Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  gennaio 25 Giovedì calendario

Condono, cash e flat tax. Ecco il programma del centrodestra

Sono dieci punti sviluppati in 12 pagine: il centrodestra ha un programma di coalizione (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Noi con l’Italia). In attesa del Pd e dopo quello del Movimento 5 Stelle, è uno dei pochi documenti concreti dietro le promesse dei leader. Al netto delle questioni di posizionamento – la Lega di Matteo Salvini rilancia l’uscita dall’euro, esclusa dal programma comune – e delle dichiarazioni di principio (“una politica più responsabile e rispettosa dei cittadini”) ci sono molti punti concreti e misurabili.
 
FLAT TAX. È la grande novità del programma, non è chiaro se prevalga il modello di Forza Italia (aliquota unica sui redditi al 23 per cento, deduzione per tutti a 12.000 euro) o quella della Lega (15 per cento e deduzione di 3.000 euro per ogni componente del nucleo familiare). Ma dalle interviste che rilascia Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, sembra che sia il suo il modello che ha prevalso. Costa almeno 50 miliardi. I maggiori benefici vanno ai redditi alti: il 10 per cento più povero dei contribuenti risparmia in media 28 euro a famiglia, il 10 per cento più ricco 9.475, secondo i calcoli di Massimo Baldini e Leonzo Rizzo su Lavoce.info.
Brunetta assicura che “con tasse basse pagheremo tutti”. Ma secondo i dati del ministero del Tesoro, l’evasione sull’Irpef vale 35 miliardi l’anno. Anche recuperandola tutta – impossibile in poco tempo – mancherebbero molti miliardi. La copertura dovrebbe arrivare dal taglio di deduzioni e detrazioni (costano 175,1 miliardi) e riduzione dei sussidi alle imprese (30 miliardi). Dal 1994 al 2011, Forza Italia ha sempre promesso la riduzione delle aliquote Irpef a due, senza riuscirci. Neppure il governo Monti – con l’apposito commissario Francesco Giavazzi – ha ridotto in modo sensibile gli aiuti alle imprese, nonostante l’impegno. Ma Forza Italia promette di far partire la sua riforma subito, entro il 2018 e di ottenere, grazie alla Flat Tax, addirittura 10-15 miliardi di gettito aggiuntivo da spendere per altre voci. Secondo i calcoli de Lavoce.info, per mantenere la parità di gettito, l’aliquota unica dovrebbe essere almeno del 37 per cento, invece che del 23.
 
CONDONO. Silvio Berlusconi non lo ha ancora reso un tema forte della campagna elettorale, ma il programma del centrodestra prevede un gigantesco condono fiscale presentato con questa dicitura: “Chiusura di tutto il contenzioso e delle pendenze tributarie con contestuale riforma del sistema sanzionatorio tributario”. La stima è di un gettito di 10 miliardi all’anno per 3-4 anni (i crediti fiscali che sono davvero aggredibili, su 817 miliardi teorici, sono poco più di 51 miliardi). Ma la rottamazione delle cartelle esattoriali decisa dal governo Renzi ha già incassato oltre 7 miliardi da chi poteva permettersi di pagare per chiudere i contenziosi. Per Brunetta, comunque, “non si tratta di un condono perché non c’è la negazione di una regola”, ha spiegato al Quotidiano nazionale. Come i 5Stelle, anche il centrodestra propone “l’abolizione dell’onere della prova fiscale e la riforma del contenzioso tributario” ma non fornisce dettagli ulteriori.
 
CONTANTI. Il programma prevede anche “l’abolizione del limite all’uso del contante”: il governo Monti aveva fissato la soglia per i pagamenti in banconote a 1.000 euro, poi con l’esecutivo di Renzi il tetto era salito a 3.000. L’uso dei contanti è considerato da molti carburante per l’evasione fiscale, che ha bisogno di sistemi di pagamento non tracciabili. Lo pensava anche il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ma, dopo aver approvato un provvedimento che ne liberalizzava l’uso, ha detto “Ho cambiato idea, non c’è correlazione tra l’uso dei contanti e l’evasione fiscale” (2015).
 
WELFARE. Come richiesto dalla Lega, il centrodestra promette “l’azzeramento della legge Fornero”. Ma c’è un’aggiunta che rende difficile prevedere come si declinerà l’impegno: “Nuova riforma previdenziale economicamente e socialmente sostenibile”. La stima del Sole 24 Ore è che l’abolizione della riforma Fornero costi 20 miliardi di euro all’anno nei prossimi anni. Ma la formulazione nel programma di centrodestra rende impossibile capire se l’impegno sia per una riforma a parità di risorse o con un costo finale. Difficile stimare anche il punto “azzeramento della povertà assoluta”. Il governo Gentiloni ha avviato il Rei, il Reddito di inclusione sociale (1,8 miliardi, sussidi da 187 a 540 euro al mese). Secondo le organizzazioni che formano l’Alleanza contro la povertà, per coprire tutti i poveri assoluti servirebbero altri 5 miliardi. E garantire il “raddoppio dell’assegno minimo per le pensioni di invalidità” può costare 18 miliardi di euro, visto che nel 2016 i trattamenti di invalidità erogati dall’Inps sono stati 2,9 milioni per una spesa, appunto, di 18 miliardi.