Avvenire, 26 gennaio 2018
Manutenzione dei treni, dal 2013 solo tagli
«Si stima che le dinamiche manutentive lato veicoli e lato infrastruttura, seppure in diminuzione rispetto all’anno precedente, siano alla base di almeno il 28% del totale degli incidenti. Quindi quasi un terzo degli eventi letali. La problematica manutentiva rimane pertanto uno degli aspetti sui quali l’Agenzia sta focalizzando l’attenzione, proprio perché singoli eventi possono avere conseguenze disastrose». Fa venire i brividi quanto scriveva l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie (Ansf) nel penultimo Rapporto al Parlamento, inviato un anno fa dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio. Soprattutto se fosse confermato il cedimento di una rotaia. Un allarme che troviamo anche nell’ultimo Rapporto, pubblicato il 3 ottobre scorso, nel quale si segnala che nel 2016 ancora il 26% degli incidenti è stato provocato da problemi legati alla manutenzione dei treni e delle linee. Una riduzione sicuramente insufficiente. C’è, invece, un calo molto più sostanzioso. È quello del personale dell’Agenzia, cioè di chi deve fare i controlli. Anche l’Ansf è, infatti, finita sotto la scure della spending review del 2013. «La pianta organica rideterminata – si legge ancora nel Rapporto – prevede 265 unità a fronte delle 300 originariamente stabilite». In realtà sono meno della metà. Malgrado un leggero incremento nel corso del 2016 (un dirigente, otto amministrativi e nove tecnici), «al 31 dicembre 2016, erano in servizio presso l’Ansf 118 unità». Decisamente pochi. Eppure i problemi emergono ugualmente e riguardano proprio la manutenzione. «L’attività di ispettorato – sottolinea ancora il documento relativo al 2016 – evidenzia il permanere di criticità in quanto sono risultate non conformi il 14% delle rilevazioni effettuate durante l’attività ispettiva sull’infrastruttura e l’11% di quelle effettuate sui veicoli». Proprio per questo l’Agenzia ha fatto un approfondimento sugli incidenti più gravi. E i dati emersi sono ancora più preoccupanti. «Gli accertamenti mirati condotti dall’Ansf – si legge ancora – hanno riguardato gli eventi maggiormente critici per tipologia di incidente o per la gravità delle possibili conseguenze». Ebbene, «i dati relativi alla ripartizione dei fattori di rischio evidenziano la predominanza delle problematiche connesse alla manutenzione: 7% di casi legati al fattore umano «esterno al sistema ferroviario»; 34% di casi legati errata esecuzione di procedure ferroviarie (esercizio e manovra); 20% di casi legati alla manutenzione dell’infrastruttura; 39% di casi legati alla manutenzione del materiale rotabile». Per quanto riguarda il tipo di incidente di ieri, cioè il deragliamento, il Rapporto riferisce che nel 2016 ne sono avvenuti due e senza vittime. Ma, e qui tornano i problemi purtroppo concretizzatisi ieri, «dagli elementi a disposizione risulta che nei due incidenti sono state rilevate problematiche legate alla manutenzione dell’infrastruttura». L’Ansf non si limita a controlli e denunce, così, «in considerazione dell’importanza che l’attrezzaggio tecnologico determina sull’abbattimento dei valori di incidentalità» ha richiesto che «il Gestore dell’infrastruttura prosegua il piano di attrezzaggio dell’infrastruttura ferroviaria con dispositivi che consentano di prevenire incidenti o di limitarne le conseguenze; le Imprese ferroviarie valutino l’opportunità di attrezzare i treni con dispositivi a bordo in grado di rilevare, certificare e segnalare tempestivamente il degrado o il malfunzionamento di alcuni componenti e di mitigarne i relativi rischi». Sarà importante capire quanto è stato davvero realizzato.