Libero, 25 gennaio 2018
La riscossa della radio. I politici la usano più della tv
Su quel muro infinito rappresentato dalla Rete, lo scrittore e giornalista Duilio Chiarle ha lasciato un «graffito» che merita la pena d’esser rilanciato: «La tv non ha ucciso la radio, Internet non ucciderà la poesia». Sui versi che prevalgono sul Web ci asteniamo. Sulla radio no. Perché la previsione dei The Buggles, gruppo inglese che negli Ottanta cantava «Video Killed the Radio Star» («La Tv ha ucciso la stella della Radio»), non si è affatto avverata. Anzi, è avvenuto l’esatto contrario.
La cugina della tv non solo si è presa la rivincita, tornando ad essere un media primario, ma sta addirittura dettando l’agenda politica. Molto più di quanto non facciano i talk show televisivi, retrocessi a megafono elettorale. I leader di tutti gli schieramenti, una mattina sì e l’altra pure, accettano di buon grado gli inviti dei conduttori dei vari programmi radiofonici, ai quali affidano lo spot del giorno. E se una volta c’era «Radio anch’io», storico programma di Radio Rai, oggi nell’etere si danno battaglia brand importanti con Radio 24, Rtl 102,5 (la prima radio del Paese, stando alla rilevazione realizzata da Ter), Radio Deejay, Rds, Radio Capital e il gruppo che fa capo a RadioMediaset, ovvero Radio 105, Virgin Radio, R101 e Radio Subasio.
Insomma, per capire quale sarà il tema del giorno bisogna accendere la radio, non la tv. E visto che le emittenti radiofoniche viaggiano su tutti i canali di trasmissione, dall’etere al web, il contatto è estramente semplice. Concetto che editori e leader politici hanno fatto proprio. Per scendere nel concreto, nella giornata di ieri, gli annunci del giorno di Bersani e Berlusconi sono arrivati dai microfoni di «Radio 24 mattino», l’emittente del Sole 24 Ore, che conta sulla conduzione di Luca Telese e Oscar Giannino. L’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Renato Mazzoncini, ha scelto «Circo Massimo», il contenitore del mattino di Radio Capital affidato a Massimo Giannini, per delineare le strategie dell’azienda. Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in linea con il suo ruolo istituzionale, ha spiegato a Giorgio Zanchini, conduttore di «Radio Anch’io», storico programma di Radio Uno Rai, dove si candiderà. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, invece è stata ospite dello spazio gestito da Pierluigi Diaco all’interno del programma «Non Stop News», condotto insieme a Fulvio Giuliani e Giusi Legrenzi su Rtl 102,5, dove ha tratteggiato il prossimo governo del centrodestra.
Ma non ci sono solo i programmi-contenitore del mattino a dare la linea. Appuntamenti serali e d’intrattenimento come «Zapping» su Radio Rai, condotto da Giancarlo Loquenzi, «La Zanzara» su Radio 24 con Giuseppe Cruciani al timone della trasmissione più irriverente dell’etere, e «Un giorno da pecora» su Radio Uno Rai, molto spesso «creano» la notizia. E quando non lo fanno suscitano dibattito. Che non è cosa da poco. Sarà pure un caso, ma come ha «fotograto» l’Istat nell’ultima rilevazione statistica, se un italiano su due ascolta la Radio una ragione ci sarà. E i dati di ascolto lo confermano.
Rtl 102,5 è ancora leader assoluta delle radio italiane con 8.326.000 ascoltatori nel giorno medio, come conferma l’indagine Ter. RadioMediaset (Radio 105, Virgin Radio, R101, Radio Subasio), cui fanno capo le attività radiofoniche del Gruppo Mediaset, si conferma primo Gruppo radio nazionale negli ascolti. Ottime le performance di Radio Deejay: con 5.171.000 ascoltatori nel giorno medio ed una crescita dell’8,6% nell’ultimo anno, registra la sua migliore performance degli ultimi 5 anni. Trend in leggero calo per Radio Capital, fisiologico nei periodi di cambiamento del palinsesto come quello che ha recentemente interessato l’emittente, con circa 1,6 milioni di ascoltatori al giorno. Chiusura da record per Radio 24, che nel 2017 ha registrato un risultato mai raggiunto prima. Il Cdr del Giornale Radio Rai, invece, esprime «grande preoccupazione per il calo degli ascolti delle reti radiofoniche». A viale Mazzini, forse, hanno un problema serio da affrontare.