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 2018  gennaio 25 Giovedì calendario

APPUNTI SULL’INCIDENTE FERROVIARIO A MILANO PER GAZZETTA

Eppure la sicurezza dei treni è aumentata, dicono le Ferrovie. I dati – Agi –

L’incidente che ha coinvolto un treno regionale Trenord, deragliato intorno alle 7 di mercoledì mattina a Seggiano di Pioltello, nel milanese, riapre i dubbi sulla sicurezza dei treni in Italia, che ha trovato l’ultimo grave episodio nella tragedia di Corato, in Puglia, del 12 luglio 2016. Allora i morti furono 26. Anche in questo caso si è trattato di un convoglio di pendolari. I morti accertati sono 3. Altri 9 feriti in codice rosso portati d’urgenza in ospedale e un centinaio in codice verde. 

Le notizie di cronaca aumentano la percezione che viaggiare in treno sia sempre meno sicuro. E molti passeggeri lamentano le condizioni di sicurezza dei treni. Ma secondo il “Rapporto sulla sicurezza ferroviaria nel 2016” presentato ad aprile 2017 dall’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie (ANSF) sulla Rete Ferroviaria Italiana (RFI) nel 2016 si erano verificati 87 incidenti, 11 in meno rispetto al 2015 e il 35% in meno rispetto al 2005. Gli incidenti dunque sembrano diminuire.


Di questi, l’83% è dovuto «all’indebita presenza di pedoni» sui binari a causa di un imprudente attraversamento dei binari in stazione o al passaggio a livello. Dai dati sono, infatti, esclusi i suicidi. Proprio i pedoni rappresentano il 98% dei morti del 2016, con picchi nelle seguenti città:


Milano 14 vittime Roma 7 Bolzano 4  Caserta 4  Lucca 3 Verona 3


Le altre cause di incidente

Il resto è causato da un’errata discesa o salita dei viaggiatori (3%), da problemi di manutenzione (5%), da un’errata esecuzione di manovra (3%), dal dissesto idrogeologico (1%) e dallo scontro con veicoli stradali (5%). In particolare, gli incidenti legati a «cause tecniche» sono diminuiti del 70% rispetto al 2005. Mentre è aumentata la percentuale di "investimento pedoni": dal 64% all’83%. 


Rete regionale "si adegui agli standard nazionali"

In queste statistiche era stato escluso però l’incidente di Andria-Corato perché non rientrava nelle tratte di RFI. Infatti, se sulla rete ferroviaria nazionale nel 2016 si era verificata una sola collisione per dissesto idrogeologico con zero vittime - un dato inferiore al valore medio nazionale ed europeo -, su quelle regionali come la Ferrotranviaria pugliese non si raggiunsero gli stessi standard di sicurezza. «Ad oggi il traffico di tali reti è in minima parte coperto da sistemi automatici di protezione della marcia del treno», si legge nel rapporto. Perciò «è necessario seguire un percorso di attrezzaggio tecnologico e di allineamento agli standard nazionali». 


I rischi aumentano sulle tratte regionali, con picchi preoccupanti

In Italia ci sono circa 2mila chilometri di rete regionale. Qui i numeri dei 2016 sono preoccupanti. Le vittime sono state 44, per un totale di 7 incidenti. La progressione degli ultimi anni evidenzia che quel dato relativo a due anni fa è il peggiore del decennio: di solito, anche queste reti riescono ad attestarsi su livelli di sicurezza buoni. Sia nel 2014 che nel 2015, ad esempio, le vittime erano state solo quattro. Nel tempo, però, si assiste a picchi di incidenti preoccupanti, come nel 2011 e nel 2013, quando è stato superato il tetto di 20 vittime.


Tuttavia, anche sommando il numero degli incidenti locali a quelli sulle reti nazionali, il dato, che sale a 94 incidenti totali con 127 vittime, è in calo di 8 unità rispetto al 2015 e di 32 rispetto al 2005. E la mortalità relativa al periodo 2010-2015 rappresenta l’1,8% del totale di tutti i sistemi di trasporto. 



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LA CRONACA DELL’INCIDENTE


IL POST –

Questa mattina, pochi minuti prima delle 7, un treno di Trenord partito da Cremona e diretto alla stazione di Milano Porta Garibaldi è deragliato all’altezza di Seggiano di Pioltello. Tre persone sono morte e diverse decine sono state ferite. Sembra che il deragliamento sia stato causato dal cedimento di un pezzo di binario.

Luciana Lamorgese, prefetta di Milano, ha confermato tre persone morte (tutte donne), 100 feriti lievi, 8 in codice giallo e 5 in codice rosso, cioè il livello di gravità più alto assegnato in pronto soccorso. Croce Rossa Lombardia ha detto che tutte le persone che erano a bordo del treno sono state fatte uscire. I feriti sono stati portati agli ospedali milanesi San Raffaele, Humanitas, e Policlinico, e al San Gerardo di Monza.

Rete Ferroviaria Italiana (RFI) ha detto che probabilmente l’incidente è stato causato dal cedimento di un binario (inizialmente si era parlato invece di un problema con uno scambio). Ad uscire dai viari – “sviare”, come si dice tecnicamente – non è stata la motrice del treno, ma tre vagoni al centro del convoglio, che poi hanno continuato la loro corsa fuori dai binari per più di due chilometri prima di sbattere contro un palo della trazione elettrica. L’ipotesi del cedimento di un binario spiegherebbe anche le “forti vibrazioni” avvertite dai passeggeri a bordo del treno poco prima dell’incidente. La procura di Milano ha aperto un fascicolo di indagine per “disastro ferroviario colposo”.

Il treno, formato da cinque vagoni, era partito da Cremona alle 5.32 di questa mattina ed era diretto alla stazione di Milano Porta Garibaldi. Il treno deragliato questo mattina viene usato soprattutto da lavoratori pendolari e studenti che ogni giorno raggiungono Milano da altre città e paesi della Lombardia, principalmente dalle province di Bergamo e Cremona (il treno passa per Crema e Treviglio, per esempio). La circolazione dei treni tra Milano e Pioltello è stata interrotta con conseguenti ritardi per gli altri treni in arrivo a Milano su diverse tratte.


