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 2018  gennaio 30 Martedì calendario

Lara la millennial e le sorelle del salto. «Volare è felicità»

Ha già fatto record, Lara: prima millennial italiana alle Olimpiadi. «Mi piace essere una pioniera». È nata il 14 aprile del 2000 la mediana delle sorelle volanti Malsiner, altoatesine di Ortisei. Saltano tutte e tre con gli sci: Manuela la maggiore, vent’anni, neo campionessa mondiale juniores, anche lei ai Giochi in Corea del sud, si è trascinata dietro con pochissima fatica le altre nel vuoto, compresa la più piccola in famiglia, Jessica, 15 anni, che rimarrà a casa a guardare in tv le prodi congiunte. La loro vicina in Val Gardena è una certa Carolina Kostner: «La conosco di vista, non personalmente. E certo io non sono famosa». Ma chissà: il 12 febbraio alle 21.50 locali di PyeongChang, le 13.50 in Italia, Lara si librerà in aria dal trampolino normale (HS 109) dell’Alpensia Ski Jumping Center per guardare più da vicino le stelle: «Sono felice, non me l’aspettavo di essere chiamata a far parte della spedizione olimpica, anche se questa stagione l’ho cominciata proprio bene». Molto: da dicembre in Coppa del mondo i suoi migliori risultati sono stati un ottavo e tre noni posti. Ai Giochi Giovanili a Lillehammer 2016 è stata terza.
In questi giorni, i mondiali juniores a Kandersteg, in Svizzera. In una giungla zeppa di magre fanciulle dell’estremo nord e d’oriente. «Ma anche noi cresciamo: quindici anni fa, mi racconta il mio allenatore, le saltatrici italiane nemmeno esistevano».
Eccole, adesso: una ventina le under 14 su 40 atleti, dice coach Romedius Moroder detto Romed, gardenese, classe 1968, ex tecnico di nuoto, Isef a Milano. «Quando abbiamo saputo che il salto femminile sarebbe entrato nel programma olimpico, ci siamo messi al lavoro». Le donne saltano a Cinque Cerchi solo da Sochi 2014. In Corea saranno in quattro, oltre alle due Malsiner sisters, anche Evelyn Insam, 23 anni, e la veterana (27) Elena Runggaldier. «Nel 2002 con lo Sci Club Gardena abbiamo radunato nove ragazze. Ci allenavamo sui trampolini bassi della zona, poi ci siamo spostati tra Pedrazzo, l’Austria e la Slovenia.
Quest’anno siamo stati tanto a Tarvisio. Ci manca ancora molto per essere vicini a norvegesi, tedesche, giapponesi, ma evolviamo». Decollano, piuttosto.
Alla minorenne Lara, esame di maturità in economia aziendale il prossimo anno, quattro lingue parlate, ex nuotatrice con Romed, arrampicatrice, sciatrice, disegnatrice, proprio quello piace: «Ho iniziato a sette anni, volevo essere come mia sorella Manuela che raccontava felice degli allenamenti. Anch’io volevo quell’allegria. Paura? Dei piccoli salti li facevo già sciando con i miei, mi sono abituata presto a superare la paura, a trovare calma e coraggio.
Quando volo mi sento libera.
Leggera e impalpabile. Non so nemmeno io come descrivere questa sensazione». Un metro e 68 per 59 chili: «Cucino biscotti con la mamma mentre Manu fa la maschiaccia, tagliando la legna con papà. Sono golosa, lo ammetto, ma rinuncio per il mio sport». Molti saltatori fino a vent’anni fa erano anoressici, per questo la federazione ha imposto un limite minimo di indice di massa corporea.
«L’alimentazione fa parte del mio piano di lavoro». Oltre a stretching, esercizi di equilibrio con pallone e corda, tavolette basculanti. Per l’elasticità, l’equilibrio, la potenza. Dai 500 ai 700 salti all’anno, di forza esplosiva.«E molto lavoro mentale, perché quando sei sul trampolino non puoi avere dubbi». Si sta sospesi nel vuoto dai tre agli otto secondi. «I miei genitori come l’hanno presa?
Papà Livio è gattista, cioè guida i gatti delle nevi in inverno e d’estate lavora agli impianti di innevamento. Mamma Martina è casalinga. Nonno Vincenzo guida alpina. Si sono arresi alla nostra gioia». Figlie e sorelle, le ragazze volano.