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 2018  gennaio 27 Sabato calendario

Più poltrone che controlli: tutte le falle dell’Agenzia per la sicurezza ferroviaria

Un tamponamento il 2 marzo 2017, una ruota che salta il 17, deragliamenti a novembre e dicembre: l’elenco degli incidenti ferroviari viene scandito alla giornata fiorentina dell’anticorruzione di dicembre, da Marco Piagentini, sopravvissuto alla strage di Viareggio.
Destinatario delle sue parole è l’Ansf, l’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria, istituita nel 2007 per effetto di una legge europea. Vigila sulla sicurezza del sistema ferroviario, ma non ha ispettori di ruolo, si è dotata di una circolare sanzionatoria solo poche settimane fa, ha accreditato un verificatore di sicurezza che è una controllata di Ferrovie dello Stato e tollera un treno diagnostico in manutenzione da anni.
Ispettori. Piagentini accusa Ansf di avere più urgenza di coprire le posizioni dirigenziali dell’ufficio contratti che quelle dell’ufficio delle ispezioni. I controlli sulla rete da parte di Ansf (5 mila l’anno), infatti, sono random e spesso attivati mesi o settimane dopo gli incidenti. Gli uffici addetti sono formati da soli funzionari tecnico amministrativi, alcuni sono senza dirigenti. “L’Agenzia non ha obbligo di legge di condurre indagini sugli incidenti”, si legge sul sito. Così le indagini si rimpallano infatti con l’Organismo investigativo del ministero dei Trasporti che, però, le svolge solo “a seguito di incidenti gravi e altri che decida meritevoli di indagine”. A discrezione, quindi.
Sanzioni. La legge del 2007 prevedeva poi fosse stabilito per decreto dal governo un quadro sanzionatorio che Ansf avrebbe dovuto far applicare. Prima della sua emissione, sono passati dieci anni. La pubblicazione della circolare che prevede le sanzioni è arrivata solo il 27 dicembre e la loro applicazione è affidata al dirigente dell’ufficio, i funzionari che ispezionano redigono solo una proposta, proprio perché non sono ispettori. Nove uffici sui 20 che ci sono in Ansf, sono coperti da dirigenti nominati o che lo sono diventati con ricorsi. Non concorsi.
Certificazioni. L’Ansf rilascia anche le certificazioni di sicurezza di cui le imprese ferroviarie devono essere titolari per operare sulla rete. Sono emesse sulla base di quanto certificato dai Vis, i Verificatori Indipendenti di Sicurezza, organismi terzi incaricati di valutare conformità e requisiti di omologazione. A validare i Vis è la stessa Ansf. Tra i sei riconosciuti c’è però anche Italcertifer. In una interrogazione in commissione trasporti del 20 gennaio 2017, il deputato del M5s, Diego De Lorenzis rileva: “Italcertifer risulta essere una partecipata dal gruppo Ferrovie dello Stato Italiane e risulta aver fra i suoi principali clienti Rfi (Rete Ferroviaria Italiana) e Trenitalia”. Tanto che, a febbraio 2017, Italcertifer si è prima autosospesa per dieci giorni, poi ha avviato un audit con Ministero dei Trasporti, Accredia (Organismo italiano di certificazione e ispezione), la stessa Ansf e Italcertifer. La valutazione si è conclusa con l’assoluzione, qualche semplice raccomandazione (“che la figura individuata … sia attivamente coinvolta nel procedimento di salvaguardia di terzietà e indipendenza”). In caso contrario, Ansf per prima infatti avrebbe dovuto riconoscere il suo errore nell’aver validato Italcertifer.
Galileo. E la diagnostica? “Il settore che assolve a questa attività – si legge nel numero di ottobre della rivista La Vocedei Trasporti di Fit-Cisl – dovrebbe essere caratterizzato dalla piena efficienza, ma abbiamo avuto modo di constatare che nella realtà la situazione si presenta completamente diversa”, Il motivo: “Manutenzioni frequenti e laboriose che richiedono tempi di realizzazione molto lunghi”. Tanto che Rfi sta acquistando un nuovo treno, il Galileo 2, che controlla lo stato di salute delle rotaie (rilevando eventuali anomalie) con ultrasuoni e video-ispezioni digitali. Galileo 1, da anni entra ed esce dalle officine: “Non è a questo punto chiaro se, attualmente in manutenzione a Benevento – si legge sul sito ferrovie.info – venga ancora utilizzato o sia dismesso con l’arrivo del nuovo complesso”.