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CORRIERE.IT 

Un gravissimo incidente ferroviario, che ha causato tre morti e 46 feriti di cui 5 molto gravi, si è verificato alle 6.57 di giovedì mattina nell’hinterland a nord di Milano. Un treno di Trenord, il regionale 10452 partito da Cremona alle 5.32 e diretto a Milano Porta Garibaldi, è deragliato all’altezza di Seggiano di Pioltello, nello stesso punto dove il 23 luglio scorso un altro convoglio era uscito dai binari, in quel caso senza conseguenze. In quel tratto erano in corso lavori di manutenzione. L’identità delle vittime è in corso di accertamento ma, secondo quanto appreso finora, si tratta di tre donne: sono Ida Maddalena Milanesi, 61 anni, chirurgo dell’Istituto Besta di Milano, Pierangela Tadini, 51enne originaria di Caravaggio e residente a Vanzago (Milano), e Giuseppina Pirri, 39 anni, di Cernusco sul Naviglio. Ci sono poi cinque persone in condizioni molto gravi (codice rosso) e alte 46 ricoverate nei vari ospedali milanesi. La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta con l’ipotesi di reato di disastro ferroviario colposo. A capo della squadra Usar (Urban Search And Rescue) dei vigili del fuoco sul posto c’è Carlo Cardinali, lo stesso funzionario che ha coordinato le squadre di soccorso a Rigopiano. Intorno alle 10 del mattino anche gli ultimi passeggeri intrappolati tra le lamiere sono stati estratti e i vigili del fuoco hanno iniziato a mettere in sicurezza l’area. Sono state attivate due linee telefoniche dedicate per i parenti dei viaggiatori presumibilmente presenti sul treno: 02.77584184, 02.77584892.


Ospedali in maxi emergenza

Il convoglio era composto da sei vagoni, e sono state le tre vetture centrali ad uscire dai binari, accartocciandosi. Il treno aveva già fatto una decina di fermate e caricato centinaia di pendolari. Partito alle 5.32 da Cremona, sarebbe arrivato a Milano alle 7.24. L’incidente, secondo quanto riferito, è avvenuto alle 6.57. L’allarme è scattato con venti chiamate, arrivate al 112 tra le 6.58 e le 7. La macchina dei soccorsi in azione ha pochi precedenti a Milano: 28 ambulanze, 2 elicotteri (uno da Bologna) e decine di soccorritori. I feriti sono smistati negli ospedali della città più vicini al luogo dell’incidente: San Raffaele e Humanitas, ma anche Policlinico, San Donato e Niguarda. In questi ospedali milanesi è stato dichiarato in mattinata lo stato di massima emergenza: sospese tutte le attività ordinarie e le operazioni non urgenti per dare la priorità ai feriti gravi in arrivo, fino alle 10.45, quando la situazione si è normalizzata. Poco prima di mezzogiorno l’ospedale San Raffaele aveva in cura un uomo e una donna in codice rosso, ricoverati in chirurgia (l’uomo ha subito l’amputazione di una gamba), altri due uomini in codice giallo e sei pazienti al pronto soccorso. Al San Donato quattro donne, due giovani e due più anziane, con un trauma cranico, uno addominale e fratture. Sul sito hsr.it è indicato il numero dedicato ai familiari che vogliono sapere se un loro parente è ricoverato al San Raffaele: 02.26439000.


Nelle palestre

La maggior parte dei «codici verdi» sono stati radunati in due palestre, a Segrate e a Pioltello, assistiti da infermieri, medici, psicologi e Protezione Civile, anche con bevande calde e generi di conforto. Atm ha messo a disposizione alcuni autobus per trasportare i feriti lievi agli ospedali, e in giornata chi ha un abbonamento Trenord può viaggiare gratis sui mezzi.


Ipotesi sulle cause

La circolazione ferroviaria è interrotta dalle 7.00 sulla linea Milano-Brescia, con ritardi di 3 ore. Per quanto riguarda le cause, il direttore territoriale di Rete Ferroviaria italiana, Vincenzo Macello, presente sul luogo dell’incidente, ha dichiarato che a provocare il deragliamento è stato il cedimento strutturale di una rotaia. La rottura della rotaia si è verificata 2,3 km prima della stazione di Pioltello. La rotaia che ha ceduto stava per essere sostituita: in quel tratto erano in corso lavori di manutenzione. Lo prova una fotografia scattata esattamente nel punto in cui è avvenuto il cedimento, un paio di chilometri prima di quello in cui il treno è uscito dai binari.


La dinamica

In quel punto manca un pezzo di rotaia lungo una ventina di centimetri. Accanto al binario, il tratto di binario nuovo che avrebbe dovuto sostituire quello vecchio e per il quale erano in corso i lavori di manutenzione. Secondo una prima ricostruzione, la dinamica dovrebbe essere questa: la rotaia cede al passaggio delle prime carrozze, ma quelle che escono dai binari sono solo quelle centrali. Il treno continua la sua corsa, ma le carrozze centrali hanno ormai le ruote fuori dal binario. Due chilometri dopo si intraversano ed è il deragliamento vero e proprio.


I soccorsi

Sul posto ( una massicciata ferroviaria a cui sono state asportate le ringhiere di cemento per permettere il passaggio dei soccorritori) si trovano decine di pendolari, infermieri, operatori delle forze dell’ordine che salgono e scendono con delle scale dei vigili del fuoco. Il luogo peraltro non è facile da raggiungere. Più avanti, lungo i binari, i vagoni deragliati, con diverse persone incastrate. Tutto intorno si opera alacremente per raggiungerli. Sul posto la Polfer, i carabinieri di Cassano D’Adda (Milano), decine di ambulanze. A quell’ora, le 7, il treno proveniente da Cremona, e dall’hinterland a est del capoluogo lombardo, aveva raccolto centinaia di pendolari che abitualmente raggiungono Milano.



