La Stampa, 27 gennaio 2018
Tecnologia, navi, difesa e moda nasce il patto Italia-Francia
Il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda parla di «alleanza naturale». Bruno Le Maire, ministro francese dell’Economia, a sua volta sostiene che «dopo i malintesi del passato si può voltare pagina ed aprire un nuovo capitolo di relazioni economiche e industriali basato sulla fiducia». Meglio pensare ai buoni risultati di Stm, la società di semiconduttori controllata metà da Italia e Francia, che alle tensioni su Stx o sul controllo di Telecom, concordano i due ministri in occasione del business forum organizzato a Roma dalle rispettive confindustrie.
«Che in Italia arrivino investitori dall’estero è molto importante ma lo è anche il fatto che questi rispettino sensibilità, ruolo, prassi e regole del paese in cui operano» ha messo in chiaro Calenda. «Il governo italiano non ha mai guardato alla nazionalità della proprietà ma all’investimento nel Paese – ha poi precisato -. Se si condividono una prospettiva e si declinano gli obiettivi con la Francia nasce una alleanza quasi naturale».
Mentre il dossier Fincantieri-Stx avanza, la prossima settimana a Roma ci sarà un nuovo vertice tra i due governi allargato ai rispettivi ministri della Difesa per fare il punto sulla «grande avventura» che sta partendo, e mentre Air France si affaccia al capezzale di Alitalia, Calenda e Le Maire propongono nuove partnership. Italia e Francia condividono un «comune gusto dell’eleganza e del dettaglio e per questo propongo di costruire un vero asse della moda europeo che si sviluppi tra Parigi-Firenze-Milano. Abbiamo le due maggiori capitali della moda in Europa, dobbiamo lavorare per trovare maggiori convergenze», spiega il ministro francese. Calenda invece gioca la carta dell’aerospazio. Dopo l’alleanza tra Fincantieri e Naval Group, «dobbiamo porci il tema di fare partnership anche nel settore spaziale e costruire un rapporto paritetico in modo aperto, senza pensare che nel rapporto con la Francia siamo soccombenti». In questo caso sono tre i possibili ambiti di collaborazione: nel campo dei satelliti esistono due joint venture, ossia Telespazio (controllata dalla nostra Leonardo al 67% e dalla francese Thales al 33%) che si occupa della gestione dei servizi satellitari, e Thales Alenia Space (Thales 67%, Leonardo 33%), attiva invece nella realizzazione dei satelliti. Nel settore dei sistemi missilistici i francesi attraverso una joint-venture Airbus-Safrane producono i lanciatori «Ariane», gli italiani di Avio (con Leonardo al 28%) i più piccoli ed economici «Vega». Unire le forze o quanto meno sistematizzare progetti ed investimenti servirebbe, anche in questo caso, a rafforzare il polo europeo. Le Maire conferma: «Il programma Ariane è fantastico, ma la Francia non potrà finanziare da sola il programma del lanciatore pesante e nemmeno l’Italia. O mettiamo in comune le risorse o rischiamo di farci sorpassare».
Mentre i governi studiamo nuovi dossier, le confindustrie dei due Paesi fanno fronte comune e sottoscrivono una dichiarazione congiunta in cui Vincenzo Boccia, Luigi Abete (in qualità di presidente della Febaf, la federazione che unisce banche, assicurazioni e finanza), e il numero uno del Medef Pierre Gattaz chiedono di porre l’industria al centro delle politiche europee. Il documento si articola in 11 proposte operative che vanno dall’economia alla difesa. agli esteri. «Vogliamo che l’Europa diventi il luogo più competitivo del mondo per fare impresa – spiega Boccia – e per questo occorre riportare il primato della politica nelle scelte e non subire scelte tecniche».