il Giornale, 26 gennaio 2018
Per l’auto di Hitler «solo» 7 milioni
Troppo poco. Non basta il fascino sinistro, il simbolo del Male, la suggestione della Storia. Sette milioni per la macchina di Hitler sono spiccioli per il valore che ha, meglio ritirarla dall’asta. Così la Mercedes-Benz 770K Grosser Open Tourer del 1939, ovviamente nera, che il Fuhrer usò pochissimo, qualche incontro ufficiale, tipo quello con Benito Mussolini o nella parata della vittoria a Berlino, non ha trovato acquirenti all’altezza della sua fama sinistra ed è tornata in garage. L’aveva messa all’asta Worldwide Auctioneers a Scottsdale, negli Usa, lo scorso 17 gennaio: il proprietario, per agevolare l’acquisto e dargli una mano di etica, aveva promesso di versare il 10% del ricavato a un programma sociale sull’Olocausto. Niente da fare.
La Mercedes è una delle tre del parco macchine del Fuhrer ancora in circolazione. Anni fa uno di questi esemplari, valore 20 milioni di dollari, fu ritirato per le proteste dei cittadini, per quello che rappresenta e ricorda, dicevano ieri come oggi, più che venduta dovrebbe essere demolita. Sono anni del resto che la Mercedes viaggia senza trovare un indirizzo: la portarono via da Berlino i soldati americani, finì a un appassionato austriaco, poi in un museo automobilistico di Las Vegas, nelle mani di un magnate di un birrificio a Monaco e poi ancora a un collezionista russo. Ha viaggiato più da ferma che in movimento.
Certo non è comodissima da parcheggiare. Lunga 6 metri, larga due, alta 1,8, quasi 5 tonnellate di peso. In compenso fa i 180 km orari che per un’auto dell’epoca non è male. Poi Hitler la volle personalizzata, difficile pensare che la cosa gli fosse imposta: ha una blindatura su misura, una corazza sui due lati e un pannello che si solleva in automatico in caso di sparatoria. Oggi non serve più ma fa scena. Bella però è bella, era la preferita da capi di stato e sovrani, di miliardari e aristocratici: ne volle una anche l’imperatore tedesco Guglielmo II, il giapponesee Hirohito ne comprò sette. C’è da dire che le macchine dei dittatori in genere sono più modeste nelle pretese: la Zil di Stalin, grande come due auto, fu valutata 200mila dollari, la Fiat 2800 State Phaeton del Duce fu venduta per 110mila. per questo fa specie sapere che invece la Peugeot 504 del 1977 di Ahmadinejad è andata via per 2 milioni e mezzo di dollari. Vien quasi voglia di bucargli le gomme.