Il Sole 24 Ore, 29 gennaio 2018
Più badanti e meno colf, i lavoratori domestici verso quota 900mila
Le buste paga che stanno per essere consegnate a colf, badanti o baby sitter saranno leggermente più “salate” per le famiglie. Scatta infatti l’adeguamento delle retribuzioni per effetto dell’indice Istat: un aumento dello 0,64% che porterà ad alcuni lavoratori domestici oltre 5 euro in più al mese. Ad esempio per chi assiste, in convivenza, persone non autosufficienti, lo stipendio salirà di 6,18 euro.
L’altra novità con la quale devono fare i conti le famiglie, se hanno collaboratori domestici occasionali e non hanno bisogno di personale stabile, è il cambiamento dei “voucher” che dal 2017 hanno lasciato il posto al «Libretto famiglia» (operativo dal 10 luglio scorso): un libretto nominativo prefinanziato, introdotto dalla manovra di primavera (il Dl 50/2017), che permette di pagare i “collaboratori” occasionali entro il tetto di 250 ore annue e di 5mila euro di corrispettivo. Per le famiglie, questo strumento offre maggiore flessibilità nell’utilizzo, ma al tempo stesso la retribuzione lorda minima oraria risulta di 10 euro, un importo più elevato rispetto al minimo tabellare fissato dal contratto collettivo (si veda l’articolo in basso).
La platea
I lavoratori domestici regolari assunti dalle famiglie italiane sono 866.747, stando agli ultimi dati Inps disponibili, riferiti al 2016, in leggero calo dal 2012 (anno in cui per effetto della sanatoria fu superata la soglia di un milione).
La quota però raddoppia secondo il Censis considerando anche i lavoratori nel sommerso per arrivare a un totale di un milione e mezzo di addetti alle attività domestiche.
Limitandosi alle statistiche ufficiali, si registra l’avanzata delle badanti, il cui peso è raddoppiato nel giro di dieci anni: se nel 2007 erano il 23,3% dei lavoratori domestici, oggi sono il 43,7%.
In base alle elaborazioni della Fondazione Moressa, in collaborazione con Domina (associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico), in valore assoluto dal 2007 le badanti si sono quasi triplicate, passando da poco meno di 146mila a oltre 379mila. Cresce l’età media (da 43 a quasi 49 anni) la presenza di uomini (dal 5,1 al 7,2 per cento) e soprattutto la quota di italiani, che nel 2007 rappresentavano appena l’8% della categoria, mentre ora sono il 20%, come dire uno su cinque. L’aumento delle badanti si traduce in un risparmio per lo Stato di 6,7 miliardi sui servizi di welfare (si veda Il Sole 24 Ore dell’11 dicembre).
La componente italiana è cresciuta anche tra le oltre 487mila colf, passando dal 25,1% del 2007 al 29% del 2016.
In generale, oggi tra tutti i lavoratori domestici regolari, uno su quattro è italiano, il 46% proviene dall’Europa dell’Est, l’8% dal Sudamerica, il 6% dall’Africa del Nord e il 15% dall’Asia.
Le agevolazioni ai datori
«L’aumento consistente del numero di badanti – commenta Teresa Benvenuto, segretario nazionale Assindatcolf, sindacato dei datori di lavoro domestico – è legato all’invecchiamento della popolazione che l’Italia e l’Europa stanno vivendo, e alla tendenza ad assistere le persone non autosufficienti in casa, con una sorta di welfare “fai da te”».
Al momento, però, le uniche due agevolazioni sulle quali possono contare i datori di lavoro domestico, sono la deduzione dal reddito dei contributi versati, fino a 1.549 euro all’anno, e la detrazione del 19% delle spese per badanti fino a 2.100 euro, se il reddito non supera 40mila euro, con un risparmio d’imposta massimo di 399 euro. «Benefici ancora troppo limitati – continua Benvenuto – rispetto agli oneri sostenuti dalle famiglie. Per questo Assindatcolf propone la deduzione totale del costo del lavoro domestico. Questo favorirebbe anche l’emersione di molti irregolari».
In base ai dati ufficiali, il 52% delle badanti lavora più di 30 ore settimanali e nel 2016 sono state dichiarate almeno 40 settimane per quasi metà dei lavoratori: rispetto al 2007 sono cresciute sia le percentuali di chi lavora più di 30 ore (erano il 38%) sia le settimane, a riprova del forte bisogno di assistenza. La retribuzione media è invece passata da 5.231 euro a 7.315 e i contributi totali versati dalle famiglie da 127 a 466 milioni di euro.
La maggior parte delle colf, invece, svolge meno di 30 ore settimanali (83,9% rispetto a 81,9% del 2007), anche se a livello settimanale è aumentata di molto la quota di assunte per tutto l’anno che oggi rappresenta il 55,5% del totale, rispetto al 39,6% del 2007. Le retribuzioni medie delle colf, infine, sono passate da 5.010 euro a 6.037 euro e i contributi totali versati da tutte le famiglie da 368 a 502 milioni di euro.
In vista delle elezioni, Assindatcolf ha organizzato un convegno per martedì 6 febbraio a Roma, con l’obiettivo di presentare ai partiti una serie di proposte su assistenza, conciliazione vita-lavoro, natalità.