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ILSOLE24ORE.COM – 

Gravissimo incidente ferroviario nel Milanese. Secondo il bilancio corretto dalla Prefettura e dal centro di coordinamento dei soccorsi, ci sono tre vittime accertate (tutte donne), 5 feriti molto gravi e 46 persone ricoverate negli ospedali della zona a causa del deragliamento, alle 6.57 di questa mattina tra Pioltello e Segrate, alle porte di Milano, di un convoglio di Trenord. Il convoglio era partito da Cremona e diretto a Milano Porta Garibaldi. Sul luogo dell’incidente sono all’opera i Vigili del fuoco. Terminate le operazioni per estrarre i feriti dalle lamiere dei vagoni deragliati, feriti trasportati in diversi ospedali.

Anche se le cause complessive non sono ancora chiare, c’è stato, come dichiarato da Vincenzo Macello, responsabile di Rfi della Lombardia, il cedimento di un tratto di rotaia circa due chilometri e 300 metri prima del luogo dell’incidente.

Il deragliamento del treno regionale 10452 di Trenord è avvenuto nei pressi della stazione di Pioltello Limito, nel milanese. A causa del deragliamento del treno, fra Milano e Brescia il traffico ferroviario è sospeso sia sulla linea direttissima , sia sulla linea “lenta”. Sono fermi anche i treni di Trenitalia, secondo quanto si apprende da Rete Ferroviaria Italiana (gruppo Fs).

L’attenzione dei tecnici di Rete Ferroviaria Italiana, la società del gruppo Fs che gestisce l’infrastruttura ferroviaria, è concentrata al momento sul fatto che ad uscire dai binari sono state le vetture centrali del treno e non quelle di testa e di coda.

Il convoglio deragliato questa mattina a Seggiano di Pioltello, alle porte di Milano, era partito da Cremona alle 5.32 e sarebbe dovuto arrivare a Milano Porta Garibaldi alle 7.24. Il convoglio è composto da sei vagoni e a bordo, dato l’orario, c’erano centinaia di pendolari. Sul posto sono giunti tutti i mezzi di soccorso disponibili dalla regione e anche da fuori. Dall’Emilia Romagna è giunta una eliambulanza. Presenti, oltre ai vigili del fuoco e personale di Rfi e di Trenord, i carabinieri, personale della Polfer e della Questura di Milano.

Le vittime sono tre donne: Pierangela Tadini, 51enne originaria di Caravaggio ma residente a Vanzago (Milano), Giuseppina Pirri, 39 anni, di Cernusco sul Naviglio e Ida Maddalena Milanesi, 61 anni di Caravaggio (Bergamo).

Il treno - secondo una prima ricostruzione di Rete Ferroviaria Italiana, che gestisce l’infrastruttura - ha percorso con alcune ruote fuori dalle rotaie circa due chilometri prima che una delle tre vetture impattasse un palo della trazione elettrica e si accartocciasse. A quel punto il treno si è scomposto. I tecnici di Rfi parlano anche di un cedimento strutturale di circa 20 centimetri di binario, circa due chilometri e trecento metri più indietro rispetto al luogo del deragliamento del treno, come dichiarato da Vincenzo Macello, responsabile di Rfi della Lombardia.

Nei dettagli, secondo una prima ricostruzione, la dinamica dovrebbe essere questa: la rotaia cede al passaggio delle prime carrozze, ma quelle che escono dai binari sono solo quelle centrali. Il treno continua la sua corsa, ma le carrozze centrali hanno ormai le ruote fuori dal binario. Due chilometri dopo si intraversano ed è il deragliamento vero e proprio. Pare che nel tratto dove la rotaia ha ceduto fossero in corso lavori di manutenzione.

In precedenza, sempre Rfi aveva escluso qualsiasi malfunzionamento degli scambi della stazione di Pioltello, una ipotesi sulle cause del disastro che era girata in precedenza. Pare invece che i sistemi di sicurezza della rete abbiano funzionato: i sensori posizionati sugli scambi hanno rilevato il passaggio anomalo di alcune vetture del treno ed hanno disposto a “via impedita” tutti i sistemi di segnalamento, bloccando di fatto la circolazione nell’area.

Il questore di Milano Marcello Cardona, arrivato sul luogo, ha detto: «Abbiamo individuato un cedimento tra vagoni ma sono ancora in corso tutti gli accertamenti per chiarire il quadro». Le parole del questore Cardona sono una prima conferma rispetto a quanto raccontato da alcuni soccorritori. A molti, infatti, è risultato strano lo slittamento di solo due vagoni mentre gli altri, in testa e in coda, sono rimasti in asse. Il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Raffaele Cattaneo, scrive su Facebook che «Non si conoscono ancora le cause dell’incidente, ma dalla dinamica sembra essersi trattato di un cedimento strutturale della rete o del convoglio in uno dei punti più trafficati della rete ferroviaria lombarda, da cui passano circa 500 treni al giorno». «In Lombardia abbiamo stanziato nell’ultimo bilancio 1,6 miliardi per l’acquisto di nuovi treni. Ma in questi anni è stata data maggiore attenzione all’alta velocità che non ai treni dei pendolari», ha proseguito Cattaneo.

