Il Messaggero, 25 gennaio 2018
Le affascinanti donne etrusche delle necropoli di Tarquinia
Affascinanti, raffinate ma soprattutto libere. Banchetti, ricevimenti, danze, affari: le donne dell’Etruria c’erano sempre, al contrario delle greche o delle romane, ed erano piuttosto disinvolte, almeno a giudicare dagli affreschi delle tombe dei Monterozzi, nell’area di Tarquinia.
Arrivare alla necropoli patrimonio Unesco assieme a quella di Cerveteri è facile, grazie anche al grande pannello installato nell’area di servizio Tirreno ovest (A12 Roma-Civitavecchia) da Autostrade per l’Italia, uno dei 18 che segnalano i beni Patrimonio dell’umanità che si trovano nei pressi della rete che attraversa la penisola. Ed è facile anche districarsi nei percorsi dei misteri etruschi grazie a un altro pannello del progetto Sei in un Paese Meraviglioso, nell’area Tirreno est, che guida i visitatori alla scoperta del mondo di quelle donne vissute 2.500 anni fa e che Autostrade per l’Italia ha realizzato in collaborazione con il Touring Club.
«Il passo leggero di un’equilibrista spicca tra gli affreschi della Tomba dei Giocolieri, mentre il sorriso enigmatico di Velia Seithiti risplende nella Tomba degli Scudi» si legge nel pannello.
PERSONALITÀ
E gli automobilisti di passaggio scoprono un altro modo di visitare la necropoli. Da un giro distratto tra le tombe affrescate a un focus sulle immagini che si trasformano in istantanee del quotidiano. Dall’Instagram delle etrusche emergono il profilo perfetto, i riccioli chiari e gli orecchini a grappolo di Velia accanto al marito Larth Velcha, potente gens di Traquinia. E appaiono una danzatrice flessuosa del 520 a.C. che si muove con eleganza nella Tomba delle Leonesse e il profilo sottile e gli abiti fluttuanti di un’altra danzatrice della stessa epoca, nella Tomba Cardarelli mentre la bella e pensosa Ravnthu Aprthnai, erede di due ricche stirpi di mercanti, sembra osservare chi entra nella penombra della Tomba dell’Orco.
CULTURA
Donne che sapevano leggere e scrivere e che potevano entrare in affari grazie ai commerci che ruotavano attorno al l’Italia centrale, alla Magna Grecia, al Mediterraneo. Donne emancipate tutte da scoprire tra le 200 tombe dipinte dei Monterozzi, che ne contiene seimila ed è il più importante nucleo di pittura etrusca arrivato fino a noi dopo un viaggio di 25 secoli.
Brevissimo invece, pochi chilometri e pochi minuti, il percorso fino a Tuscania, dove si visita un’altra necropoli con la più enigmatica delle tombe etrusche, ritrovata all’inizio dell’Ottocento dall’archeologo Secondiano Campanari. Ma la fanciulla, forse una nobile o una regina, dipinta su una parete della tomba, ha portato con se i suoi segreti. L’immagine, ha raccontato l’archeologo, si è dissolta appena scoperta.