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 2018  gennaio 25 Giovedì calendario

La Grecia è fuori dal baratro. Ora può correre più dell’Italia

Ben tornata Atene. Dopo l’accordo della Grecia con l’Eurogruppo che consentirà lo sblocco dell’ultima tranche nell’ambito del programma di aiuti all’economia, quegli stessi operatori che per anni hanno scommesso sul tracollo della Grecia, si affrettano a fare il pieno delle emissioni elleniche. I titoli a dieci anni, in pratica fuori dal radar dei mercati per anni, salvo che per gli specialisti in titoli spazzatura, trattano al 3,7% circa, ai minimi dal 2008, prima dello scoppio della crisi. L’emissione a cinque anni rende il 2,75% circa. Ma il recupero più strabiliante riguarda il titolo a due anni, sceso sotto la soglia dell’1% per la prima volta nella storia. Un rally che, senza voler nascondere i sacrifici che ha comportato per il Paese (un surplus di bilancio del 3,7% nel 2016, un altro 2% nel 2017) assume quasi le tinte del miracolo a ripensare ai momenti più drammatici. 
Beati gli ultimi, insomma, come recita la buona novella. Mario Draghi, alla riunione odierna della Bce, potrebbe far suo il detto evangelico. A cinque anni dal drammatico messaggio lanciato ai mercati dal presidente della banca centrale in difesa della moneta unica ad un passo dal collasso, tutte e tessere del mosaico stanno andando a posto, con ottimi guadagni per chi ci ha creduto. Il rally, cominciato 18 mesi fa con la ripresa del rating dell’Irlanda, è proseguito in Spagna ed in Portogallo, il cui titolo obbligazionario ha garantito i migliori guadagni nel 2017. Ora, secondo gli esperti, l’onda lunga sta per arrivare sulla sponda dell’Egeo. 
Lunedì scorso a Bruxelles, infatti, l’Eurogruppo ha preso atto che la Grecia ha già rispettato «quasi tutte le azioni prioritarie» concordate con i creditori. Ma grazie all’adozione dell’ultima legge omnibus il traguardo dovrebbe essere raggiunto a breve consentendo il versamento degli ultimi fondi (6,7 miliardi di euro) pattuiti con i creditori. E così già a febbraio nelle casse di Atene arriverà il primo assegno (5,7 miliardi), in vista della scienza di agosto, quando si chiuderà il programma di aiuti d’emergenza. E si potrà parlare di «misure di alleggerimento del debito a medio termine», che saranno attuate, se le riforme verranno completate. 
Tutto finito? No, anzi, come titola un report di Lyxor, nel 2018 «Atene è ai blocchi di partenza» in vista della gara decisiva: scongiurato il rischio default, occorre sfruttare condizioni migliori per finanziare la ripresa e, non meno importante, intervenire sulle sofferenze delle banche, oggi attorno al 40%. Non sarà affatto un negoziato facile ma è probabile che si raggiunga un’intesa prima del summit europeo del 29 giugno. 
Il futuro dei bond greci, dunque, si annuncia positivo. Per la soddisfazione di chi ha acquistato in passato. Purtroppo, però, i differenziali sui rendimenti del debito sovrano greco si sono già ristretti, perciò bisogna guardare alla Borsa che accusa uno sconto dell’80% sulla media europea. Per sfruttare la resurrezione greca bisogna scommettere sul mercato azionario, attraverso un Eft sulle azioni greche: quello di Lyxor (Ftse Athex Largcap Ucits Etf-dis) da inizio gennaio guadagna l’8,14% (il 32,11% in un anno). Un rischio calcolato e per tutte le tasche (lotto minimo mille euro). Una volta tanto, la zona euro può farci guadagnare.