Secondo la testimonianza di uno dei passeggeri, «Andava tutto bene, all’improvviso il treno ha iniziato a tremare, poi si è sentito un boato e le carrozze sono uscite dai binari. Quasi subito - ha aggiunto l’uomo, salito alla stazione di Crema - abbiamo capito che cosa era successo». Un’altra testimonianza viene da Marcella, una impiegata di 45 anni che stamani si trovava a bordo del treno deragliato nei pressi di Pioltello. «Sono stata davvero fortunata, mi sento miracolata - ha raccontato uscendo a piedi dal centro di coordinamento dei soccorsi - mi sono trovata sull’unica carrozza dove non ci sono stati feriti. Poi quando sono scesa ho visto che era successo un disastro tutto intorno a noi. Sono partita questa mattina alle 6.43, da Treviglio, come faccio tutti i giorni. Improvvisamente ho sentito un grande botto, sono stata scagliata addosso alle persone che erano vicino a me sui sedili, e mentre il treno sembrava frenasse, tutto intorno dei sassi spaccavano i finestrini e entravano nella carrozza e vedevamo delle scintille sui fianchi del treno. La nostra carrozza -prosegue Marcella- è rimasta inclinata e faticosamente ci siamo trascinati per terra fino alle uscite che sono state sbloccate dai soccorritori. Non credevamo che fosse così grave, ma quando poi siamo usciti e abbiamo visto gli altri vagoni intraversati abbiamo cominciato a vedere feriti ovunque che urlavano».

Recentemente, nella stessa zona c’era stato un altro incidente:  poco più di 6 mesi fa infatti, il 23 luglio scorso, un treno di Trenord diretto da Milano a Bergamo era parzialmente uscito dai binari proprio all’altezza di Pioltello. Nessuno degli oltre 200 passeggeri era rimasto ferito. A sviare dai binari, come spiegato al momento dell’incidente da Rfi, era stata la prima vettura del convoglio.

Nel frattempo, la Procura di Milano ha aperto un’inchiesta con l’ipotesi di reato di disastro ferroviario colposo, previsto dall’articolo 430 del codice penale che punisce «chiunque cagiona un disastro ferroviario» con la «reclusione da cinque a quindici anni». Del caso se ne è occupato subito in prima battuta il pm di turno Stefano Civardi e l’inchiesta ora è in mano al procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, che da quanto si è saputo, la sta assegnando ai pm Maura Ripamonti e Leonardo Lesti.

Da quanto si è appreso, la polizia giudiziaria quando ha segnalato il deragliamento alla procura ha parlato subito di un problema che si sarebbe verificato poco prima del deragliamento, probabilmente un chilometro prima. La procura prima di effettuare iscrizioni nel registro degli indagati dovrà avere un quadro più preciso sulle cause del deragliamento e sulle figure eventualmente coinvolte. Il treno è della società Trenord mentre dei binari è responsabile la Rete Ferroviaria Italia.


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MASSIMO PISA, REPUBBLICA.IT –

Persone incastrate tra le lamiere, elicotteri a far da spola con gli ospedali, soccorritori in arrivo da mezza Lombardia ed Emilia-Romagna, morti e tanti, tantissimi feriti. Il bilancio parla di tre vittime, tutte donne, di alcuni feriti gravissimi e di altri cento in condizioni meno serie. Inizialmente tra i soccorritori era circolata la notizia di una quarta vittima, ma la prefettura specifica che per ora non trova conferme. Coinvolti nel disastro sono i passeggeri del treno numero 10452 - 350 pendolari a bordo - che collega Cremona a Milano Porta Garibaldi e che alle 6.57 è sparito dai radar delle ferrovie ed è ricomparso intorno alle 7 ad alcuni chilometri dalla stazione dei Pioltello rovesciato, in parte accartocciato contro un palo e con un gran numero di persone prigioniere delle carrozze. 

"Fuori dai binari per 2 chilometri poi l’impatto contro un palo". Il treno - secondo una prima ricostruzione Rfi - ha percorso con alcune ruote fuori dalle rotaie circa due chilometri prima che una delle vetture andasse a sbattere contro un palo della trazione elettrica e si accartocciasse. I vigili del fuoco hanno dovuto aprire le pareti del treno come fossero scatolette di latta. Alle otto del mattino il livello di emergenza è ai massimi livelli. Vigili del fuoco, poliziotti, carabinieri, infermieri, medici, volontari della protezione civile, personale della protezione civile sono accorsi a Pioltello per quello che è uno degli incidenti ferroviari più gravi della Lombardia. L’ospedale di Monza ha sospeso tutti gli interventi elettivi (quelli programmati, non urgenti) in attesa dell’arrivo massiccio di feriti. 


Le vittime. Sono tutte donne le vittime del disastro. Si tratta di Pierangela Tadini, 51 anni, di Caravaggio ma residente a Vanzago (Milano) e di Giuseppina Pirri, 39 anni, di Cernusco sul Naviglio, e Ida  Maddalena Milanesi, 61 anni, di Caravaggio (Bergamo).


Rfi: "Cedimento strutturale rotaia". Una primissima ricostruzione dice che il convoglio che viaggiava a 100 chilometri orari e composto da cinque carrozze è deragliato a Seggiano, poco prima della stazione di Pioltello. Pare che le prime due carrozze siano passate mentre le altre tre sono uscite dai binari "per - dice il questore di Milano Marcello Cardona - un cedimento tra i vagoni". Rfi parla di un cedimento strutturale di circa 20 centimetri di binario, circa due chilometri più indietro rispetto al luogo del deragliamento del treno. Ma non si può ancora dire se sia stata la causa o l’effetto del deragliamento. Un passeggero parla di una vibrazione, fortissima, che ha preceduto il disastro.


Aperta inchiesta per disastro colposo. Duplice su quel tratto la competenza: Trenord ’governa’ i treni, Rfi la linea. I pm che indagano dovranno dunque capire cause e responsabilità del disatro. Per ora le prime, frammentarie, dichiarazioni. I tecnici di Rete Ferroviaria Italiana, dopo una verifica della rete, hanno escluso qualsiasi malfunzionamento degli scambi della stazione di Pioltello. Al contrario, dicono, i sistemi di sicurezza hanno funzionato: i sensori di posizionamento hannno rilevato il passaggio anomalo di alcune vetture del treno e hanno bloccato la circolazione nell’area.

"Il treno ha cominciato a tremare". Gianmarco, 25 anni, pendolare salito a Crema racconta: "Poco prima di Pioltello il treno ha cominciato a tremare, abbiamo capito che stava per succedere qualcosa". E aggiunge: "Il treno era pieno perché a Treviglio salgono in tanti. Avrà tremato per 3-4 minuti poi è arrivata una botta. Una vettura si è staccata".


