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 2018  gennaio 29 Lunedì calendario

Altro scandalo per le auto tedesche. Scimmie per testare i gas di scarico

Dieci scimmie usate come cavie per testare gli effetti nocivi dei gas di scarico delle automobili. Peraltro truccate. È l’orribile metodo utilizzato da tre case automobilistiche tedesche (Volkswagen, Daimler e Bmw) per uno studio condotto ad Albuquerque, nel New Mexico, negli Usa, nel 2014. A commissionarlo, un gruppo di ricerca europeo per l’ambiente e la salute nel settore dei trasporti finanziato dalle tre case tedesche. 
Un nuovo colpo all’industria automobilistica teutonica dopo il Dieselgate. Secondo un’inchiesta condotta negli States e rivelata dalla Bild, nel laboratorio della Lovelace Respiratory Research Institute, in New Messico, dieci scimmie giavanesi furono chiuse in una stanza per quattro ore e costrette a respirare i gas di scarico delle auto, mentre erano distratte dalla proiezione di un cartone animato. Secondo la Bild tutte e dieci le scimmie sarebbero ancora vive, anche se non si sa se abbiano riportato danni a causa dell’esposizione.
Tutto avrebbe avuto inizio nel 2012, quando uno studio dell’Oms, l’organizzazione mondiale della sanità, lanciò l’allarme gas di scarico delle auto, accusati di essere cancerogeni. I colossi dell’auto decisero di controbattere all’offensiva finanziando studi specifici volti a dimostrare che la nuova tecnologia diesel era più pulita che in passato, tra i quali il controverso esperimento di Albuquerque. Uno studio che secondo l’azienda di Wolfsburg sarebbe serissimo e credibile ma che invece sarebbe stato «truccato». Gli scienziati americani, infatti, non sarebbero stati a conoscenza del fatto che il Maggiolino fornito da Volkswagen era stato truccato per produrre livelli di inquinamento molto meno dannosi in laboratorio di quanto lo fossero sulla strada. Secondo Margaret Douglas, presidente di un gruppo di consulenza del sistema sanitario scozzese in materia di inquinamento, le case automobilistiche si comportano come le multinazionali del tabacco, promuovendo ricerche ambigue, esercitando pressioni per istituire leve fiscali e utilizzando tutti gli strumenti per rendere i cittadini europei e occidentali «dipendenti» dal gasolio. «Ci sono molti parallelismi – dice Douglas – tra le industrie del tabacco e dell’automobile per il modo in cui cercano di minimizzare il danno e incoraggiare le persone alla dipendenza».
Ma c’è di più. La Bild sarebbe anche in possesso di una mail datata 31 ottobre 2013 che evidenzia come i promotori della ricerca stessero pensando se sottoporre al test anche volontari umani. Un’idea che venne bocciata, come si arguisce dal testo scritto da Michael Spalleck, direttore generale della fondazione, solo per paura delle ripercussioni che un simile esperimento avrebbe provocato sull’opinione pubblica.