Corriere della Sera, 26 gennaio 2018
Le emozioni di Emma
«Ho imparato a perdonare la parte più fragile e insicura di me. Al di là di quello che posso sembrare, sono molto insicura». Il lato che non ti aspetti di Emma Marrone. Non se lo aspettava nemmeno lei. Lo ha capito durante la lavorazione di «Essere qui», nuovo album che esce oggi. «Mi riconosco in ogni aspetto di questo lavoro. Lo avevo già consegnato, ma ho voluto ricantare alcuni brani. Un disco rimane per sempre e volevo che mostrasse la parte migliore di me, quella che ho accettato, quella che ho perdonato, quella che ancora non conoscevo». Questa consapevolezza di se stessa l’ha messa in «Sorrido lo stesso», l’unico brano che ha co-firmato con Giovanni Caccamo e Alessandra Flora.
Lavorare su se stessi comporta anche lavorare sugli altri. «Ho imparato ad ascoltarmi. Prima ascoltavo troppo quello che gli altri dicevano di me, mi ero proiettata su quello. A piccoli passi mi sono lasciata andare. Saranno i 33 anni di Cristo, ma vivo meno alti e bassi, e ho raggiunto un certo equilibrio nel gestire i sentimenti».
Qualcosa è cambiato anche nel modo di presentarsi. «In passato mi sono barricata spesso dietro il chiodo in pelle e la camminata rude, cercavo di avere un’immagine da rocker per far emergere la mia musica. Avevo imparato che non va bene essere troppo femmina in un ambiente maschilista come la musica. Sono stata vittima del pregiudizio solo perché sono bionda e carina. Ora so che non devo dimostrare nulla attraverso la fisicità».
«Effetto domino» è molto fisica, al limite del vietato ai minori. «Non sono nuova a questo tipo di canzoni. Parlare di sesso serve per abbattere i tabù. Chi è che non fa certe cose? L’ho cantata con ironia, il sesso è divertente».
Sente la responsabilità di essere un esempio per molte ragazze. «Con la musica cerco di esprimere quello che ho imparato da bambina. Mi rifaccio all’educazione che mi ha dato mia madre: rispetto per gli altri, libertà e sincerità». Il discorso va sul caso Weinstein, sugli abusi e sulla campagna per i diritti delle donne. «Finalmente emergono cose che accadevano da anni: le donne hanno preso il coraggio. E non c’è un tempo giusto per parlare: sono eventi che segnano la vita. Mi piace quando le donne si aiutano e fanno gruppo, meno quando sono loro in primis a non approfittare dell’occasione e a essere solidali con le altre. Spero che questa rivoluzione al femminile migliorerà la società».
«Mi parli piano» ha come spunto l’incomunicabilità, il racconto di una coppia che invece di costruire un palazzo ha messo un muro. «Non è un mio problema. Parlo anche troppo, cerco sempre il confronto. Noto però che i social hanno cambiato la comunicazione del nostro tempo». Hater e cyberbullismo sono il lato oscuro del modo di comunicare dei nostri giorni. Problema che sta a cuore a Emma. Qualche mese fa con le Iene è andata a incontrare un hater per smontarlo davanti alle telecamere. «Malelingue» dice che la risposta a quelli che stanno dietro lo schermo a dispensare veleni sono gli affetti e l’amore. «Non è tanto un brano contro gli hater, non voglio dare loro troppa importanza. È un manuale di istruzioni per chi deve affrontare i cyber bulli. Sorriso e indifferenza sono le armi migliori».
Oltre al pregiudizio bionda c’è anche il pregiudizio talent che le resta addosso, nonostante sia al sesto album in carriera, dalla vittoria di «Amici» nel 2010. «Questo lavoro mi ha fatto fare una gavetta di un certo livello. Così per questo “Essere qui” ho scelto di lavorare in studio assieme ai musicisti. Faccio questo mestiere per amore della musica dal vivo, ho seguito i missaggi e ogni altro aspetto della lavorazione. Insomma ho covato questo album per due anni. Poi faccio anche tv, a modo mio. All’estero non c’è questo divieto per chi fa musica di fare televisione e viceversa. Io le considero esperienze che hanno contribuito a rendermi quella che sono oggi: una persona che sta bene con se stessa e che non fa le cose per accontentare qualcuno o per accontentarsi».