Il precedente. A luglio, proprio nello stesso tratto, si era verificato qualcosa di simile, ma senza vittime. Non è detto che tra i due episodi ci sia una relazione, ma certo ora quel precedente torna alla mente. All’epoca un treno aveva sviato dai binari appena fuori dalla stazione di Pioltello, all’altezza di via Genova. Il convoglio 2627 di Ferrovie Nord era diretto a Bergamo. Il macchinista non era riuscito a effettuare regolarmente la manovra sullo scambio e così le prime due carrozze - quella del conducente e la prima dei passeggeri - erano uscite dai binari ed erano rimaste appoggiate sulle pietre del percorso, lungo la massicciata. Tanta paura ma nessun ferito fra i 250 viaggiatori.




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IL POST – 

Cos’è Trenord e cos’è Ferrovienord

La distinzione tra Trenord e Ferrovienord sarà importante soprattutto per accertare le responsabilità dell’incidente di oggi. Trenord è la società che gestisce i treni regionali in Lombardia, ma non si occupa della gestione della rete ferroviaria (i binari), che invece – in buona parte della Lombardia – è gestita da Ferrovienord. Quindi i treni sono gestiti da Trenord, i binari da Ferrovienord.

Trenord è una società che esiste dal 2011 ed è controllata al 50 per cento da Ferrovie dello Stato e al 50 per cento dal Gruppo FNM (che prima gestiva i treni “leNord”).

Ferrovienord, invece, è controllata integralmente dal Gruppo FNM.


Il Gruppo FNM, infine, è una società quotata in borsa la cui maggioranza è in mano a Regione Lombardia, con una quota di minoranza sotto il controllo delle Ferrovie dello Stato.



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PENDOLARI, LE 10 LINEE PEGGIORI - ILSOLE24ORE.COM –

Guasti, ritardi, treni vecchi, corse cancellate da un giorno all’altro. Sono disagi che rientrano nella routine dei 2,8 milioni di passeggeri che viaggiano regolarmente su treni regionali e Intercity, lungo i 672 chilometri di linee ferroviarie pendolari che si snodano per il paese. Un «inferno», come lo ha definito Legambiente nel suo rapporto Pendolaria 2017, che si è aggravato con una diminuizione delle tratte a favore dell’Alta velocità: dal 2010 al 2017 sono stati sforbiciati del 6,5% i treni regionali e del 15,5% gli Intercity, facendo crollare del 40% i clienti della seconda categoria. Il tutto mentre l’Alta velocità è cresciuta del 6,6% nello stesso periodo, con un’intensificazione quasi impressionante dei collegamenti Roma-Milano (su del 435% dal 2009 all’anno scorso, con picchi di un treno ogni 10 minuti nelle ore di punta). 


Anche su questo sfondo, però, ci sono delle linee particolarmente rischiose. Legambiente ha mappato le «le 10 linee da incubo» attive su scala nazionale, con un podio tutto condensato nel centro-sud. La peggiore tratta in assoluto è Roma-Ostia Lido (Lazio), seguita dalla Circumvesuviana (seconda) e da Reggio Calabria-Taranto (terza), per poi spostarsi anche a settentrione con Verona-Rovigo (quarta), Brescia-Casalmaggiore-Parma (quinta), Agrigento-Palermo (sesta), Settimo Torinese- Pont Canavese (settimo), Campobasso-Roma (ottava), Genova-Savona-Ventimiglia (nona) e Bari-Corato-Barletta.


Le odissee dei pendolari, dal Lazio al Veneto 

L’analisi di Legambiente, pubblicata a dicembre, ha classificato le «linee peggiori» secondo una serie di criteri che compromettono la qualità del servizio: ritardi e tagli dei treni, capienza ed età dei convogli, orari inadatti alle esigenze dei pendolari, scarsa frequenza. Il caso più eclatante denunciato dall’associazione è quello di Roma-Ostia Lido, una linea suburbana gestita dall’Atac. I 55mila clienti registrati oggi, in discesa rispetto ai 100mila di qualche anno fa (-45%), hanno subito sulla propria pelle (e i propri orari) un deficit del 7,2% di corse effettuate rispetto a quelle programmate, in aggiunta alle ansie quotidiane di sovraffolamento, cancellazione di treni, ritardi e tempi di percorrenza che vanno ben oltre i 30 minuti previsti per marciare sui 28 chilometri della linea. Senza contare episodi quasi surreali come quello della stazione scomparsa di Torrino-Mezzocammino, una fermata che avrebbe dovuto essere realizzata dopo un finanziamento da 2 milioni di euro nelle casse comunali. Il risultato, spiega Legambiente, è che «soldi sono spariti, al fianco dei binari è stato costruito un parcheggio da 100 posti nel nulla laddove doveva esserci la stazione, e intanto i 12.000 abitanti del quartiere sono costretti all’uso dell’auto privata per spostarsi verso il centro».

Disagi simili sono il pane dei passeggeri della Circumvesuviana, la ferrovia che si estende per 142 chilometri e “serve” un bacino di 2 milioni di persone. Dal 2003 ad oggi, si legge nel report,le 500 corse giornaliere si sono dimezzate, con 4.252 soppressioni di treni e 26.533 ritardi sopra i 15 minuti nel solo 2016. Il declino delle linee pendolari non ha risparmiato nemmeno un’infrastruttura storica come la linea che salda Reggio Calabria a Taranto, inaugurata nel 1875 e snodata per 472 chilometri, tre regioni e svariati centri portuali. La “ferrovia jonica” ha sofferto un taglio del 20% dei servizi dal 2010 all’anno scorso, con una scure che ha fatto saltare «4 intercity notte, 5 treni espresso, 7 treni espresso cuccetta, 2 treni interregionali». E proprio la Calabria può vantare uno dei rapporti più sfavorevoli fra diminuzione dei servizi e aumento dei costi: sempre tra 2010 e 2017, il taglio del 26,4% dei servizi si è accompagnato a un aumento del 20% delle tariffe.

