La Stampa, 26 gennaio 2018
Rivoluzione rosa a Oxford. Le matricole sono ragazze
Nel 2017 è successo un altro piccolo miracolo. Nell’anno del #MeToo a Oxford sono state ammesse più ragazze che ragazzi. È la prima volta che accade in quasi 800 anni di storia del prestigioso Ateneo. I numeri sono stati diffusi dall’Ucas, l’organizzazione che gestisce gli accessi alle Università in Gran Bretagna: 1070 ragazze contro 1025 ragazzi. Una piccola differenza è vero. Solo 45 posti, per una lotta comunque agguerritissima (150 mila domande per poco più di 2 mila posti).
Queste 45 studentesse sono un manipolo che entrerà nella storia, come il piccolo drappello di ragazze che per nel 1879 varcarono le soglie di un college di Oxford, il Margaret Hall. Fino ad allora le donne non erano ammesse. A loro fu concesso di frequentare le lezioni ma non di laurearsi. Per le prime laureate a Oxford bisognerà aspettare il drappello del 1920. Ma non è finita qui. Perché fino al 1974 la maggior parte dei college di Oxford non sono stati accessibili alle donne.
Anacronismi e tradizioni, si dirà. In fondo in Gran Bretagna è ancora in funzione un sistema di istruzione basato sulla scuole «single sex»: i bambini vanno alle scuole per maschi, le bambine a quelle per femmine. E funziona così dalle elementari al liceo, e trovare scuole miste è un’eccezione. Va da sé che la maggior parte delle scuole di eccellenza sono riservate ai maschi, basti pensare alla più blasonata, il collegio di Eton dove hanno studiato i principini reali e molti primi ministri.
Il trend mondiale dice che i voti delle femmine sono migliori di quelli dei maschi. Nonostante questo a Oxford entravano più maschi. Aggiungete che Oxford, nel corso degli ultimi decenni, è stata al centro di varie polemiche e varie accuse di sessismo. Le confraternite, certe associazioni per studenti, le cosiddette Drinking Society, per soli uomini, ne hanno combinate di tutti i colori. Due nomi per tutti: i famigerati Bullingdon Club e il Gridirion, accolite di ragazzotti pieni di ormoni molto benestanti e con uno spiccato senso per le goliardate a sfondo alcolico e sessuale.
Nel 2010 del Pinguin Club, drinking Club dell’Hertford College, sempre a Oxford, furono sospesi perché facevano liste di ragazze in base alle dimensioni del seno e di altri attributi fisici. Nel 2014 il presidente della prestigiosa «Oxford Union Debating Society» fu arrestato con l’accusa di molestie sessuali. Negli anni sono uscite varie inchieste e denunce su ragazze palpeggiate, molestate o peggio. E su riti goliardici imbarazzanti: la caccia alla volpe, dove le volpi erano le ragazze e i predatori un branco di studenti maschi ubriachi.
Addirittura l’Oxford Dictionary era finito nella bufera accusato di sessismo per una serie di espressioni usate negli esempi usati per spiegare alcune parole. «Lamentevole», «asfissiante» o «acido» erano associate a esempi femminili: «Donna asfissiante». «Stridulo» e «sgradevole» erano associate alla «voce di una donna». Mentre «rabbioso» a «femminista». Dopo la inevitabile bufera la Oxford University Press aveva rivisto le definizioni, ma questo dà la misura del clima.
Tanto maschilista che ultimamente il board dell’Università aveva introdotto alcune misure per facilitare le ragazze, tipo esami scritti e non orali per studentesse troppo emotive e allungamento dei tempi dei test (dai canonici 90 minuti a 105), perché le donne sono più riflessive. Misure che avevano scontentato tutti: i maschi per il favoritismo, le femmine che non si sentono sesso debole e non vogliono trattamenti di favore.
Alla fine, nel clima del #MeToo forse i rettori di Oxford hanno voluto mettere i numeri tra loro e le polemiche. E 45 sarà anche piccolo. Ma è un numero importante.