La Stampa, 28 gennaio 2018
Il genio pentito di Wall Street che gira gli Stati Uniti per raccontare i poveri
«Ad un certo punto mi sono sentito un estraneo in quell’ambiente». È lapidario Chris Arnade nel raccontare cosa ha reciso il cordone ombelicale che lo teneva legato a Wall Street da oltre 20 anni. Milioni di dollari guadagnati passando di mano obbligazioni, prima di spogliarsi dei gessati di sartoria e divenire il fotografo dei diseredati. Una metamorfosi che lo ha portato a esplorare un mondo parallelo e sotterraneo grazie al quale è riuscito a capire, prima di molti altri, come le ingiustizie economiche siano state il più potente endorsement di Donald Trump. Poco tempo fa era a New Paltz, contea di Ulster, 80 chilometri a nord di New York, la cittadina dove è stata girata la pellicola «cult» Dirty Dancing. Stava lavorando a un progetto fotografico, poi è sparito, come sovente accade. Verso quale meta lo si capirà quando i prossimi scatti saranno sul suo sito.
La seconda vita
Del resto il 52 enne ex trader ha scelto di vivere così la sua seconda vita, un po’ nomade e un po’ stanziale, crepuscolare, schivo, a tratti dannato. Ma riflessivo e ricettivo come forse mai lo era stato quando commerciava titoli a ritmi algoritmici. Il percorso che lo ha portato da Wall Street a New Paltz inizia a San Antonio, cittadina rurale e bigotta della Florida. Il padre è un professore universitario ebreo fuggito dalla Germania nazista, la madre è un’attivista socialista che cresce tra non poche difficoltà Chris e i sei fratelli.
«Non mi sono mai sentito tagliato per quell’ambiente», spiega Arnade al Wall Street Journal. Un malessere che rivivrà anni dopo a Wall Street, dove approda nel 1993 dopo il dottorato in fisica molecolare alla Johns Hopkins University. Si fa prestare i soldi per acquistare il suo primo completo da indossare per il colloquio in Salomon Smith Barney. La società di brokeraggio intuisce che è una risorsa e lui diventa un gigante del trading nei mercati emergenti. Quasi una celebrità in Paesi come Argentina e Brasile, dove si permette di cenare da Nobu, la mecca del sushi, senza prenotare: per lui il tavolo c’è sempre ed è il migliore. Unico neo nella fulgida carriera è la crisi del 2008, quando Arnade perde molti soldi, salvo recuperare negli anni successivi, nonostante crescente stanchezza e repulsione. Le discussioni politiche con i suoi colleghi banchieri, arroccati sulle posizioni più libertarie del conservatorismo, e gli effetti sociali deflagranti della crisi, ne amplificano le distanze da quel mondo.
La mamma
La svolta arriva nel 2012, quando Citigroup elimina la sua posizione e la madre muore di cancro al pancreas. «A mia mamma non è mai piaciuta la mia carriera», racconta. È la motivazione per abbandonare la finanza e seguire l’istinto. Inizia col raccontare da vicino la dannazione di tossicodipendenti e prostitute che vede tra i marciapiedi del Bronx. I diseredati diventano il suo pane quotidiano, li cerca, li studia, ci vive, in strada come loro, tra case occupate e centri di riabilitazione. Collabora con riviste, poi diventa editore di stesso: il suo sito «Flickr» registra 1,5 milioni di visitatori. Capisce che deve allargare gli orizzonti e a bordo del suo furgoncino, dove spesso trascorre notti «on the road», tra uno spostamento e l’altro, scende negli inferi dell’America, nei gironi dei reietti e dei dannati.
Gli inviti del senatore
Senza mai farsi abbagliare dalla politica, nonostante gli inviti a pranzo del senatore repubblicano Tom Cotton e del miliardario democratico Chris Sacca. Ma con una profonda convinzione maturata attraverso migliaia di scatti in moschee, chiese, ospedali, motel, college e McDonald’s. Gli americani sono stati economicamente abbandonati e traditi da una politica che si è venduta a Wall Street, tanto da aver visto l’unico riscatto possibile in Donald Trump.