il Giornale, 26 gennaio 2018
Gli ombrelli su misura che fanno ombra agli arabi
Se piove. Ma anche se c’è il sole. Bando agli stereotipi: un ombrello è per sempre. Non è questione del tempo che fa. E se lo dicono qui, a Saluzzo, anzi al Marchesato di Saluzzo, è il caso di dar loro credito. Il Marchesato di oggi, che non è più quello di Manfredo I e del 1142, è invece solo e soprattutto l’azienda che Claudio Chiappero, 62 anni, e sua moglie Antida Re hanno voluto e fondato giusto quarant’anni fa per preservare una tradizione di famiglia. «A dispetto di tutti coloro che ci sconsigliavano e di quelli che sostenevano che oramai l’ombrello elegante, realizzato e rifinito bene era fuori moda, noi – sottolinea con orgoglio Chiappero – ci abbiamo creduto. Allora, come oggi siamo qui, artigianalmente, a farne uno dopo l’altro con passione e con tante idee innovative perché il fascino di un ombrello di qualità continui a rappresentare un atout importante per chiunque voglia sottolineare la propria personalità».
Facciamo un passo indietro e veniamo alla storia di famiglia di questi nuovi signori del Marchesato. «È la storia molto comunque in queste vallate dove, negli Anni Trenta, gli ombrellai, come mio nonno, passavano con il carretto e richiamavano la gente. Non solo vendevano ombrelli, ma provvedevano alle riparazioni. Ecco, i racconti di casa, gli aneddoti, le figure dei personaggi e dei clienti, che si intrecciavano con i nostri ombrelli, hanno contribuito ad accentuare la nostra curiosità e quindi a portarci su questa strada. Una strada che è stata certamente in salita ma che non ci siamo mai pentiti di intraprendere perché ci ripaga sempre dei nostri sacrifici».
Quindi, ricapitolando: una tradizione di famiglia contagiosa, che avete già inculcato a vostro figlio Luca che lavora con voi, il gusto per il bello e l’ostinazione di realizzare qualcosa di artigianale. Ci siamo? «Direi proprio di sì. Vede, noi del Marchesato ci siamo proposti di trasformare un semplice oggetto funzionale della vita quotidiana in un oggetto bello e ricercato, uno strumento che non si limiti a proteggere dalla pioggia ma che ci faccia compagnia nel nostro modo di vestire e di uscire di casa, come può esserlo una borsa, una camicia, una cravatta. Ricerchiamo costantemente uno stile elegante grazie agli accostamenti di colori, di disegni e di materiali. E allo stesso modo ci siamo impegnati a migliorare nel tempo i prodotti non solo impiegando monture in acciaio, in fiberglass e legni naturali di altissima qualità, ma anche curando nei dettagli la scelta dei disegni e dei tessuti di alta moda italiana. Tessuti che arrivano dalle aziende del Comasco e legni pregiati: dal bambù al faggio, dal noce al frassino. La maggior parte dei nostri ombrelli dispongono di bacchette di fiberglass e i tessuti sono di tipo scotchgard con trattamento repellente quindi, i manici e le aste in metallo sono dorati con un bagno galvanico oro 24 carati, mentre le finiture vengono fatte spesso con elementi Swarovski ricamati sul tessuto».
Resta il fatto che i tempi sono cambiati, si indossano giacconi con cappuccio, gli ombrelli a volte impacciano «Certo non posso darle torto, lo stile di vita è cambiato. Ho visto anche il presidente Trump in tv con un ombrello cinese. Non siamo più all’eleganza civettuola dell’Ottocento e nemmeno a quella un po’ dandy degli Anni Cinquanta, ma, mi creda, chi ha gusto, chi vuole distinguersi, ha ancora la voglia di scegliere accessori giusti, come un ombrello fatto a mano, possibilmente molto bello e originale e, soprattutto, destinato a durare negli anni. L’altro giorno un cliente di Torino me ne ha portato uno comprato da noi 25 anni fa: si era rotta solo una puntina. La nostra azienda, pur se di piccole dimensioni, esporta in Usa, Canada, Russia, Cina, Giappone, Sud Corea, Australia, Nuova Zelanda e naturalmente anche in Europa. Due anni fa abbiamo spedito una trentina di ombrelli alla famiglia del Sultano dell’Oman. C’è ancora buon gusto nel mondo, anche se lo stile di vita è cambiato. Diciamo che rispetto a quando abbiamo aperto l’azienda quarant’anni fa gli italiani sono diventati un po’ esterofili, amano comprare a Londra e a Parigi, convinti che si trovino cose più belle. All’estero invece, a cominciare dalla Cina e dal Giappone, si fanno follie per le nostre griffe e quindi anche per gli ombrelli rigorosamente made in Italy del Marchesato. La faccio sorridere e le racconto che una coppia, proprio di Saluzzo, ha comprato a Parigi un ombrello particolarissimo e pregiato. Poi ci siamo incontrati e sa da dove era uscito quell’ombrello? Dal Marchesato di Saluzzo».
Quanto ci mettete a realizzare un ombrello che rispetti tutti i canoni del Marchesato? «Dipende dalla difficoltà dell’ombrello. Essendo ombrelli artigianali non ne facciamo mille dello stesso disegno. Occorre quindi impostare il lavoro ogni volta, provvedere alle cuciture a mano e realizzare i manici. L’ombrello più complicato può richiedere anche sette ore. Noi nella collezione uomo e donna abbiamo predisposto oltre 400 disegni». L’ombrello più complicato che avete fatto? «Uno con tremila piccolissimi Swarovski, tutti cuciti e con il manico placcato in oro». Immagino sia finito nelle mani di qualche sceicco o sultano? «No, per la verità, lo abbiamo spedito ad un cliente di Roma». Sognando e far sognare appesi ad un ombrello, dunque. Un po’ come Mary Poppins, in fondo. Perché la magia non conosce confini.