Calano i servizi, crescono i costi 

La tegola sui pendolari calabresi è condivisa da buona parte dei connazionali. Da una stima del Sole 24 Ore su dati Legambiente emerge che, tra 2010 e 2017, si è assistito a un aumento medio del 23,3% delle tariffe a fronte di un taglio dell’8,22% dei servizi. Il rialz0 più drastico ha colpito la Liguria, con un aumento del 48,9% accompagnato da un calo dell’8,1% nei servizi, ma si fanno notare anche gli aumenti in Campania (tariffe più costose del 48,4% a fronte di tagli del 15,1%) e Piemonte (tariffe a +47,3% in contemporanea al -4,9% dei servizi). La Liguria ha comunque visto aumentare i passeggeri del 16,4% (da 105mila a 122.259), mentre Campania e Piemonte hanno scontato la combinazione tra sforbiciata ai servizi e rincaro: passeggeri giù del 40,3% sulle linee campane e del 18,4% in Piemonte. Viceversa, in Alto Adige, la crescita delle linee (quasi triplicate, da 11mila nel 2011 a quasi 32mila) ha dato i suoi frutti: nella sola provincia di Bolzano i clienti sono passati da 24.200 31.425, un rialzo del 29,8%.



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Treno deragliato: Legambiente, Cremona-Milano tra linee peggiori = 

(AGI) - Roma, 25 gen. - La linea Cremona-Milano e’ segnalata dall’ultimo rapporto "Pendolaria" di Legambiente come "una delle peggiori in Lombardia: conta oltre 10 mila pendolari giornalieri, su treni lenti e sovraffollati, dall’eta’ media di 17 anni". Mentre i dati rilevano come "i convogli che viaggiano quotidianamente su alcune tratte versino in condizioni inaccettabili, troppo spesso soggetti a guasti, per lo piu’ dovuti all’eta’ dei convogli stessi". "Al momento - spiega Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia - deve prevalere la cautela. Siamo vicini alle famiglie delle vittime e dei feriti di questo tragico incidente. Il sistema ferroviario e’ molto stressato, bisogna ricercare le cause per capire dove siano stati i limiti, se il problema si sia presentato a livello strutturale all’altezza dello scambio dei binari o del carrello del treno, visto che sulla linea circolano ancora modelli obsoleti, soprattutto negli orari di maggior affluenza di pendolari. Non e’ pensabile che nel 2018 non si possa viaggiare sui mezzi pubblici in sicurezza". Ogni giorno in Lombardia si spostano migliaia di pendolari, quasi 800mila l’anno, che prendono treni per recarsi al lavoro. (AGI) Bas 251414 GEN 18 NNNN


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Dopo l’incidente di questa mattina si è tornati a parlare della presunta scarsa sicurezza dei treni in Italia. In realtà i dati suggeriscono che viaggiare in treno in Italia sia piuttosto sicuro.


UN PO’ DI DATI SUI TRENI IN ITALIA - IL POST 17/1/2017 – Nei giorni scorsi i giornali britannici hanno parlato delle tariffe ferroviarie europee, dopo che il prezzo dei biglietti dei treni nel paese è stato aumentato: il Regno Unito è il paese europeo in cui i pendolari spendono di più per andare a lavorare nelle grandi città in treno, e dove in generale viaggiare da stazione a stazione costa di più. Le tariffe però non sono l’unico metro da usare per giudicare i servizi ferroviari: bisogna tenere conto anche della sicurezza e della qualità del servizio, in particolare della disponibilità di tratte e treni e della loro puntualità. Il Post ha messo insieme un po’ di dati europei da cui si vede che i treni in Italia costano meno e sono anche più sicuri rispetto a molti paesi europei, anche se ce ne sono meno e sono meno puntuali.

Quanto costano i treni in Europa

I più recenti dati dell’Unione Europea sul prezzo dei biglietti ferroviari nei diversi paesi membri sono quelli dello Study on the prices and quality of rail passenger services pubblicato nell’aprile del 2016. I treni italiani sono molto più economici non solo di quelli britannici, ma anche di molti altri paesi europei: e questo vale non solo per i treni a breve percorrenza ma anche per quelli a lunga percorrenza e ad alta velocità. Per esempio, i treni italiani sono più economici dei treni degli altri paesi europei più grandi – per dimensione e popolazione – cioè Germania, Francia, Spagna e Regno Unito. Inoltre in Italia è possibile avere degli sconti sui treni ad alta velocità, cosa che non è possibile nel Regno Unito.

Per quando riguarda i soli treni ad alta velocità, il prezzo più basso in assoluto in Europa è quello di alcuni biglietti di Nuovo Trasporto Viaggiatori (NTV), la società dei treni Italo: acquistando alcuni biglietti una settimana prima del viaggio si spendono 0,05 euro al chilometro. Tra i sette paesi dell’Unione Europea che dispongono di linee di alta velocità (Belgio, Germania, Francia, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito e Spagna) prezzi più bassi di quelli italiani si trovano in Belgio e, comprando andata e ritorno insieme, in Francia, ma in Italia basta comprare il viaggio una settimana in anticipo per spendere meno di quanto si spenderebbe in questi paesi.

Mettendo da parte il confronto con gli altri paesi europei, è vero che in Italia il costo dei biglietti dei treni è cresciuto negli ultimi anni quasi dappertutto. Il prezzo dei viaggi sui treni regionali dipende dalle regioni e quindi è aumentato in maniera diversa nelle varie zone d’Italia. Secondo Pendolaria, una campagna di Legambiente dedicata ai treni regionali e locali italiani, le regioni in cui i prezzi dei biglietti dei regionali sono aumentati di più dal 2010 al 2016 sono il Piemonte (più 47,3 per cento) e la Liguria (più 41,24 per cento); le regioni in cui sono aumentati meno sono la Sardegna (più 9 per cento), il Molise (più 9 per cento) e la Sicilia (più 7,7 per cento).



