La Stampa, 30 gennaio 2018
Le proposte della Commissione banche: modello tedesco per i rapporti tra Consob e via Nazionale
L’attribuzione a Bankitalia degli stessi poteri investigativi già attribuiti alla Consob, limiti più stretti alle cosiddette «porte girevoli», una «bad bank» pubblica per la gestione dei crediti deteriorati, una riforma del diritto penale dell’economia che comprenda l’istituzione della superprocura nazionale dei reati finanziari ma anche la previsione di nuovi reati per sanzionare alcuni dei comportamenti emersi nei recenti scandali bancari. Le conclusioni della commissione d’inchiesta sul sistema bancario che il presidente Pier Ferdinando Casini presenta oggi sono condensate in 26 punti di proposte e auspici indirizzati al nuovo Parlamento.
Relazione che riguarda proposte e auspici (solo uno dei quattro punti previsti dalla legge istitutiva) per i quali è stato possibile trovare un compromesso tra le varie forze politiche presenti in commissione che si sono invece divise su tutto il resto. A cominciare, ovviamente, dall’individuazione delle responsabilità nei casi oggetto dei lavori: il dissesto di Mps, delle popolari venete e delle quattro banche andate in risoluzione nel novembre del 2015.
Il primo punto riguarda uno degli elementi più critici emersi durante i lavori della commissione: la mancata comunicazione tra Bankitalia e Consob. E qui spunta la proposta (come «alternativa da valutare») di applicare il modello tedesco. Dove la cooperazione tra Bundesbank e Bafin è attuata attraverso la condivisione immediata delle informazioni rilevanti (Bafin ha accesso al database di Bundesbank); la compartecipazione alle decisioni (un rappresentante Bundesbank partecipa alle riunioni della Bafin) e un organismo di coordinamento al quale partecipa anche il ministero delle finanze.
Tra le proposte, una sezione specifica riguarda anche la tutela del risparmio con la previsione di una semplificazione dei prospetti informativi, un rafforzamento del potere regolamentare di Consob per i questionari Mifid di profilatura dei clienti, la previsione di ulteriori misure di ristoro dei risparmiatori colpiti dai crac fino alla proposta di separazione delle attività di banca commerciale da quella di banca d’investimento. Una serie di proposte più o meno sfumate in funzione del grado di fattibilità di ciascuna. La previsione di nuove misure di ristoro per i risparmiatori (punto 25) ad esempio viene declinata cosi: «La commissione ritiene che il futuro parlamento potrà valutare se istituire un fondo di solidarietà permanente per vittime della crisi del sistema bancario che abbia risorse adeguate per il risarcimento complessivo di quei risparmiatori che risultino aver subito ingiusto pregiudizio da condotte illecite o scorrette».
Per i reati finanziari, la bozza di relazione cita espressamente solo «aggiotaggio, falso in bilancio, ostacolo alla vigilanza, falso in prospetto» e dopo aver precisato che non si tratta di una «valutazione negativa» del lavoro delle procure di provincia, la commissione individua due possibili strade: una competenza distrettuale con sezioni specializzate sia per i pubblici ministeri che per i giudici. Oppure la procura nazionale che accentri a sé tutti i reati economici e finanziari. Ma sulla necessità di una sua attuazione si rimette la giudizio nuovo Parlamento, «nella sua autonomia».