a ricucire questi strappi familiari, ma finché mio figlio mi farà la lotta in aula, come potrò avere con lui un rapporto sereno?». 
È tempo di salutarsi e Gina mi accompagna alla porta. Mi abbraccia, mi bacia. Mentre mi allontano, riaffiorano alla mia mente le parole che Lollo ha pronunciato poco prima osservando una fotografia scattata da lei che ritraeva un gruppo di bimbi felici: «C’è chi dice che abbiamo perso l’innocenza quando Adamo ha morso la mela, chi sostiene che essa svanisca crescendo e chi la connette alla verginità. Per me l’innocenza, invece, è qualcosa che se si possiede davvero non si perde mai». Ed è questa l’essenza della intramontabile bellezza di questo mito.