Quanto si usano i treni in Italia

La rete ferroviaria italiana è lunga 17mila chilometri: il rapporto tra ferrovie e rete autostradale è più alto che in Spagna e poco più basso che in Francia, quindi tenendo conto della conformazione territoriale italiana non abbiamo poche linee ferroviarie. Tuttavia gli italiani viaggiano in treno molto meno rispetto a tedeschi, francesi e britannici: nel 2014 – l’anno più recente per cui si dispone di dati per tutta l’Unione Europea – il numero di chilometri percorsi in media in treno da un cittadino britannico erano 1.005, per un cittadino tedesco 1.126, per un cittadino francese 1.359, mentre per uno italiano erano 804. Anche in Austria, Svezia e Danimarca si viaggia di più in treno rispetto all’Italia; in tutti gli altri paesi europei i treni sono usati meno in media.

In Italia si viaggia molto di più in automobile e in pullman che in treno rispetto a Francia, Germania e Polonia (dove però si viaggia meno in generale): ci sono ragioni infrastrutturali ma anche culturali, visto che in Italia per molti anni lo Stato ha puntato sulla costruzione e l’ammodernamento di strade e autostrade invece che di ferrovie, e ha incentivato l’acquisto di nuove automobili con politiche come i contributi per la rottamazione.


La puntualità dei treni europei e i ritardi di quelli italiani

Secondo l’ultima Relazione sulla qualità dei servizi di Trenitalia, relativa al 2015, anche se i treni con più di un’ora di ritardo sono stati meno dell’1 per cento per tutte le categorie di treni, la stragrande maggioranza dei treni italiani sono puntuali ma secondo il criterio per cui sono ritenuti puntuali tutti i treni che arrivano entro 15 minuti dall’orario di arrivo previsto. Il 91,6 per cento dei treni di media e lunga percorrenza (quindi tutti i Frecciarossa, i Frecciargento, i Frecciabianca, gli InterCity e InterCity Notte) del 2015 sono arrivati puntuali in questa accezione. Se si considerano i soli regionali, la percentuale sale al 97,9. Per capire se significa che i treni italiani sono puntuali o meno è utile fare un confronto con i treni europei.

Tra i vari paesi europei, ci sono meno ritardi dove le reti ferroviarie hanno una dimensione minore. La Spagna è uno dei paesi con una grande rete – anche se piccola in rapporto al suo territorio – ed è quello in cui si verificano meno ritardi: più del 95 per cento dei treni è puntuale. Secondo lo Study on the prices and quality of rail passenger services, sempre tra i paesi con grandi reti ferroviarie, la Germania e l’Italia sono quelli in cui ci sono più ritardi sui treni a lunga percorrenza: in entrambi i paesi meno del 75 per cento dei treni sono stati puntuali nel 2014. Ma i ritardi italiani e quelli tedeschi sono diversi: in Germania un treno è considerato in ritardo se raggiunge la stazione d’arrivo dopo 5 minuti e 59 secondi o più rispetto all’orario previsto, in Italia la soglia è, come detto, 15 minuti. A giudicare dai dati di Trenitalia per il 2015 sembra che la puntualità sia poi aumentata, anche se ancora non ci sono dati per il 2016. Nel 2014 solo in Ungheria e in Slovenia i treni regionali e locali sono stati più in ritardo che in Italia. Lo studio rivela anche che dal 2012 al 2014 la frequenza dei ritardi dei treni italiani, di tutti i tipi, è molto aumentata in percentuale. Un altro demerito dei treni regionali e locali italiani è che sono stati tra i più cancellati in Europa nel 2014, dopo quelli ungheresi e lituani.



Dove sono i treni più sicuri

Un merito delle linee ferroviarie italiane è invece quello della sicurezza. Secondo Eurostat, che dispone di dati relativi al 2015, la sicurezza dei trasporti ferroviari in Europa è sempre aumentata negli ultimi anni, almeno fino al 2013; il numero di morti e feriti annuali in incidenti ferroviari (esclusi i suicidi) è tuttora in calo. Nel 2014 e nel 2015 è però aumentato il numero degli incidenti. Tralasciando i morti per suicidio, più del 60 per cento delle persone morte in un incidente ferroviario in Europa tra il 2012 e il 2014 si trovavano accidentalmente vicino alle rotaie nel momento sbagliato. Il 29 per cento erano persone che stavano usando un passaggio a livello. I suicidi sono la stragrande maggioranza delle persone morte a causa di un treno: il 72 per cento tra il 2012 e il 2014 nei paesi europei.

Nel 2015 il paese in cui si sono verificati più incidenti in termini assoluti è la Polonia (639), seguita da Germania (363), Ungheria (158), Francia (150), Romania (141) e Italia (121).


Se però si mettono in relazione il numero di incidenti e i chilometri percorsi dai treni nei diversi paesi si vede che i treni tedeschi, francesi e italiani sono molto sicuri, e più sicuri rispetto alla media dei treni dell’Unione Europea.


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INCIDENTE TRENO: CODACONS, TRAGEDIA ANNUNCIATA = 


Milano, 25 gen. (AdnKronos) - "In attesa che gli organi competenti chiariscano la cause del deragliamento, non possiamo non chiederci se quanto avvenuto oggi possa considerarsi una ’tragedia annunciata’". Lo afferma il Codacons in merito al grave incidente di oggi a Seggiano di Pioltello. "Da anni - ricorda il presidente Codacons, Marco Donzelli - denunciamo disservizi e carenze del trasporto ferroviario locale a danno dei pendolari della Lombardia, e più volte abbiamo lanciato allarmi sul fronte della sicurezza di treni e infrastrutture Trenord. Ad oggi le nostre denunce sono rimaste del tutto inascoltate da parte delle istituzioni. Per tale motivo se dalle indagini sulla tragedia odierna dovessero emergere falle sul fronte della sicurezza, non esiteremo a chiamare a rispondere gli enti locali e gli organi competenti per omissione e concorso nei reati che saranno accertati dalla magistratura’’. "Quel che è certo - aggiunge Donzelli - è che in molte regioni italiane ancora oggi i pendolari subiscono un servizio di trasporto pubblico da ’terzo mondo’ e indegno di un paese civile". (Red-Mem/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 25-GEN-18 14:38 NNNN


