Sette, 25 gennaio 2018
Thoeni: «La pista più difficile? Maranello»
SULLA STREIF A KITZBÜHEL, il 14 gennaio del 1975, chiudendo la sua discesa libera al secondo posto, per tre millesimi, dietro a “Kaiser Franz” (Klammer), Gustavo Thoeni dimostrò che sugli sci poteva fare quello che voleva. Anche tenere velocità che per lui, abituato a vincere solo negli slalom, non erano abituali. Era nato per correre sugli sci ma – con le solite poche parole – confessa che gli piaceva farlo anche in auto, su strade dove i limiti di velocità erano ancora un’indicazione di massima. Proprio quell’anno ricevette l’invito da un vero signore delle corse, che aveva 77 anni: Enzo Ferrari gli chiese di andare a trovarlo a Maranello. Ad attenderlo c’erano Niki Lauda e Clay Regazzoni. «Prima ho chiacchierato un po’ con Enzo Ferrari, da solo, nel suo uf cio che mi sembrava enorme». Poi lo hanno accompagnato a fare un giro della fabbrica, a vedere come nascono le auto più veloci del mondo. Salito su una, al suo fianco si è seduto Clay Regazzoni. «Mi ha offerto di fare un giro di pista con lui, non ricordo su che modello». Da quando si è sentito il rombo del motore, l’adrenalina ha cominciato ad accelerare. «Quando io pensavo fosse già tardi per frenare, lui metteva una marcia in più». Anche senza essere stato un pilota, Thoeni di strada in auto ne ha fatta tanta. «In Europa giravamo sempre in macchina, tolti i Paesi delle Scandinavia dove andavamo in aereo». Spesso lui, e molti altri suoi compagni della Valanga azzurra, sono riusciti ad arrivare alla partenza sugli sci, solo grazie alla loro confidenza con il volante, soprattutto sulle strade dove la neve faceva una selezione naturale dei guidatori. «Quando sono arrivate le 4X4 tutto è diventato più semplice». Anche arrivare alle gare di sci senza ansia.