Il Sole 24 Ore, 26 gennaio 2018
Facebook fa un uso improprio dei dati? In Germania ora rischia
Chi la spunterà tra l’austera Germania e il potente Facebook? La risposta non arriverà prima dell’estate, ma intanto il braccio di ferro continua. Oggetto del contendere sono i dati degli utenti: Facebook ne fa un uso improprio secondo il Bundeskartellamt, l’autorità antitrust tedesca. Per questo motivo l’autorità ha avviato valutazione preliminare per verificare l’abuso di posizione dominante sul mercato tedesco dei social network.
Il Bundeskartellamt è del parere che Facebook stia abusando di questa posizione dominante obbligando (a sua insaputa) l’utente a cedere i propri dati. In più, il problema è che le informazioni non provengono solo dagli account Facebook, ma anche da quelli Instagram e Whatsapp, che sono di proprietà della stessa società. Il discorso si allarga ancora se si pensa a tutte le “Api” (application programming interface) legate a Facebook, vale a dire le applicazioni e i servizi che accedono ai dati offerti dal social network. In pratica ogni volta che, per comodità o pigrizia, un utente clicca su “Accedi con Facebook” invece di registrarsi a un sito, sta di fatto autorizzando il social network a raccogliere i propri dati relativi anche all’attività svolta su un altro sito. In più,dal rapporto dell’autorità tedesca si evince che Facebook sarebbe in grado di raccogliere i dati gli utenti rintracciandoli su siti dove c’è semplicemente un pulsante di condivisione o di condivisione di Facebook, «anche quando gli utenti non cliccano su di essi».
Secondo Andreas Mundt, presidente del Bundeskartellamt, «attraverso le Api, i dati vengono trasmessi a Facebook anche quando un utente di Facebook visita altri siti web. Gli utenti non ne sono consapevoli. E allo stato attuale non siamo convinti che gli utenti abbiano dato il loro effettivo consenso al tracciamento dei dati di Facebook e alla fusione dei dati nel loro account. La portata e la forma della raccolta dei dati violano i principi obbligatori di protezione dei dati europei».
La protezione dei dati personali si intreccia con la protezione dei consumatori: «Facebook ha un quasi monopolio con oltre il 90% delle quote di mercato basate sugli utenti – si legge nel documento dell’autorità-. Facebook ha un accesso superiore ai dati personali dei suoi utenti e altri dati rilevanti per la concorrenza. Poiché i social network sono prodotti basati sui dati, l’accesso a tali dati è un fattore essenziale per la concorrenza sul mercato. Se altre società non hanno accesso a risorse di dati comparabili, ciò può costituire un ulteriore ostacolo all’ingresso sul mercato». Se, da una parte, c’è il knock-out inferto alla concorrenza, dall’altra c’è il danno all’utente, che il Bundeskartellamt individua nella «perdita di controllo» dei propri dati personali.