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 2018  gennaio 25 Giovedì calendario

L’amaca

Il ventilato, strabiliante riciclaggio del signor Tavecchio dalla Federcalcio (federazione sportiva affiliata al Coni) alla Lega Calcio (che riunisce le società professionistiche, e soprattutto l’enorme torta dei diritti televisivi) è uno spicchio di storia patria che merita di essere seguito anche da chi non si occupa abitualmente di sport. Dopo tanto parlare di crisi della politica, vogliamo dire qualcosa su questa cerchia di privati cittadini, ricchi e semiricchi, costituzionalmente incapace di esprimere qualcosa che assomigli a una classe dirigente presentabile?
Se i Razzi, in politica, sono tutto sommato una eccezione semi-comica, qui i Razzi sono il tipo antropologico dominante, costruiscono e disfano maggioranze, gestiscono il declino sportivo ed economico del gioco più popolare del Paese – del quale sono, ovviamente, i primi responsabili – come una partita privata. Cosa loro.Gli italiani non giovani ricordano bene l’epoca ruspante dei Rozzi, Anconetani, Massimino, imprenditori del primo e del secondo dopoguerra che nella foga di fare quattrini non avevano avuto il tempo materiale di imparare a parlare correttamente. La loro Harvard fu il Processo di Biscardi. Mezzo secolo dopo non si registrano, nella media, progressi significativi tra i presidenti del calcio. Tra i calciatori sì, eccome: dev’essere per questo che i presidenti li tengono alla larga dalla gestione del calcio.
Per non patire un complesso di inferiorità quando parlano Tommasi o Albertini.