la Repubblica, 25 gennaio 2018
Le idee dello spagnolo sulla serie A
Nel novembre del 2016, Javier Tebas pensava già alla Lega di serie A. Lo faceva da presidente della Liga spagnola ospite a Bergamo del convegno “Diritti audiovisivi in Europa: esperienza a confronto”, al quale presero parte anche Salim Gunny, manager di Sky britannica, Guy-Laurent Epstein, direttore marketing degli eventi Uefa, e Jacques Raynaud, responsabile dei canali sportivi di Sky Italia.
Tebas indicò come «un errore madornale» l’assenza di una partita alle 18 nella domenica pomeriggio. Il vuoto è stato successivamente riempito, l’appuntamento ora è semi- fisso. «Le ore 15 e 16», disse, «sono ideali per la Cina. Le 20.45 vanno bene per il Sud America ed è un buon orario perché utilizzato raramente dalla Premier. Ma ai tifosi allo stadio piace il calcio d’inizio alle 13. È molto utile sfruttare il traino dei big match per lanciare partite meno appetibili. Programmiamo spesso Real o Barcellona alle 16.15, così la gara successiva attira più spettatori anche se non è tra squadre di prima fascia». Inoltre illustrò una novità che poi la Spagna ha abbracciato: «Se lo stadio non è esaurito, bisogna riempirlo al centro delle tribune, la zona più inquadrata dalle telecamere. Ai club che non lo fanno tratteniamo i contributi dei diritti tv». Nell’idea di Lega di Tebas è assente invece il buio tv che in Inghilterra hanno adottato il sabato alle 15, quando non possono essere trasmesse partite di calcio in diretta tv. «Si rischierebbe», disse, «la pirateria di chi vuole guardare le partite estere gratis».