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 2018  gennaio 29 Lunedì calendario

Alberto Bagnai: «Così si esce dall’euro senza pagare pegno»

Sa di essere il fiore all’occhiello di Salvini: un economista di sinistra che si candida con la Lega contro l’Europa? 
«Mi candido con la Lega perché Salvini rispetta il mio lavoro. Da dove provengo invece, se hai idee diverse ti mettono al bando, salvo poi accusare gli altri di essere razzisti e xenofobi: il confronto non è tollerato e l’avere espresso critiche alla moneta unica mi ha creato il deserto intorno». 
Entriamo nel merito: perché l’euro non funziona? 
«È una sola moneta per Paesi diversi, dei quali riflette la potenza. Pertanto è forte con i deboli e debole con i forti: schiaccia le nostre aziende, che per essere competitive non possono pagare adeguatamente i lavoratori, ma consente alla Germania di vendere sotto costo e realizzare surplus commerciale, peraltro violando le regole europee». 
Ma uscire dalla moneta unica è possibile? 
«Tecnicamente è facile, i pagamenti sono elettronici. Quanto all’impatto macroeconomico, è più gestibile di quanto si pensa. Però mancano leader così coraggiosi da assumersi una simile responsabilità, pertanto non resta che attendere sulla riva del fiume che l’euro imploda in seguito a un evento drammatico». 
Neppure Salvini lo è? 
«Salvini dimostra statura da leader: ha capito che la moneta unica finirà comunque e si sta ponendo il problema». 
Se lasciamo l’euro i risparmiatori si impoveriscono... 
«Chi lo dice fa terrorismo. Se usciamo dall’euro, sul mercato interno non cambia il potere d’acquisto del singolo. La svalutazione poi pomperebbe il mercato». 
Le materie prime costano di più e la bolletta sale... 
«Nel ’92 svalutammo del 25% e le bollette salirono del 4. Uscire dall’euro porterebbe a una svalutazione inferiore al 20. Alle imprese le materie prime costerebbero di più ma sarebbero compensate dal vantaggio che ricaverebbero in termini di competitività sull’export, che ci consentirebbe di procurarci valuta pregiata con le nostre forze». 
Però ci resterebbe il terzo debito pubblico del mondo, da onorare in costosisismi euro... 
«Lo paghiamo in euro oggi che non abbiamo più una Banca Centrale che batte moneta. Se usciamo dall’euro, il debito diventa in lire. Quello che è folle è avere il terzo debito al mondo in una moneta che non si controlla. L’Italia è vittima di errori politici e strategici macroscopici». 
Quali sarebbero? 
«Inseguiamo l’Europa sull’austerità, convinti di ridurre il debito. Ma il debito lo riduci se cresci, non se tagli, infatti con Monti è salito. E poi ci alleiamo sempre con i tedeschi contro gli americani, e veniamo travolti dalle scelte sbagliate di Berlino. Siamo al paradosso: siamo entrati nell’euro per scampare alle guerre valutarie e ora paghiamo il prezzo più salato di quella in corso tra la Merkel e Trump». 
Trump però con i dazi gioca sporco... 
«Trump si difende. I dazi all’Italia li hanno messi la Germania e l’Europa, costringendoci al super euro». 
La Lega sta diventando il partito della spesa pubblica? 
«Negli anni Ottanta stavamo meglio di oggi. Non solo la Lega, tutto il centrodestra è per migliorare la qualità della spesa pubblica, il che non significa buttare i soldi, anzi...».