Libero, 25 gennaio 2018
I «razzie» premiano i peggiori. Facciamoli anche in Italia
Ci sono premi che abbiamo spesso imitato e mai eguagliato. Come gli Oscar. Noi quando facciamo cronaca con i Nastri d’Argento e i David di Donatello proviamo pena al confronto. Ma anche i francesi avrebbero ragione di ingroppire con i loro Cesar e i tedeschi coi Bambi. Chissà perché i Razzie (le onorificenze ai peggiori dell’anno) nessuno ha mai pensato di adattarli ai bidoni di casa nostra. Eppure sarebbe una goduria. Assegnarli e riportarli (quanti cinematografari nostrani sarebbero da bastonare?). Non ho mai smaniato per far parte di una giuria, ma per sbertucciare i bidoni autarchici mi candiderei subito e magari mi offenderei se la candidatura fosse snobbata. Intanto in questi giorni riporto e godo per quanto riguarda gli Usa. I colleghi americani hanno bastonato alla brava. Film e personaggi di quelli che lo scorso anno hanno fatto rischiare a molti la reazione di rigetto nei confronti del cinema. Bastonatissimo, com’era diritto e dovere di ogni uomo di sani principi quel mostro librario cinematografico di Cinquanta sfumature di nero (mentre scriviamo il mostro ha già partorito per la terza volta). Ma un sacco di razzle ha pure raccolto il pretenzioso Madre di Aronofsky (attenta Jennifer Lawrence, se incappi in un altro film così la tua carriera è finita). Ma potrebbe finire pure quella di Zac Afron per il quale il remake di Baywatch è stata una vera disfatta professionale.
D’altra parte Zac non è stata l’unica vittima del tonfo di Baywatch l’idea di riprendere le vecchie storie sui tipi da spiaggia della West Coast s’è rivelata la cretinata dell’anno (ogni personaggio implicato nel nuovo Baywatch è stato preso a colpi di razzle). Ora la debacle del Bay potrebbe essere presa per un caso isolato. Ma non lo è. Ha toppato anche l’ennesima versione della storia della Mummia, coinvolgendo nel disastro anche il divo Tom Cruise (per la prima volta in vita sua additato al ludibrio dei razzle). Ora due remakes che fanno flop nel giro di pochi mesi dovrebbero essere un chiaro segnale (piantiamola coi franchise). Ma chissà de a Hollywood l’hanno capita.