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Treno deragliato: Legambiente, Cremona-Milano tra linee peggiori = 

(AGI) - Roma, 25 gen. - La linea Cremona-Milano e’ segnalata dall’ultimo rapporto "Pendolaria" di Legambiente come "una delle peggiori in Lombardia: conta oltre 10 mila pendolari giornalieri, su treni lenti e sovraffollati, dall’eta’ media di 17 anni". Mentre i dati rilevano come "i convogli che viaggiano quotidianamente su alcune tratte versino in condizioni inaccettabili, troppo spesso soggetti a guasti, per lo piu’ dovuti all’eta’ dei convogli stessi". "Al momento - spiega Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia - deve prevalere la cautela. Siamo vicini alle famiglie delle vittime e dei feriti di questo tragico incidente. Il sistema ferroviario e’ molto stressato, bisogna ricercare le cause per capire dove siano stati i limiti, se il problema si sia presentato a livello strutturale all’altezza dello scambio dei binari o del carrello del treno, visto che sulla linea circolano ancora modelli obsoleti, soprattutto negli orari di maggior affluenza di pendolari. Non e’ pensabile che nel 2018 non si possa viaggiare sui mezzi pubblici in sicurezza". Ogni giorno in Lombardia si spostano migliaia di pendolari, quasi 800mila l’anno, che prendono treni per recarsi al lavoro. (AGI) Bas 251414 GEN 18 NNNN


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= SCHEDA = Treno deragliato: i piu’ gravi disastri in Italia = 


(AGI) - Roma, 25 gen. - L’incidente ferroviario di Pioltello, alle porte di Milano, giunge a un anno e mezzo dal terribile scontro fra treni in Puglia tra Andria e Corato del 12 luglio 2016 che provoco’ la morte di 23 persone e il ferimento di altre 50. Le cause di quel disastro sono state attribuite a errori nella gestione del traffico dei treni e degli incroci. Questi gli incidenti ferroviari del dopoguerra che hanno causato il maggior numero di morti in Italia: - 23 dicembre 1961: Fiumarella (Catanzaro) - Sulla linea Cosenza-Catanzaro, due chilometri prima della stazione di Catanzaro, un vagone deraglia in curva all’imbocco del ponte sul torrente Fiumarella e finisce in un burrone. Bilancio: 71 morti e 27 feriti. - 31 maggio 1962: Voghera (Pavia) - Per l’inosservanza di un segnale si scontrano un merci e un viaggiatori in procinto di ripartire, colmo di turisti diretti in Riviera ligure. Bilancio: 63 morti e 70 feriti - 14 aprile 1978: Murazze di Vado (Bologna) - L’espresso 508 Lecce-Milano invade il binario adiacente dopo una deviazione a causa di uno smottamento sulla linea. E’ investito poco dopo dal rapido ’Freccia della Laguna’ Bolzano-Roma composto da elettromotrici ALe 601, che dopo aver urtato la locomotiva dell’espresso, svia e si rovescia cadendo da un ponte e sulla scarpata adiacente. Bilancio: 48 morti e 76 feriti. - 29 giugno 2009: Viareggio (Lucca) - Deragliamento di un treno merci, composto da carri cisterna, durante il transito nella stazione di Viareggio. La causa e’ stata attribuita al collasso di un fusello di una delle quattro sale montate di un carro. Il gas liquido fuoriesce dalla cisterna ed esplode interessando l’area dello scalo ferroviario e investendo molti fabbricati civili vicini. Bilancio: 32 morti e 25 feriti. (AGI) Cau (Segue) 251416 GEN 18 NNNN

= SCHEDA = Treno deragliato: i piu’ gravi disastri in Italia (2)= 


(AGI) - Roma, 25 gen. - - 21 novembre 1980: Curinga (Vibo Valentia) - Alle prime luci dell’alba, l’espresso 588 deraglia tra le stazioni di Curinga ed Eccellente dopo aver tamponato un gruppo di 28 carri merci staccatisi da un treno merci. La mancanza di adeguate verifiche e una serie di inadempienze tecniche degli addetti al merci impedisce il blocco della linea dopo la perdita del rotabile da parte di quest’ultimo. Bilancio: 28 morti e 112 feriti. - 12 luglio 2016 - Andria (Barletta) - Collisione sulla ferrovia Bari-Barletta tra due elettrotreni partiti rispettivamente dalle stazioni di Andria e Corato. La linea in quel tratto consente una velocita’ massima di oltre 100 km orari. Le cause dell’incidente sono state attribuite a errori nella gestione del traffico ferroviario e degli incroci, oltre che in via indiretta alla riscontrata consuetudine del personale aziendale di procedere difformemente rispetto a regolamenti e disposizioni, al fatto di legare la sicurezza ferroviaria al fattore umano, alla mancanza di formazione del personale e al mancato controllo sul comportamento del personale. Bilancio: 23 morti e 50 feriti. - 15 febbraio 1953: Benevento - Il treno 816 entra in corsa in stazione nonostante il segnale rosso, finendo la sua corsa contro un muro di cemento e ribaltandosi. Le indagini effettuate sui resti della locomotiva elettrica E428 riveleranno che il rubinetto freno era in posizione di frenata rapida. Bilancio: 22 morti e 70 feriti. - 7 gennaio 2005: Crevalcore (Bologna) - All’altezza della stazione di Bolognina l’interregionale Verona-Bologna si scontra frontalmente con un merci in una tratta a binario unico. La causa un errore umano generato dalla fittissima nebbia. Le indagini della magistratura si sono concluse nel 2010 riconoscendo il doppio errore umano del personale di macchina alla guida di uno dei due treni. Bilancio: 17 morti e 80 feriti. (AGI) Cau 251416 GEN 18 NNNN