Corriere della Sera, 26 gennaio 2018
Cern, alle origini dell’universo. Le particelle di Dio
Chi entra al Cern di Ginevra inizia un fantastico viaggio nel tempo, addirittura alle origini dell’Universo. Oggi il Cern è il più importante laboratorio di fisica esistente al mondo per indagare la natura della materia, scoprirne i tanti misteri ancora nascosti. Non a caso qui sono arrivati oltre mille scienziati americani attratti da possibilità di ricerca inesistenti negli Stati Uniti. Il Cern ha invertito la fuga dei cervelli, almeno per la fisica: i nostri non fuggono più oltre Atlantico, corrono a Ginevra dove si conquistano scoperte.
Ciò accade perché l’Europa condivideva con lungimiranza e coraggio nel 1954 la nascita del grande centro dove ora sette acceleratori provocando lo scontro fra particelle, come l’elettrone o il protone, generano altre particelle nuove capaci di svelare i segreti dell’atomo. Il campione assoluto di queste macchine è il Large Hadron Collider, Lhc, il più potente finora costruito, nel cui anello di 27 chilometri, cento metri sottoterra, si raggiunge un’energia straordinaria mai prima sfiorata. Con Lhc i fisici riescono a riprodurre le condizioni dell’Universo appena nato, una frazione di secondo dopo il Big Bang. Così Fabiola Gianotti riusciva a scoprire il fatidico bosone di Higgs confermato da Guido Tonelli e Joseph Incandela, tutti alla guida di due eserciti di tremila scienziati che si inseguivano a vicenda sino al grande risultato. E Peter Higgs che aveva dato il nome alla «particella di Dio» come diventava presto famosa, era premiato con il Nobel perché con la sua intuizione teorica di mezzo secolo fa spiegava l’ultimo tassello necessario del disegno della natura e il perché della massa delle altre particelle delle quali anche noi siamo costituiti.
Ma prima di Peter Higgs anche Carlo Rubbia conquistava sempre qui il Nobel e ora Fabiola Gianotti dirige il grande laboratorio europeo dove 17 mila cervelli sono proiettati alle frontiere della conoscenza. Come capite, si parla molto italiano tra gli acceleratori, sin dalle origini. Il Cern nasceva infatti dall’impegno di Edoardo Amaldi e del francese Pierre Auger pensando alla ricostruzione del Vecchio Continente, e i nostri scienziati, con l’Istituto nazionale di fisica nucleare, mantenevano sempre un ruolo di primo piano internazionale. Il potentissimo Lhc è l’unico al mondo con magneti superconduttori e Lucio Rossi, un fisico dell’Università Statale di Milano, ne governava la realizzazione; adesso è al lavoro per renderlo ancora più potente consentendogli di vedere più in dettaglio i primi momenti delle nostre origini. Centinaia sono i fisici italiani protagonisti delle affascinanti ricerche, talvolta così straordinarie da cambiare anche la nostra vita quotidiana. Fra le tante, in queste stanze la genialità di Tim Bernes Lee ideava il famoso «www» con il quale oggi navighiamo nel mondo grazie a Internet.
Il Cern non è però nascosto in un deserto ma incastonato in una Svizzera ricca di suggestioni e di paesaggi affascinanti, da centri storici come quelli di Losanna e Ginevra dove tante sono le storie da scoprire di ieri e di oggi. E poco lontano ci sono gli aromi regalati dai vigneti di Lavaux affacciati sul Lago Lemano e diventati con l’Unesco patrimonio dell’umanità.