Corriere della Sera, 30 gennaio 2018
Treno deragliato, quattro indagati. «Disastro e omicidio colposo»
Milano I primi nomi a finire sul registro degli indagati per l’incidente di Pioltello sono quelli dei vertici di Rfi e di Trenord. Disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo i reati che la Procura di Milano contesta per una tragedia costata mercoledì scorso la vita a tre passeggeri del treno Cremona-Milano Garibaldi e il ferimento di altre decine in vista dell’esecuzione di una serie di accertamenti, a partire dall’autopsia sui corpi delle tre vittime.
In Rfi, la società pubblica del gruppo Ferrovie dello Stato responsabile della gestione della rete ferroviaria nazionale, sono indagati l’amministratore delegato Maurizio Gentile e il direttore di produzione Umberto Lebruto. Per Trenord, la compagnia formata da Trenitalia e gruppo Fnm che gestisce i treni regionali lombardi, sotto inchiesta ci sono l’ad Cinzia Farisè e il direttore operativo Alberto Minoia. Iscrizioni che per ora non vogliono dire che sono state individuate delle responsabilità precise, ma che hanno più la ragione tecnica di garantire la presenza anche delle difese e dei loro consulenti agli esami irripetibili che devono essere eseguiti anche sui reperti del deragliamento.
I pm Maura Ripamonti e Leonardo Lesti, coordinati dall’aggiunto Tiziana Siciliano, hanno già a disposizione una prima relazione della Guardia di finanza ma devono ancora delineare le esatte competenze all’interno degli organigrammi delle due società prima di individuare con maggiore precisione le responsabilità nella manutenzione dei binari e del treno. Le informazioni di garanzia saranno notificate oggi, seguirà l’iscrizione delle due società in base alla legge 231/2001 sulla responsabilità amministrativa delle imprese.
Mentre nell’area ancora sotto sequestro proseguivano le indagini, ieri i magistrati, la polizia ferroviaria, i vigili del fuoco e la Gdf hanno preso parte a una lunga riunione in Procura durante la quale sono stati affidati gli incarichi all’ispettore della Polfer Angelo Laurino, agli ingegneri Fabrizio D’Errico e Roberto Lucani e a un esperto informatico che dovrà estrapolare i dati dalla scatola nera del treno. Poi si passerà alla perizia sul binario, a partire dalla tavoletta di legno usata per sostenere il giunto, considerato il probabile responsabile del deragliamento, dove si sono spezzati 23 centimetri di una rotaia. Bisognerà capire chi ha fatto l’intervento di manutenzione, quando e soprattutto perché, in attesa della riparazione definitiva, non è stato abbassato il limite di velocità in un tratto in cui treni come il Frecciarossa viaggiano anche a 180 all’ora.