Corriere della Sera, 26 gennaio 2018
Il mercato del libro cresce del 5,8%. Amazon dà slancio alla ripresa
Comincia a soffiare un vento positivo per il mercato del libro. Secondo i dati dell’Ufficio studi dell’Associazione italiana editori (Aie) che verranno presentati oggi a Venezia, alla Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri, il mercato del 2017 segna un aumento del fatturato del 5,8% rispetto al 2016. «È sicuramente una ripresa – commenta il presidente dell’Aie Ricardo Franco Levi – in linea con la ripresa economica generale e con la produzione industriale. Emerge in modo trasparente che il libro, storicamente prodotto anticiclico, sta seguendo il resto dell’economia e che gli italiani stanno ricominciando a spendere in cultura».
Come si sia arrivati alla cifra del 5,8% lo spiega Giovanni Peresson, responsabile dell’Ufficio studi. «Abbiamo sommato ai dati Nielsen le vendite di librerie più piccole che di solito non vengono monitorate, l’ebook, che per la verità registra un incremento molto modesto, e soprattutto la stima delle vendite di Amazon, senza le quali saremmo intorno al più 2,5%». I dati potrebbero essere anche migliori perché la stima di Amazon è calcolata al minimo e non è compresa nell’altro numero significativo di questo studio e cioè l’incremento delle copie vendute. Un risultato per la prima volta positivo dopo 7 anni di segno meno: sono 88,6 milioni i volumi venduti, più 1,2% sull’anno precedente. In questo caso il numero è al netto di Amazon perché, spiega Peresson, l’effetto del colosso di Seattle è più difficile da pesare a causa di sconti e promozioni che non si riescono a calcolare con attendibilità.
Su questo risultato positivo ha un ruolo importante l’effetto Natale, con le vendite di dicembre, il più felice per gli editori, ma l’incremento c’è e lascia ben sperare per una conferma nel 2018.
Decisivo il peso dell’ecommerce. Il canale online nel 2017 ha fatto un vero e proprio balzo in avanti con un incremento del 37% sull’anno precedente. Oggi l’ecommerce pesa per il 21,3% dei libri venduti, mentre era il 16,5% nel 2016. Diminuiscono gli acquisti in librerie indipendenti (che valgono il 25,2%) e di catena (44,4%), mentre proseguono le difficoltà per la grande distribuzione organizzata (Gdo), che oggi ha il 9,1% del totale (rispetto al 10,7% dell’anno scorso). «Non si può capire esattamente come si sviluppino i flussi nei canali. Non è detto che l’ecommerce – spiega Peresson – guadagni quel che perde la Gdo, in realtà gli scambi sono più articolati. Certo, ciò che emerge è che le librerie indipendenti, piccole, soffrano di più».
Il ruolo sempre maggiore che l’ecommerce, e Amazon in particolare, sta assumendo invita tutti, anche i librai, a una riflessione. Levi non vuole iscriversi al partito anti-Amazon. «Non è un nemico e, come le altre librerie online, ha grandi pregi: può portare i libri dove non ci sono e purtroppo sono molti i luoghi in Italia in cui la situazione è questa; ha un assortimento enorme che i negozi fisici non possono garantire e una grande efficienza distributiva. Amazon è senza dubbio un amico del libro e del lettore, però deve giocare ad armi pari, senza braccio di ferro. Non va bene che non abbia mai diffuso i dati di vendita per molti motivi. Non è giusto per gli editori e impedisce all’autorità pubblica di decidere come impostare le proprie politiche. Avere una fotografia della realtà il più possibile precisa non è solo un diritto: è necessario».
Ma lo studio dell’Aie vuole portare all’attenzione anche un altro aspetto che riguarda la lettura. Secondo il rapporto dell’Istat pubblicato a dicembre 2017 soltanto il 40,5% degli italiani ha letto almeno un libro nell’anno precedente. Dati in continua discesa che hanno suscitato un allarme. L’Osservatorio Aie sui comportamenti di lettura (sui 15 – 75enni) registra che negli ultimi 12 mesi i lettori di romanzi, saggi, gialli, fantasy, manuali e guide abbiano raggiunto quota 62%. Le abitudini si fanno infatti oggi sempre più articolate: legge libri di carta il 62% degli italiani, ma legge anche ebook il 27% e ascolta audiolibri l’11%. Considerate tutte queste modalità, leggerebbe il 65% popolazione italiana con più di 15 anni.
«L’indagine annuale dell’Istat – commenta Levi – è basata su una domanda un po’ romantica, cioè quanti libri si leggono per puro diletto, e risulta per forza di cose parziale. Lo stesso istituto, d’altro canto, fa un’indagine quinquennale in cui allarga la domanda ad altre motivazione di lettura e in quel caso il dato sale al 60%, che trova corrispondenza nella nostra analisi, fatta incrociando tutti i dati, in cui si arriva al 62%».
Il confronto con gli altri Paesi europei resta comunque impietoso con l’Italia fanalino di coda ma, dice Levi, «non è vero che non si sia mai fatto nulla per sostenere la lettura, non buttiamo via quanto è stato realizzato finora. Certo, bisogna fare uno scatto importante: sostenere le librerie, le biblioteche scolastiche, pensare alla defiscalizzazione dell’acquisto dei libri. Ricordando a tutti, però, che quella editoriale è la prima industria culturale italiana, prima del cinema, della musica, dell’arte. Un punto da cui partire».