Libero, 29 gennaio 2018
Claudio Borghi Aquilini: «Conti correnti protetti e in cella chi fa crac»
Perché Salvini ha scelto proprio lei per sfidare il ministro dell’Economia, Padoan, nel collegio di Siena?
«Perché sono il nume tutelare dei risparmiatori: nel 2013 fui il primo a denunciare che con il salvabanche il Pd li stava espropriando dei loro averi. Volevano far passare l’operazione sotto silenzio: giornali e tv minimazzavano, finché il pensionato di Civitavecchia che aveva perso tutto non si uccise».
E lei come intende tutelare i risparmiatori?
«Parto dalla Costituzione, la quale stabilisce che il risparmio va tutelato in tutte le sue forme, attribuendogli un valore superiore perfino alla libertà personale. Il risparmiatore non può farsi carico della solvibilità di una banca, come vuole il bail-in. Pertanto tutti gli obbligazionisti vanno risarciti in base al prezzo d’acquisto e i conti correnti devono essere tutelati fino ai 200mila euro da un fondo statale, come accade negli Usa; non fino a 100mila da un fondo interbancario come avviene da noi. E non dimentichiamo i piccoli azionisti, o direttamente truffati come nel caso delle banche venete o ingannati come i piccoli azionisti di Banca Etruria e Mps».
Ma chi paga?
«Se un istituto fallisce, lo si venda. Se restano buchi, tocca a Bankitalia, che ha omesso di vigilare, tapparli. Quanto agli amministratori che l’hanno fatto fallire, vadano in cella».
L’Europa sta varando un codice di tutela del risparmiatore: che ne pensa?
«È un tomo alto una spanna, che non sarà letto neppure dagli addetti ai lavori e scarica ancora ogni problema sulle spalle dei risparmiatori. In un mondo normale un prodotto finanziario dovrebbe essere descritto in termini comprensibili a tutti, esattamente come un mutuo».
Lei è contro l’euro, eppure si dice che uscire dalla moneta unica distruggerà i risparmi degli italiani...
«I minibot, presenti nel programma del centrodestra, sono un primo passo verso la doppia valuta. L’euro è il nostro veleno, non la nostra salvezza. È l’opposto di quel che l’Europa dice: se uno Stato ha una moneta propria non è ricattabile, come la Gran Bretagna, che proprio perché non ha l’euro può andarsene. Se invece hai l’euro, non puoi stampare moneta e non sei più padrone del tuo debito, quindi subisci il ricatto dello spread, cosa che non capita al Giappone che pure ha un debito del 220%, mentre il nostro è al 130».
Ma cosa fa: un leghista che difende il debito pubblico?
«Nel 2008 l’Europa aveva un debito pubblico del 60%, ed è entrata in crisi. Oggi ce l’ha al 90 eppure ne è uscita: la psicosi del debito è figlia della propaganda europea, che ci terrorizza per comandarci. Lo disse anche Prodi».
Ma difende anche la spesa pubblica?
«Pensare, come Monti, di crescere tagliando la spesa è come pensare di levare l’aria per gonfiare una gomma».
Perché l’Unione Europea è terrorizzata dalle destre?
«La destra non fa paura politicamente ma economicamente. L’Europa non è unita, è un centro di conflitti d’interessi dove si prendono scelte che non possono essere uguali per tutti sulla base di rapporti di forza. Pertanto noi subiamo. La Ue teme le destre perché, a differenza delle sinistre, non fanno gli interessi della Germania ma degli Stati che rappresentano e dei cittadini che le hanno elette».