Il Messaggero, 29 gennaio 2018
Il medico visita con l’app
Essere visitati senza che il paziente o il medico si spostino da casa o dallo studio, semplicemente utilizzando un’app. Inviare all’ospedale i propri parametri vitali in tempo reale, già prima di arrivare, permettendo ai sanitari di prepararsi a un’eventuale emergenza. O ancora, chiedere aiuto e inviare in un secondo la propria posizione ai soccorritori. Una delle frontiere della tecnologia, in un prossimo futuro, è senz’altro quella della salute. Ed è una frontiera che le grandi aziende hi-tech considerano prioritaria.
L’AGGIORNAMENTO
A cominciare da Apple, che con il nuovo aggiornamento del sistema operativo dei suoi iPhone, annunciato mercoledì e in arrivo in primavera, ha tra le altre cose rinnovato le funzionalità della piattaforma dedicata alla salute, HealthKit. Su quest’ultima confluiscono infatti tutti i dati raccolti con vari dispositivi, dai braccialetti fitness alle bilance intelligenti, permettendo così di registrare l’attività fisica, di monitorare i cicli del sonno, di ricordare di staccare la spina qualche istante e rilassarsi oppure di controllare l’alimentazione. Con iOS 11.3, la nuova versione del software, Apple fa però un ulteriore passo in avanti.
La novità si chiama ResearchKit, e non si limita solo a raccogliere dati sull’iPhone: è in grado di dialogare con dispositivi medici professionali, per avere rilevazioni estremamente affidabili. Informazioni che sarà poi possibile condividere in tempo reale con le strutture sanitarie. Pensato per il costoso sistema americano, potrebbe essere un valido alleato dei medici per le diagnosi ma anche per prevenire l’insorgere di patologie o ancora per gestire le emergenze. Su iOS 11.3 infatti c’è un nuovo tipo di tracciamento che sfruttando il gps e altri sensori sullo smartphone è in grado di localizzare una persona che chiede aiuto con precisione quasi millimetrica. Una soluzione che, stima l’associazione del Numero Unico Europeo (Eena), potrebbe salvare migliaia di vite nei prossimi 10 anni.
Per ora l’aggiornamento è disponibile solo negli Stati Uniti in versione di prova, e ci vorrà del tempo prima che la diffusione della nuova piattaforma abbia un impatto sulla quotidianità, anche se i primi miglioramenti si vedranno in tempi rapidi, forse già nei prossimi due mesi.
IL SETTORE
Sono molte le aziende che puntano a digitalizzare il settore, non solo in ambito diagnostico o terapeutico ma anche sotto l’aspetto organizzativo ed economico. Dallo scorso anno l’Nhs, il servizio sanitario inglese, sta sperimentando un bot – un computer capace di simulare un comportamento umano – al posto dei classici centralini che gestiscono le chiamate di emergenza negli ospedali. Un milione e 200mila residenti della zona nord di Londra possono inserire i loro sintomi nell’app dedicata e ricevere risposte in base ad essi: l’applicazione consulta un ampio database di sintomi e malattie giudicando l’urgenza delle condizioni dell’utente e consigliando il da farsi, come fosse una prima forma di triage virtuale.
Da tempo si sono diffuse app per smartphone che consentono di fissare appuntamenti con medici o valutarne l’operato, come ScegliereSalute (una sorta di TripAdvisor della sanità nata nel 2015 dall’idea di due ragazzi pugliesi) oppure altre che ricordano terapie e prescrizioni. Alcune applicazioni sono invece strumenti di telemedicina che consentono ai medici di compiere visite a distanza, aumentando l’accessibilità alle cure per molti pazienti. Optermative, ad esempio, è un’app americana che permette di fare un esame della vista in 10 minuti a un costo di 35 dollari.
La disponibilità di dati sanitari su dispositivi elettronici nasconde però il problema della loro sicurezza. Uno degli obiettivi del ransomware Wannacry (un virus che prende in ostaggio dati e documenti e chiede un riscatto in valute virtuali per sbloccarli), che lo scorso anno ha infettato 100mila sistemi in 105 Paesi, è stata la rete degli ospedali inglesi: il virus ha reso infatti impossibile accedere alle cartelle cliniche dei pazienti. Dal maggio scorso comunque i livelli di sicurezza informatica degli istituti sanitari nel mondo è aumentata rendendo il settore molto più affidabile. La gestione dei big data è senza dubbio una delle sfide più importanti di domani. E ora può addirittura essere questione di vita o di morte.